da: Lettera 43
Tangenti Mose, Massimo
Carlotto: «Il Nord è più criminale del Sud»
Tangentopoli in Veneto. Lo
scrittore Carlotto: «All'estero ci studiano come laboratorio della nuova
malavita economica».
di
Gabriele Lippi
Chi
ha letto i suoi libri, probabilmente, nella mattinata di mercoledì 4 giugno è
rimasto meno stupito di altri.
Di intrecci tra criminalità e politica in Veneto, Massimo Carlotto ne aveva parlato anni prima che lo scandalo Mose scoppiasse coinvolgendo il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, l'assessore regionale alla Infrastrutture Renato Chisso e l'ex governatore, ora deputato di Forza Italia, Giancarlo Galan.
«NORD PIÙ CRIMINALE DEL SUD». Nessuna sorpresa dunque per Carlotto, che a Lettera43.it spiega come questo sistema fosse «evidente da tempo», e racconta come, ormai, «il Nord è ben più criminale del Sud» e viene studiato nelle università straniere «come il laboratorio della nuova criminalità economica».
Una situazione riemersa con prepotenza dalle acque torbide dei canali veneziani.
Di intrecci tra criminalità e politica in Veneto, Massimo Carlotto ne aveva parlato anni prima che lo scandalo Mose scoppiasse coinvolgendo il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, l'assessore regionale alla Infrastrutture Renato Chisso e l'ex governatore, ora deputato di Forza Italia, Giancarlo Galan.
«NORD PIÙ CRIMINALE DEL SUD». Nessuna sorpresa dunque per Carlotto, che a Lettera43.it spiega come questo sistema fosse «evidente da tempo», e racconta come, ormai, «il Nord è ben più criminale del Sud» e viene studiato nelle università straniere «come il laboratorio della nuova criminalità economica».
Una situazione riemersa con prepotenza dalle acque torbide dei canali veneziani.
DOMANDA.
Politica, malaffare, criminalità. Quello scoppiato a Venezia sembra un romanzo
di Carlotto.
RISPOSTA. Devo dire che questo l'avevo raccontato in Alla fine di un giorno noioso.
D.
Sapeva già tutto?
R. In
Veneto si aspettava da tempo questa azione della magistratura, il sistema era
evidente, era stato messo a nudo dai comitati sul territorio.
D.
Come si sapeva?
R. Le
denunce sono state fatte nel corso degli anni in un silenzio assordante e nella
protervia con cui i politici coinvolti rispondevano alle domande dei comitati.
La battaglia è stata gestita da una minoranza forte e agguerrita del Veneto.
Ora, finalmente, il territorio può tirare un sospiro di sollievo.
D.
Corruzione e politica. Cosa sta succedendo al Veneto?
R.
Nulla di nuovo. Questo è un sistema che ha governato la Regione per moltissimi
anni. Ci sarà un motivo per cui nelle università straniere il Nord Est italiano
è studiato come il laboratorio della nuova criminalità economica. Si è creata
una connessione tra la criminalità e tre ambienti fondamentali della società:
imprenditoria, politica e finanza.
D. E
da questa unione cosa è nato?
R. Un
sistema che ha permesso nel passato grandi accumulazioni di capitale che poi si
sono riversate in tutti questi agganci nel mondo dei grandi appalti. Ma si
tratta di una situazione definita ormai da tempo.
D.
Quello del Nord Est virtuoso e motore dell'economia italiana è un falso mito,
dunque?
R. Il
mito è dovuto anche al fatto che ci sono stati moltissimi imprenditori onesti
che hanno creato un sistema economico vincente. Poi si sono infilati anche
quelli che hanno accumulato grandi ricchezze evadendo sistematicamente le
tasse, con il lavoro nero, con lo smaltimento illegale dei rifiuti industriali.
D. La
superiorità morale del Nord vantata dalla Lega non esiste?
R. Lo
dico da moltissimo tempo che il Nord è ben più criminale del Sud, perché i veri
affari avvengono qui. Bisogna dire la verità anche sui tempi in cui le mafie si
sono insediate in Settentrione. La 'ndrangheta è arrivata a Torino nel 1964. È
l'Italia nel suo complesso che ha un sistema criminale di cui bisogna liberarsi
al più presto.
D.
L'inchiesta sul Mose andava avanti da anni, ma si aspettava uno scandalo di
tali proporzioni?
R. Mi
sorprende solo il coinvolgimento del sindaco di Venezia. Gli altri nomi
circolavano da tempo nell'ambito delle indagini e tra coloro che si occupavano
di queste cose.
D. Il
sindaco di Venezia, un assessore regionale, l'ex presidente della Regione. Uno
scandalo bipartisan. La politica veneta è tutta da rottamare?
R.
Esiste anche una parte della politica onesta, anche in senso bipartisan. C'è
però un sistema che ha governato il Veneto per tantissimi anni e che ora deve
essere debellato completamente. Ma poteva essere fatto prima.
D. In
che senso?
R. Si
sta facendo ora un'opera di pulizia che prima della magistratura toccava alla
politica. Agli elettori. Il sistema politico era evidente, ma si è preferito
mantenerlo perché era fortemente ancorato a quello economico.
D.
Come si spiega il ritorno forte della magistratura sugli appalti?
R. Credo che siano cambiati anche gli
equilibri politici, in particolare per quanto riguarda il Veneto. Pensare che
il lavoro dei magistrati non sia influenzato da queste cose significa non
essere ancorati alla realtà. D'altra parte gli appalti sono diventati
un'occasione di riciclaggio del denaro sporco per la criminalità organizzata.
D.
Come mai proprio gli appalti?
R.
Quando la criminalità ricicla su attività normali non c'è guadagno, c'è una
perdita che la guardia di finanza calcola intorno al 30%. Investendo in
attività pubbliche, invece, la criminalità riesce anche a guadagnare sui soldi
che investe, oltre a riciclarli.
D.
Per Galan c'è una richiesta d'arresto. Pensa che il parlamento darà l'ok?
R.
Questo non lo so ed è difficile dirlo. Quello che secondo me è politicamente
importante è la dimensione complessiva dell'inchiesta per cui il sistema nel
suo complesso è stato messo a nudo.
D.
Sembra anche qualcosa che va oltre Tangentopoli. Tra gli indagati ci sono
magistrati, ex generali della guardia di finanza. La criminalità si insinua
ovunque.
R.
Questo è il dato della mutazione antropologica di questa società. La dimensione
dell'agire criminale è di una illegalità diffusa che ha contagiato nel suo
complesso la società.
D.
Cioè?
R.
Non c'è aspetto che non sia toccato o influenzato da queste forme illegali.
Niente di cui stupirsi in un Paese in cui la corruzione aumenta del 100% ogni
anno.
D. Se
fosse un libro di Carlotto come andrebbe a finire?
R.
Arriverebbe qualcuno che mette tutto a tacere, come successo con Tangentopoli.
Si sono accordati sul 10% di tangente e tutto è continuato nella normalità,
fino allo scandalo successivo. In questo Paese gli scandali sono serviti spesso
a sanare le contraddizioni. Questo è un po' diverso, ma non bisogna abbassare
la guardia per il futuro.
D.
Insomma, il lieto fine c'è solo per i cattivi della storia.
R.
Esattamente.
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