da: https://www.agi.it/ - di Giovanni
Lamberti
Il
presidente del Consiglio: "Non abbiamo più tempo". Gli
spostamenti andranno giustificati, niente assembramenti, palestre chiuse,
stop alle manifestazioni sportive e attività didattica ferma fino al 3 aprile
“Il futuro dell’Italia è nelle nostre mani
e ognuno deve fare la sua parte”. Scuro in volto, consapevole che “la decisione
è stata difficile”, il premier Giuseppe Conte ha comunicato al Paese le nuove
misure restrittive. “Non ci sarà più una zona rossa, ma ci sarà tutta l'Italia
‘zona protetta’”. Dunque si estendono le norme anti-contagio su tutto il
territorio.
Il problema è che “c'è una crescita
importante dei contagi e delle persone decedute” e “non abbiamo più tempo”. E
dunque “dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell'Italia e lo
dobbiamo fare subito”.
Occorre "cambiare subito le
abitudini": non si fermano i trasporti pubblici ma gli spostamenti
andranno certificati e giustificati. Niente assembramenti, palestre chiuse,
stop al campionato di calcio e alle manifestazioni sportive ma soprattutto
l’attività didattica rimarrà ferma fino al 3 aprile. C'è anche un nome al
provvedimento che sarà inserito in Gazzetta ufficiale questa sera e sarà in
vigore da domani mattina: "Io resto a casa".
Conte ha sentito il presidente della
conferenza Stato regioni, Stefano Bonaccini, il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella e anche le opposizioni che vedrà domani. E apre sia sulla
possibilità di uno scostamento maggiore del deficit (si ipotizza di arrivare al
2,8%), sia alla nomina di un super-commissario.
“Io – afferma - avverto l'opportunità di un
coordinamento per l'approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie.
E' un ruolo che potrebbe affiancare il capo della protezione civile". In
ogni caso c’è la disponibilità ad esaminare ogni tipo di soluzione. “Oggi è il
momento della responsabilita'. Non possiamo abbassare la guardia",
afferma. Per spostarsi servirà un'autocertificazione. E sulle proteste nelle
carceri: “Non possiamo accettare fughe o tentativi di ribellione”.
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