da: Il Fatto Quotidiano
Anticorruzione,
Cantone resta solo. E l’azienda inquisita si riprende i lavori Expo
Nulla
di fatto in consiglio dei ministri non solo sui poteri, ma neppure sui nomi dei
tre componenti da affiancare al magistrato. Che commenta: "Questo ci
rallenta un po', ma meglio aspettare e avere nomi migliori". L'ira di
Maroni su Expo: "Ora chi mi dice cosa fare con la Maltauro?". Ma a
rispodergli ci pensa l'azienda inquisita: "Continuiamo i lavori".
Pisapia: "Solo se commissariati"
E Cantone restò solo. Mentre si
infiamma il dibattito politico sugli arresti per i Mose e per l’Expo2015,
il consiglio dei ministri convocato oggi non ha scelto i tre componenti dell’Autorità
anticorruzione da affiancare al magistrato nominato presidente da Renzi in
aprile. Se era già nell’aria il rinvio del decreto sui famosi poteri
dell’Autorità in fatto di controllo sugli appalti pubblici, la mancata scelta
degli altri membri si traduce nell’immobilità di fatto dell’ente, dato che i
vecchi componenti hanno presentato le loro dimissioni all’arrivo del nuovo
numero uno.
“Le nomine che mancano non so se
arriveranno oggi nel Consiglio dei ministri”,
aveva profetizzato in mattinata
Cantone a Radio24. “Questo obiettivamente un po’ rallenta la nostra attività,
su tante cose sto lavorando da solo, un organo collegiale non può essere
sostituito da un organo monocratico”. Il presidente dell’Autorità
anticorruzione riconosce comunque che “finora queste nomine sono state di tipo
politico, fatte dal presidente del Consiglio su richiesta del ministero della
Funzione pubblica”. Mentre in questo caso “il ministro ha ritenuto di fare una
‘call’, sono arrivate 230 domande e vanno valutati i titoli. Quindi meglio se
aspettiamo una settimana in più e facciamo le nomine migliori”.
Tra i primi a stigmatizzare “l’ennesimo
rinvio” c’è il “padrone di casa” di Expo2015, il presidente della Regione
Lombardia Roberto Maroni: “E’ incomprensibile, non si capisce perché vista
l’urgenza e la necessità di intervenire subito”. Anche il grande evento
milanese, infatti, è alle prese con il trauma post arresti: “La Maltauro per
esempio rimane o no?”, si è chiesto il governatore, riferendosi a una
delle aziende più compromesse nell’inchiesta sulla corruzione nell’affare Expo.
Ma mentre Maroni attende dal governo
chiarimenti che non arrivano, è la stessa Maltauro a fornirlo: “Non ci sarà
nessuna risoluzione dei contratti su Expo affidati all’impresa di costruzioni
Giuseppe Maltauro”, si legge in una nota della stessa impresa di costruzioni.
La decisione è stata presa, inforrma la nota, “in seguito a compiuta
istruttoria e alla riunione tenutasi lo scorso 3 giugno presso la Prefettura di
Milano“, dove “non sono stati rilevati elementi sufficienti a motivare la
soluzione dei contratti”. E di conseguenza la società veneta “porterà avanti
l’esecuzione dei contratti aggiudicati, a stesso dire della medesima stazione
appaltante, in assenza di ‘vizi estrinseci nella procedura di scelta del
contraente’”.
A stretto giro, la laconica controreplica
di Maroni: “Vuol dire che qualcuno ha deciso che non ci sono gli estremi per
revocare il contratto, prendo atto di questo. D’altronde la responsabilità
del sito è nelle mani del Governo attraverso il commissario di Governo” Giuseppe
Sala. Ma appare grande la confusione sotto il cielo se l’altro padrone di casa,
il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, non pare intenzionato a “prendere atto”:
“A me non risulta. Non so su che basi possa essere permesso alla Maltauro di
continuare i lavori a meno che non venga commissariata”. Lo stesso Pisapia si
dice “deluso” dal rinvio delle decisioni sui poteri a Cantone: “Ogni giorno
perso è un giorno in più di preoccupazione. Invece abbiamo bisogno di fiducia
perché Expo sarà un grande successo”.
Una spiegazione a Pisapia e Maroni arriva
direttamente dalla società Expo: ”La comunicazione inviata alla Maltauro”
a proposito dei contratti relativi ad Expo 2015 “è volta unicamente a garantire
il prosieguo dei lavori, per la cui realizzazione ogni giorno è prezioso. Come
ricordato più volte dal commissario Sala, è in corso – precisa Expo – la
verifica delle condizioni tecnico-giuridiche per la prosecuzione dei contratti
in essere alle imprese appaltatrici che stanno lavorando al sito
dell’Esposizione Universale”. Expo 2015 sostiene di avere comunque “attivato un
severo monitoraggio sull’esecuzione dei lavori, così da poter riesaminare e
rivalutare, in ogni momento, la sussistenza di condizioni utili a sostenere la
prosecuzione del rapporto contrattuale, ovvero la necessità di attivare azioni
di autotutela”. Provvedimenti di segno diverso, continua, “saranno possibili
solo in ragione di un mutato quadro normativo o di diverse informazioni
provenienti dalle indagini in corso, ovvero a seguito di eventuali
provvedimenti delle autorità competenti”.
Intanto il consiglio di amministrazione
della Maltauro, nella seduta di oggi, ha deciso di proporre all’assemblea degli
azionisti di fare un’azione di responsabilità contro l’ex amministratore
delegato Enrico Maltauro, arrestato nell’inchiesta milanese. E questo per la
“accertata violazione” da parte dell’ex amministratore delle “misure
preventive” previste dalla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle
società . Quindi a prescindere dai reati che gli possano venire contestati e da
un suo eventuale rinvio a giudizio. Ad accertare le violazioni “dopo le
opportune verifiche interne” è stato l’organismo di vigilanza della Maltauro di
cui fanno parte il legale responsabile dell’azienda, il responsabile del
servizio Qhse (quality, health, safety, environment, ndr) in
collaborazione con una squadra di legali.
Nessun commento:
Posta un commento