Se improvvisamente ti arriva un malanno o
un intoppo che ti costringe a rimanere in casa, se hai qualcosa nel tuo
frigorifero (non alla maniera dei giorni scorsi a Milano), sei hai i beni
necessari, te ne puoi stare tranquillamente in casa aspettando che la
situazione evolva al meglio. Hai una riserva che ti consente di andare avanti. Ma
se non ha i beni necessari, o qualcuno ti dà una mano, o rinunci. Alcune
rinunce sono possibili, altre, con il passare dei giorni, diventano situazioni
critiche. Fino a diventare rischiose.
La nostra sanità pubblica - a cominciare
dai cosiddetti modelli virtuosi (?!) della Lombardia - sta scoppiando. Le regioni del Sud stanno ancora
peggio. Perché la gestione della sanità in alcune regioni dei Sud è come il
frigorifero vuoto. Che rimane vuoto.
Dopo aver trasformato la sanità pubblica in
un ufficio amministrativo, con il risultato che parecchi medici se sono andati
a professione privata, senza aver sostituito medici e infermieri in pensione,
ci troviamo in una emergenza che durerà più del coronavirus.
Che il controllo dei costi sia
indispensabile è poco ma sicuro. Ma da qui a trasformare il personale sanitario
in manager che devono badare principalmente al bilancio ce ne passa.
Ospedali con l’obiettivo preminente del
budget, ospedali che non riescono a garantire servizi adeguati pur in assenza
di emergenze. Una sanità pubblica scassata dalla politica.
Dopo aver trasformato il personale
sanitario in manager e impiegati, mi chiedo: ma le siringhe costano allo stesso
modo negli ospedali d’Italia oppure no?
La sanità pubblica è l’ennesima
dimostrazione che da troppi anni abbiamo una classe politica fallimentare. Tutta.
Da destra a sinistra passando dal centro. Da sinistra a destra passando dal
centro.
Il coronavirus sta dimostrando la quantità
di errori, l’incapacità, la disonestà di chi deve gestire la cosa pubblica. Un
paese in cui crollano ponti, con scarsa o assente manutenzione, che prosciuga
risorse, che non investe, che non garantisce l’equilibrata gestione della
sanità.
Altro che frigorifero vuoto…Il coronavirus
passerà, gli errori, le disonestà, le incapacità, no.
Come ha detto stamane nella sua omelia l’arcivescovo Delpini: questo è il
tempo favorevole. Anche se non lo sembra. Se non lo capiamo adesso, se non
agiamo adesso, non creperemo di coronavirus, ma di malattie più pericolose che trasmetteremo
ai nostri figli, ai nostri nipoti.
P.S: avrei una domandina per gli “attenti
giornalisti” che pongono sempre la nostra “attenzione” sui Salvini e sui Renzi.
Che diceva, che voleva fare Renzi quando era il presidente del consiglio. Ad
esempio: nel 2015? Ad esempio sulle ASL.
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