Il M5S ha una rappresentanza in Parlamento che
si sta guadagnando la pagnotta ed alcuni sono anche mediaticamente presentabili.
Con ciò, la linea politica la decidono
Grillo e Casaleggio. La rappresentanza parlamentare “segue a ruota”. E a seguire, le sveltine di referendum on line per i seguaci presenzialisti nel blog di Grillo.
Il cambio di strategia di Grillo e
Casaleggio è una mossa furba. Vediamo se questa cosiddetta “apertura” metterà
in difficoltà Renzi. Perché il presidente del consiglio ha già un accordo con
il condannato in via definitiva Silvio Berlusconi, che non intende modificare
di una virgola, vedi comportamento nei confronti di Mineo.
Ergo: prendere in considerazione la
proposta del M5S potrebbe far “scricchiolare” quell’accordo. Se non si caverà
un ragno dal buco, come è probabile, Grillo potrà dire che Renzi è quello che
lui aveva descritto e scritto. Vale a dire: mi avevate obbligato a incontrarlo
e poi avete criticato il mio comportamento, ecco: avevo ragione.
da: Lettera 43
Legge
elettorale, Grillo: «Pronti a vedere Renzi»
Il
leader del M5s apre a un incontro con Renzi sulla legge elettorale. «È
legittimato dal voto». Base sorpresa. Il Pd accetta ma chiede lo
streaming. E sulle riforme si fa avanti anche
la Lega.
Beppe Grillo ha aperto al presidente del
Consiglio, Matteo Renzi.
Il leader del Movimento 5 Stelle, insieme a
Gianroberto Casaleggio, ha scritto un post sul suo blog, auspicando un incontro
con il premier sulla legge elettorale. «Se Renzi», ha scritto Grillo, «ritiene
che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito
dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo.
Il M5S risponderà».
«All'incontro eventuale con il Pd, che
speriamo ci sia, parteciperanno», hanno annunciato Grillo e Casaleggio, «i due
capigruppo M5S di Camera e Senato, oltre a Danilo Toninelli, estensore tra
altri della versione definitiva della legge e Luigi Di Maio come massima
rappresentanza istituzionale in Parlamento nel suo ruolo di vicepresidente
della Camera».
IL PD PRONTO AL DIALOGO. La risposta del Pd è arrivata subito con i vicesegretari Guerini - «Pronti al dialogo, ma con lo streaming» - e Serracchiani - «Bene le parole ora passiamo ai fatti». E il confronto potrebbe tenersi già nei prossimi giorni: secondo fonti parlamentari, già lunedì 16 giugno i capigruppo cinquestelle dovrebbero inviare una richiesta formale di incontro al premier per aprire un confronto.
OK ALLA DIRETTA STREAMING. Alla richiesta
di Guerini aveva replicato il vicepresidente della Camera, il grillino Di Maio,
il quale aveva definito in un primo momento «non essenziale» la diretta dell'incontro.
Poco dopo, su Twitter è stato lo stesso Di Maio ad annunciare l'ok per la diretta in streaming. «Sono felice del fatto che il governo abbia accolto la nostra proposta di incontro sulla legge elettorale. (lo streaming si farà)», ha scritto Di Maio sul social.
Poco dopo, su Twitter è stato lo stesso Di Maio ad annunciare l'ok per la diretta in streaming. «Sono felice del fatto che il governo abbia accolto la nostra proposta di incontro sulla legge elettorale. (lo streaming si farà)», ha scritto Di Maio sul social.
IL PERCORSO DELLA LEGGE. Nel post i leader
del M5S hanno ripercorso la vicenda della riforma elettorale a partire da
quando (il post indica erroneamente come data il gennaio 2013, invece che 2014)
«Renzie e i giornalai chiedevano a gran voce che il M5S andasse a vedere le
carte della legge elettorale di Renzie, se no il Paese andava a sbattere.
Altrimenti Renzie con chi altro poteva fare la legge se non con Berlusconi? E
Berlusconi fu! Il pregiudicato sbattuto fuori dal Senato per merito esclusivo
del M5S che chiese il voto palese e accelerò la discussione in aula, fu in
seguito accolto in gran pompa da Napolitano al Quirinale come novello padre
costituzionale. E chi altri poteva fare le riforme della P2 se non un
condannato in via definitiva nonché ex iscritto alla P2 (tessera 1816, ndr)? La
logica in questo è impeccabile».
«LO SCENARIO È CAMBIATO». «Poi il
M5S», ricordano, «avviò una discussione on line con gli iscritti, seguita da un
voto, su ogni singolo punto possibile di una nuova legge elettorale con l'aiuto
del professor Giannulli. La legge M5S è stata quindi depositata in Parlamento e
siamo arrivati prima della legge elettorale di Renzie e Berlusconi, primi con
il passo della tartaruga, ma della democrazia partecipata».
«E ora? Ora sono avvenute due cose che
hanno cambiato lo scenario: il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e
non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è
stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della
direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato. La legge M5S», hanno
sottolineato Grillo e Casaleggio invitando Renzi a battere un colpo sulla loro
proposta, «è di impronta proporzionale, non è stata scritta su misura per farci
vincere come è stato per l'Italicum, scritto per farci perdere».
FELICE EMILIANO. Dopo la pubblicazione del
post, non si sono fatte attendere le reazioni dal mondo politico, a partire dal
segretario del Pd della Puglia, Michele Emiliano, che su Twitter ha commentato:
«Da 2 anni chiedo al M5S un dialogo e finalmente Casaleggio e Grillo chiedono
di incontrare Matteo Renzi per legge elettorale: sono felice».
I
punti cardine della proposta del M5S
La proposta dalla quale vogliono partire
Grillo e Casaleggio si basa su un sistema
elettorale proporzionale sensibilmente corretto
che provoca uno sbarramento naturale e flessibile anche grazie alla dimensione
intermedia delle circoscrizioni, con la possibilità di esprimere preferenze ma anche penalizzazioni di candidati sgraditi.
Per le preferenze, è consentito il panachage
(cioè si possono votare candidati di liste diverse da quella votata),
mentre sono vietate (pena
annullamento) le candidature plurime
in più circoscrizioni o rami del Parlamento.
Il sistema è stato votato punto per punto
tramite una consultazione online e presentato in forma definitiva il 7 maggio
de 2014. La riforma, che prevede l'elezione
sostanzialmente con lo stesso metodo
sia della Camera che del Senato (pur se con alcuni correttivi
tecnici), assicura, secondo i
proponenti, anche la governabilità.
PREVISTE 42 CIRCOSCRIZIONI. La riforma a Cinque Stelle prevede 42 circoscrizioni di grandezza intermedia con due schede elettorali, una per il voto di lista e una per il voto di preferenza. Voto che può essere, come si diceva, anche sfavorevole nel caso in cui il cittadino decida di penalizzare un candidato presente in una lista. In questo caso può cancellare il nome sgradito dalla lista votata, tracciando una riga sul suo nome (sono possibili fino a due voti negativi in alcune circoscrizioni) e determinando in questo modo la penalizzazione di un decimo di voto (o due decimi) per la lista votata.
PREVISTE 42 CIRCOSCRIZIONI. La riforma a Cinque Stelle prevede 42 circoscrizioni di grandezza intermedia con due schede elettorali, una per il voto di lista e una per il voto di preferenza. Voto che può essere, come si diceva, anche sfavorevole nel caso in cui il cittadino decida di penalizzare un candidato presente in una lista. In questo caso può cancellare il nome sgradito dalla lista votata, tracciando una riga sul suo nome (sono possibili fino a due voti negativi in alcune circoscrizioni) e determinando in questo modo la penalizzazione di un decimo di voto (o due decimi) per la lista votata.
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