da: https://www.corriere.it/
- di Alessandro Trocino
Dopo due mesi di lockdown, di isolamento a
casa, entra in vigore domani il Dpcm del 26 aprile, che dovrebbe far ripartire
una buona parte delle attività produttive e industriali. Ma è un giorno atteso
anche e soprattutto dai cittadini, che riponevano molte speranze in un
allentamento dei divieti. Qualche misura, in effetti, è stata presa, ma restano
forti dubbi interpretativi su molte questioni.
Il governo ha scelto la strada di non
fidarsi del tutto dei cittadini, mantenendo in piedi una fitta impalcatura di
regole, spesso ambigue e di complessa interpretazione, aggravate dalla presenza
di ulteriori specifiche nelle regioni. Passeggiare, vedere gli amici, andare a
ritirare il proprio pasto, partecipare a una funzione religiosa, spostarsi
nella seconda casa, incontrare gli amici: tutte attività normali fino a qualche
mese fa, vietate fino a poco fa, e ora riammesse, ma con molti limiti e regole
da rispettare.
La riapertura di molte attività economiche,
comunque, ci imporrà spostamenti nella città ed è prevedibile che ci saranno
molte difficoltà sui mezzi di trasporto e che molti ricorreranno all’
automobile, provocando un aumento del traffico e dell’ inquinamento.
Servirebbero provvedimenti drastici e potenti per favorire i trasporti
alternativi, con adeguati incentivi per biciclette, bici e motorini elettrici.
Ma anche qui, si procede ancora in ordine sparso.
QUANDO
C’È OBBLIGO DI MASCHERINA PER GLI ADULTI
Con la fase due non sarà obbligatorio
indossare in ogni occasione, quando si esce, la mascherina e i guanti. Ma in
alcuni casi sarà necessario, mentre in generale è sempre raccomandato. Con il
nuovo decreto, a partire da domani, è obbligatorio l’ uso della mascherina nei
luoghi chiusi accessibili al pubblico: per esempio, i mezzi di trasporto
pubblico e gli esercizi commerciali.
È obbligatorio anche in occasione degli
incontri con i «congiunti». Le devono indossare anche i commessi di pubblici
esercizi e attività commerciali. In questi luoghi devono essere messi a
disposizione dei clienti, che devono indossarli, guanti monouso, oltre che gel
per disinfettare le mani. Le mascherine sono obbligatorie anche durante le
cerimonie funebri, alle quali non possono partecipare più di 15 persone. Queste
sono le regole generali, ma alcune Regioni hanno introdotto norme più
restrittive.
È il caso della Lombardia, dove le
mascherine sono obbligatorie anche all’ aria aperta, mentre per usare i mezzi
pubblici è necessario indossare anche i guanti. A Firenze, l’ ordinanza del
sindaco Dario Nardella prescrive l’ obbligo di guanti sugli autobus, sul tram,
negli orti urbani e nei cimiteri, mentre nei parchi e nei giardini è
«fortemente raccomandato».
È una delle questioni più controverse e che
ha fatto infuriare molti per la sua evidente farraginosità e arbitrarietà: la
questione di chi si potrà incontrare a partire da domani. Innanzitutto la
questione dei «congiunti». Chi sono? Sono i coniugi, i partner conviventi, i
partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame
affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado. Non è ancora chiaro? La
Presidenza del Consiglio prova a specificare ancor meglio.
Chi sono i parenti fino al sesto grado? Ad
esempio «i figli dei cugini tra loro». E gli affini fino al quarto grado? Per
esempio, «i cugini del coniuge». E l’ incontro, si chiarisce, dovrà avvenire al
massimo tra due persone. La nota finale è quella che pone fine, per ora, a una
querelle un po’ da Ionesco sulla definizione esatta di «affetti stabili»: non
rientrano, tra questi, gli amici. Ma non finisce qui. Perché, per questione di
privacy, non sarà obbligatorio dire il nome della persona che andiamo a
trovare, quando eventualmente saremo fermati. Impossibile, dunque, per le forze
dell’ ordine verificare che l’ autocertificazione sia veritiera.
I
BAMBINI QUANDO DEVONO INDOSSARLA
Nei casi che abbiamo visto in cui è
stabilito l’ obbligo di indossare le mascherine, possono essere esentati i
bambini fino a sei anni, che difficilmente riuscirebbero a gestirla. Lo stesso
vale per i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’ uso
continuativo della mascherina e per i loro accompagnatori.
Il commissario straordinario all’
emergenza, Domenico Arcuri, ha mostrato durante la conferenza stampa alla
Protezione civile i prototipi di alcune mascherine per bambini con supereroi e
cartoni animati. Arcuri ha spiegato che appena saranno pronti, i modelli
saranno messi sul mercato per far crescere anche nei bambini la consapevolezza
dell’ importanza dei dispositivi e del distanziamento personale in vista del
rientro a scuola. I bambini potranno anche rimettere piede, insieme ai loro
genitori, nei parchi e negli spazi verdi che saranno riaperti nelle città, ma
non nelle aree giochi, che continueranno a restare chiuse.
Restano consentite le passeggiate e le
attività motorie ma non le attività ludiche e ricreative di gruppo. Non sarà
facile, ma bisognerà evitare che si creino assembramenti di bambini piccoli,
magari senza mascherina perché non obbligati, che giocano insieme in gruppo.
SARÀ
CONSENTITO ANDARE NELLE SECONDE CASE?
La risposta dopo molte incertezze è no se
non per necessità e per un brevissimo periodo. Nel decreto non c’ è più il
divieto che esisteva prima del 4 maggio, a patto che la seconda casa sia nella
regione. Ma nel governo si è consumato uno scontro con un premier più
favorevole e il ministro Roberto Speranza che frenava.
Alla fine è arrivata una nota
interpretativa che dovrebbe chiarire: «I motivi che rendono legittimi gli
spostamenti, secondo le previsioni del Dpcm, restano quelli del lavoro, della
salute e della necessità. Spostarsi alla seconda casa non è una necessità. In
riferimento alle attività sportive e motorie, lo spostamento consentito è
quello necessario a effettuare le attività stesse, con la conseguenza che una
volta che queste sono concluse è obbligatorio fare immediato ritorno a casa».
GLI
AMICI RIENTRANO TRA CONGIUNTI E AFFETTI STABILI?
È una delle questioni più controverse e che
ha fatto infuriare molti per la sua evidente farraginosità e arbitrarietà: la
questione di chi si potrà incontrare a partire da domani. Innanzitutto la
questione dei «congiunti». Chi sono? Sono i coniugi, i partner conviventi, i
partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame
affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado. Non è ancora chiaro?
La Presidenza del Consiglio prova a
specificare ancor meglio. Chi sono i parenti fino al sesto grado? Ad esempio «i
figli dei cugini tra loro». E gli affini fino al quarto grado? Per esempio, «i
cugini del coniuge».
E l’incontro, si chiarisce, dovrà avvenire
al massimo tra due persone. La nota finale è quella che pone fine, per ora, a
una querelle un po’ da Ionesco sulla definizione esatta di «affetti stabili»:
non rientrano, tra questi, gli amici. Ma non finisce qui. Perché, per questione
di privacy, non sarà obbligatorio dire il nome della persona che andiamo a
trovare, quando eventualmente saremo fermati. Impossibile, dunque, per le forze
dell’ordine verificare che l’autocertificazione sia veritiera.
QUANDO
LE MESSE SI CELEBRERANNO CON I FEDELI?
Sarà consentito spostarsi nell’ambito della
propria regione per far visita nei cimiteri ai defunti, sempre nel rispetto
della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e del divieto di
assembramento. Quanto alle messe, è ancora mistero. Resta uno dei temi più
divisivi, visto che molti esponenti politici di entrambi gli schieramenti e
molti sacerdoti hanno chiesto il ripristino delle cerimonie. Il Pontefice, in
realtà, ha frenato implicitamente, ricordando la necessità di rispettare le
misure di cautela in questi giorni ancora difficili per il contagio.
Ma i vescovi hanno continuato a chiedere
con insistenza il ritorno alla normalità.
Il presidente della Cei, Gualtiero
Bassetti, battendo tutti sul tempo, esprime gratitudine nei confronti del
premier Conte per il dialogo «continuo e proficuo di queste settimane e la
condivisione delle linee di un accordo che consentirà di riprendere appena
possibile anche le messe con i fedeli». Ringrazia anche per la collaborazione
il ministro dell’ Interno e il Dipartimento per le libertà civili e l’
immigrazione.
Quale sia l’ accordo, però, ancora non si
sa. Il quotidiano Avvenire ipotizza che le messe potrebbero essere celebrate di
nuovo entro la fine del mese: «Non è improbabile che l’ eucaristia con il
concorso del popolo possa riprendere già per l’ Ascensione o per la
Pentecoste». Si ipotizza la ripresa per il 24 o 31 maggio. La Chiesa in
Sardegna avrebbe potuto accelerare visto che il governatore Christian Solinas
aveva dato l’ ok già dal 4 maggio. Ma i vescovi locali frenano e aspettano le
indicazioni della Conferenza episcopale italiana.
CI
SONO LIMITAZIONI PER LE PASSEGGIATE (ANCHE IN BICI)?
Si potrà passeggiare e come? Le regole del
governo spiegano: «Si può uscire dal proprio domicilio solo per andare al
lavoro, per motivi di salute, per necessità (il decreto include in tale ipotesi
quella di visita ai congiunti) o per svolgere attività sportiva o motoria all’
aperto. Pertanto, le passeggiate sono ammesse solo se strettamente necessarie a
realizzare uno spostamento giustificato da uno dei motivi appena indicati.
Ad esempio, è giustificato da ragioni di
necessità spostarsi per fare la spesa, per acquistare giornali, per andare in
farmacia, o comunque per acquistare beni necessari per la vita quotidiana,
ovvero per recarsi presso uno qualsiasi degli esercizi commerciali aperti.
Inoltre, è giustificata ogni uscita dal domicilio per l’ attività sportiva o
motoria all’ aperto.
Resta inteso che la giustificazione di
tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, può essere
fornita nelle forme e con le modalità consentite. In ogni caso, tutti gli
spostamenti sono soggetti al divieto generale di assembramento, e quindi all’
obbligo di rispettare la distanza di sicurezza minima di un metro fra le
persone». Ma nelle Faq (le risposte alle domandi più frequenti rilasciate ieri)
ce n’ è una che fa riferimento a un mezzo alternativo che potrebbe essere uno
dei più usati nelle prossime settimane dagli italiani: la bicicletta, nella
forma semplice o di quella elettrica, sempre più diffusa negli sharing, almeno nelle
grandi città. Spiega la nota di chiarimento: «L’ uso della bicicletta è
consentito per raggiungere la sede di lavoro, il luogo di residenza o i negozi
che proseguono l’ attività di vendita. È inoltre consentito utilizzare la
bicicletta per svolgere attività motoria all’ aperto».
CON
QUALI MEZZI SI PUO’ ANDARE A LAVORARE?
Sono consentiti tutti i mezzi. Al contrario
di quella che è stata la logica fino a ora sarà scoraggiato l’uso dei mezzi
pubblici. Perché l’assalto ad autobus e metropolitane può avere gravi
conseguenze in termini di sovraffollamento e può rendere impossibile il
rispetto delle principali misure di sicurezza, a cominciare dal distanziamento
personale.
Molti Comuni hanno provveduto a mettere
segnali che indicano dove devono stare le persone in piedi, ma già ci sono
stati episodi che hanno dimostrato come sia molto difficile ottenere il
rispetto della capienza massima, molto ridotta rispetto a quella ordinaria, e
quindi delle distanze. L’altro mezzo su cui inevitabilmente potrebbe riversarsi
buona parte della cittadinanza è l’automobile privata, con le prevedibili
conseguenze in termini di traffico e di smog.
FINO
A QUANDO PARCHEGGI GRATIS E ZTL APERTE?
Una delle misure più controverse ma anche
utili per la lotta all’ inquinamento è stata l’ istituzione delle aree di zona
a traffico limitato (ztl) con divieto di accesso e circolazione per alcune
tipologie di veicoli a Milano. Ora la priorità è provare a evitare l’ assalto
ai mezzi pubblici, che non potrebbe reggere, viste le misure di distanziamento.
E quindi per decongestionare il traffico le amministrazioni stanno cominciando
a rendere inattive le ztl. Succede a Milano, per esempio, dove Palazzo Marino
ha prorogato la sospensione di area B e C e la sosta libera sulle strisce
gialle e blu.
A Pavia il sindaco ha emanato un’ ordinanza
che prevede la sosta gratuita nei parcheggi delle zone a sosta regolamentata in
gestione all’ azienda Asm, dal 4 al 16 maggio e la proroga dei titoli
autorizzativi alla circolazione e alla sosta libera in zone a traffico
limitato. A Roma ora di punta spalmata su tre fasce (dalle 8.30 alle 11.30), e
il Campidoglio punta sullo sharing e sulla mobilità sostenibile con 150 km di
percorsi ciclabili. Ztl aperte fino a fine maggio.
CIBO
DA ASPORTO, QUALI REGOLE NEI RISTORANTI?
Bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie,
pizzerie, birrerie e caffetterie restano chiusi (riapriranno, forse, il 1°
giugno) ma oltre al già concesso servizio di consegna a domicilio (delivery)
sarà consentito anche l’ asporto o take away. Bisognerà sempre rispettare la
distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, ci sarà il divieto di
consumare i prodotti all’ interno dei locali e il divieto di sostare nelle
immediate vicinanze degli stessi.
Ogni Regione stabilirà le regole nel
dettaglio, ma il personale dovrà sempre indossare guanti e mascherina. Si raccomanda
ai clienti l’ ordinazione online o telefonica. I clienti devono entrano uno
alla volta e devono permanere all’ interno dei locali per il tempo strettamente
necessario al pagamento e ritiro della merce. Non è consentito per i clienti l’
utilizzo dei bagni. Saranno obbligatori invece i corsi sulla sicurezza del
lavoro per i dipendenti, che saranno a carico dei ristoratori.
Chi decide tra il governo e gli enti
locali? È uno dei temi che si è posto più spesso in queste settimane e che ha
portato a non pochi conflitti istituzionali e politici. Di norma, il governo ha
messo una cornice di regole, mentre alle Regioni era consentito inasprire, ma
non rendere più lente le misure. Non sempre è stato così. Il tema si pone anche
per gli orari. Uno degli obiettivi da raggiungere sarebbe abolire l’ orario di
punta.
Ovvero, cercare di scaglionare i tempi
della vita, le attività lavorative, commerciali e sociali, in modo che non ci
siano pericolose sovrapposizioni che finiscono per favorire grandi
assembramenti soprattutto sui mezzi di trasporto, oltre che nelle strade. Uno
dei metodi è quello di differenziare gli orari. Ma a chi spetta questo compito?
C’ è una cornice nazionale e ci sono le Regioni che possono intervenire su
alcuni orari, così come le aziende locali. I Comuni hanno molti più limiti,
dovuti anche alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali sui
quali non possono intervenire.
ORARI,
CHI DECIDE TRA STATO ED ENTI LOCALI?
Chi decide tra il governo e gli enti
locali? È uno dei temi che si è posto più spesso in queste settimane e che ha
portato a non pochi conflitti istituzionali e politici. Di norma, il governo ha
messo una cornice di regole, mentre alle Regioni era consentito inasprire, ma
non rendere più lente le misure. Non sempre è stato così. Il tema si pone anche
per gli orari.
Uno degli obiettivi da raggiungere sarebbe
abolire l’orario di punta. Ovvero, cercare di scaglionare i tempi della vita,
le attività lavorative, commerciali e sociali, in modo che non ci siano
pericolose sovrapposizioni che finiscono per favorire grandi assembramenti
soprattutto sui mezzi di trasporto, oltre che nelle strade. Uno dei metodi è
quello di differenziare gli orari. Ma a chi spetta questo compito? C’è una
cornice nazionale e ci sono le Regioni che possono intervenire su alcuni orari,
così come le aziende locali. I Comuni hanno molti più limiti, dovuti anche alla
liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali sui quali non possono
intervenire.
CI
SONO SCONTI PER NOLEGGIARE MEZZI ECOLOGICI?
È in corso una trattativa tra i Comuni e il
governo per provare a ottenere incentivi a mezzi di trasporto alternativi. Ma
si procede ancora in ordine sparso e ci sono poche certezze. Una delle grandi
preoccupazioni del ritorno all’ attività è infatti l’ uso massivo delle
automobili, con un probabile e pericoloso ritorno dell’ inquinamento
atmosferico. Per questo, non solo i sindaci stanno allestendo nuove piste
ciclabili, ma cercano di avere incentivi e aiuti per rendere più facile l’ uso
di monopattini elettrici e biciclette.
Come spiega il sindaco del capoluogo
pugliese Antonio Decaro: «L’ anno scorso ho fatto acquistare 3.000 biciclette
ai cittadini di Bari. Loro acquistavano una bici già scontata e il negoziante
chiedeva poi la restituzione dell’ incentivo». Secondo il Center for research
on energy and clean air (Crea) di Helsinki, il calo dello smog intorno al 40
per cento in questi mesi di contagio da coronavirus, ha risparmiato 11 mila
vite umane in tutta Europa.
Solo in Italia 1.490. Sono molti i primi
cittadini che stanno provvedendo a incentivare l’ uso delle biciclette, da
quello di Bologna Virginio Merola al napoletano Luigi de Magistris. Dovrà
cambiare però anche l’ attitudine complessiva nei confronti delle biciclette –
uno dei mezzi di trasporto più rubati nelle città – senza un’ adeguata risposta
delle forze dell’ ordine, che evidentemente finora hanno sottovalutato il
fenomeno. Ora le biciclette diventano un mezzo di trasporto fondamentale,
necessario per non trasformare le città in camere a gas.
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