da: Famiglia Cristiana
Mondiali,
Brasile: il gigante nel pallone
Spese
folli (a carico dei contribuenti, non dei privati). E poi morti nei cantieri,
famiglie sfollate per far posto a opere rimaste spesso incompiute,
approssimazione e proteste. Dietro le quinte del Paese che ospita il più atteso
evento calcistico.
di Paolo
Manzo
Dieci miliardi di euro. A tanto ammonta il
costo del Mondiale che sta per iniziare in Brasile. Il paese di Pelé di campi
da calcio ne aveva già da vendere: quella sostenuta per dodici stadi nuovi o
rifatti è una spesa semplicemente folle, che supera la cifra complessiva
totalizzata dalle ultime due Coppe del mondo di calcio messe assieme. Come se
non bastasse le infrastrutture che si dovevano costruire con quei soldi sono
rimaste lettera morta nel 60 per cento dei casi. Del treno che a San Paolo
avrebbe dovuto collegare l’aeroporto di Congonhas all’Arena Corinthians non si
vedono neppure le rotaie. Il collegamento ferroviario sarà pronto nel 2015, a
Mondiali finiti: servirà solo a pochi intimi.
Lo stesso dicasi dell’Alta velocità tra Rio de Janeiro e San Paolo, per non parlare
«Spero abbiano fatto tutti i test
strutturali senza speculazioni edilizie» rivela a Famiglia Cristiana un geologo
che per decenni ha lavorato proprio per Petrobras. «Altrimenti», aggiunge
preoccupato, «con 68 mila persone che saltano non voglio neanche pensare cosa
potrebbe accadere in caso di cedimenti». Era ancora da terminare a due
settimane dal fischio d’inizio ma nonostante ciò era stato “inaugurato” ben tre
volte dalle autorità. L’unico test fatto sinora all’Arena Corinthians ha visto
circa 40 mila spettatori sugli spalti ma, particolare non trascurabile,
mancavano le “tribune mobili” che accoglieranno in curva altri 18-20mila tifosi.
«Dovevano essere già pronte da fine 2013 e, invece, si arriverà al match
inaugurale senza poter fare un test che le includa» sbuffa un funzionario Fifa.
L’improvvisazione regna sovrana e se in
metà degli stadi mancherà il wi-fi, delle 25 compagnie aeree che dovevano
operare nel terzo terminale dell’aeroporto di Guarulhos, il principale hub
brasiliano, causa “lavori in corso” riusciranno a trovare un posto solo otto.
Sono invece nove gli operai morti sinora sui cantieri degli impianti sportivi,
anche questo un record negativo. Rispetto al 2007 quando la Fifa indicò il
Brasile come sede del Mondiale il clima a Rio è cambiato radicalmente. Sette
anni fa la gente scese in spiaggia a Copacabana per festeggiare.
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