venerdì 8 maggio 2020

Al tempo del coronavirus, Milano: niente di nuovo sotto il sole dei Navigli…



Non è cambiato nulla. Ad eccezione di coloro che hanno subito la morte di un congiunto, che sono stati colpiti in maniera significativa nella salute e nel portafoglio.

Gli altri, coloro che ad oggi sono stati contagiati ma sono asintomatici, ergo: si sentono immuni e sani, coloro che non hanno subito effetti se non quelli della limitazione delle libertà personali causa pandemia, sono quelli di sempre. Ragionevoli, disponibili, oppure furbetti, disonesti, educati, maleducati, attenti all’altro o menefreghisti.

Tra le specie milanesi ci sono anche i seguaci di una “religione”. Si chiama movida. E’ il credo, la religione, che ha parecchi seguaci a Milano.
Io non sono affatto stupita del comportamento che ieri abbiamo visto sui Navigli milanesi. E mi fanno ridere sia coloro che sono rimasti stupiti sia coloro che sono “sconvolti” come il sindaco Sala.

Milano è fatta di gente che vive per la movida. Di movida. Di gente che non aspettava altro che uscire per ritrovarsi, magari senza mascherina e guanti e fottendosene del distanziamento sociale.
Chi non aveva il desiderio di riappropriarsi di spazi, di contatti fisici? Chi più, chi meno, tutti. Ma questo senza dimenticare ciò che abbiamo passato, ciò che ancora non è finito. Anzi: ciò che altri hanno passato, se abbiamo avuto la fortuna di non essere contagiati.

E, invece, ci sono i menefreghisti. E gli imbecilli che pensano che a loro non toccherà mai. Le teste di cazzo che non pensano che i loro comportamenti possono costare la salute di altri.
 
Non servirebbe neppure portarli a “visitare” una terapia intensiva. Troppo imbecilli per capire cosa sia e che può toccare a chiunque, se non si osservano attenzioni, regole.

Questa è gente che aspetta bramosamente il ritorno a pieno ritmo della movida. Come il drogato cerca a tuttii costi la sua droga. La movida è la loro religione, lo scopo della loro vita. E’ il tutto. E’ il solo momento della giornata che attendono e vogliono vivere (?!).
E sono pure convinti che le persone con cui hanno contatti, con cui condividono la movida rumorosa (spesso a danno dei residenti), siano gli amici veri, siano le persone importanti della loro vita.
Quanti di questi rapporti sono realmente importanti, veri, quanti fanno la differenza nella loro vita? Non glielo chiedere. Non capirebbero neppure la domanda…

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