da: Punto Informatico
YouTube,
un dinosauro che va fuori tempo?
Le
etichette indie passano ai fatti: se YouTube non permette loro di negoziare i
contratti di licenza sarà la Commissione Europea a imporre alla piattaforma di
cambiare musica
di Gaia
Bottà
Le etichette indipendenti non intendono
sottostare agli aut aut di YouTube: non scenderanno a patti, accettando le
condizioni di licenza imposte dalla piattaforma pur di far parte del suo
chiacchierato servizio di streaming musicale,
ma attenderanno che le autorità europee ne valutino l'operato. Secondo le
etichette indie, YouTube starebbe remando contro il diritto dei cittadini
europei ad accedere a un mercato culturale ricco e variegato.
L'annuncio del ricorso alla Commissione Europea da parte di Worldwide Independent Network (WIN), di Featured Artists Coalition (FAC) e delle etichette che fanno parte del network IMPALA segue di pochi giorni le rimostranze avanzate dalla stessa WIN: la coalizione di etichette indie, rappresentante tanto di nomi di nicchia quanto di nomi noti ai più, denunciava il comportamento di
YouTube, che avrebbe sottoposto loro contratti di licenza
precompilati, scavalcando ogni trattativa. La musica indipendente sarebbe stata
valutata miseramente, ancora meno di quanto offerto da realtà come Spotify,
spesso criticate dagli artisti come poco remunerative. Alle etichette YouTube
non avrebbe lasciato che la scelta tra accettare queste condizioni o assistere
inermi alla rimozione dei contenuti dalla piattaforma.L'annuncio del ricorso alla Commissione Europea da parte di Worldwide Independent Network (WIN), di Featured Artists Coalition (FAC) e delle etichette che fanno parte del network IMPALA segue di pochi giorni le rimostranze avanzate dalla stessa WIN: la coalizione di etichette indie, rappresentante tanto di nomi di nicchia quanto di nomi noti ai più, denunciava il comportamento di
Nonostante YouTube abbia nei giorni scorsi ricordato di aver pacificamente stipulato contratti con musicisti e etichette di tutto il mondo, secondo Mark Chung, che rappresenta aggressivamente i musicisti tedeschi, si configurerebbe un caso evidente di abuso di posizione dominante: secondo Chung YouTube si sta mostrando oltremodo "cinica", ricattando le etichette indipendenti in virtù del proprio monopolio mentre si propone come strenuo difensore della libertà di espressione. All'Europa è dunque chiesto di intervenire per valutare la posizione di YouTube, per dissuadere i vertici della piattaforma dall'intraprendere strategie che comportino "blocchi o minacce": l'obiettivo è quello di "promuovere una reale competizione e la varietà sul mercato musicale digitale".
YouTube, ha sottolineato il musicista Billy
Bragg, attivissimo nel difendere la propria categoria, "si starebbe dando
la zappa sui piedi": "rischiano di lanciare un servizio di streaming
che manca dell'innovazione e dei suoni all'avanguardia degli artisti
indipendenti", trascurando le esigenze degli appassionati di musica, che
probabilmente non sarebbero disposti a pagare per un servizio "tanto
inferiore" alla concorrenza. Per questo motivo, secondo Helen Smith, a
capo di IMPALA, "YouTube si sta comportando come un dinosauro, tentando di
censurare ciò che non gradisce": l'Unione Europea, ricorda Smith, ha una
precisa partitura per garantire l'abbattimento delle frontiere sul mercato
della musica, allo scopo di fecondare la varietà e la qualità dei contenuti che
lo popolano, e YouTube starebbe "andando fuori tempo".
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