martedì 9 marzo 2021

Stefano Feltri: Il mistero del prezzo troppo basso pagato a McKinsey

 

"Quando il prodotto è gratis, significa che il prodotto sei tu". Sacrosanta verità.

Stefano Feltri considera il prezzo di McKinsey troppo basso. Beh...per impaginare un documento, integrarlo con slides, excel, gantt, 25.000 euro sono anche troppi.

Se, invece, il contratto va oltre la parte "editoriale", il prezzo è praticamente "zero". Con 25.000 euro a McKinsey non gli paghi manco il primo kick off. E' evidente che la tariffa è stata concordata per poter utilizzare la procedura semplificata, quella che dovrebbe aiutare la partecipazione di microimprese.

E' altrettanto evidente che qualcuno "sta ciurlando nel manico" pensando che tutti gli italiani girino con l'anello al naso.

Stefano Feltri si pone la domanda (evitando così implicazioni legali) se non via una "remunerazione differita". Io osservo che ieri, quel simpaticone di Franco, ha detto che il contratto con McKinsey è un "contratto aperto". Che non l'equivalente della "coppia aperta"...

 

da: Domani

In Usa i consulenti hanno fatto milioni grazie alla crisi, con compensi fino a 178mila dollari a settimana. Qui invece lavoreranno quasi gratis

Qualcosa non torna, nel contratto tra il ministero del Tesoro e la società di consulenza McKinsey: il prezzo, troppo basso, soltanto 25mila euro più Iva per lavorare al più importante progetto di politica economica del dopoguerra, il Recovery plan. Potrebbe sembrare una buona notizia che la più importante azienda di consulenza globale lavori per una tariffa così ridotta. Ma alcuni aspetti sono poco chiari.

Di sicuro il prezzo basso permette al ministero dell’Economia di affidare il contratto senza alcuna gara a evidenza pubblica, il comunicato del ministero è arrivato soltanto

dopo le polemiche. Il Tesoro si richiama all’articolo 36 comma  2 del codice degli appalti relativo ai contratti “sotto soglia”. Quella cifra irrisoria, 25mila euro, garantisce l’assenza di trasparenza: il ministero non deve neppure comunicare se ha preso in considerazione offerte concorrenti e non deve giustificare la decisione.

Poi, certo, è un po’ ironico che al comma 1 di quell’articolo del Codice si spieghi che gli appalti sotto soglia con procedura semplificata servono, tra l’altro, ad assicurare «l’effettiva possibilità di partecipazione delle microimprese, piccole e medie imprese». I giganti della consulenza globale con 10 miliardi di fatturato non sono menzionati. L’aspetto che non torna è il seguente: perché in Italia i super consulenti sono disposti a lavorare gratis?

Una inchiesta della testata ProPublica, nei mesi scorsi, ha ricostruito come McKinsey si è mossa negli Stati Uniti. Appena scoppiata la pandemia, McKinsey ha approcciato subito il settore pubblico per mettersi a disposizione. Uno dei partner, il grado più alto nella gerarchia interna, dell’ufficio di Washington, Scott Blackburn, ha approcciato l’ex collega Deb Kramer, assistente del sottosegretario al dipartimento dei veterani, che negli Stati Uniti è un pezzo importante del welfare, l’unico segmento della sanità che assomiglia ai sistemi pubblici europei. Il dipartimento dei veterani annuncia la necessità di assoldare McKinsey nel giro di 24 ore, per affrontare la pandemia e proteggere i 9 milioni di veterani. In un lampo Kramer riesce a far autorizzare un contratto di un anno da 12 milioni che prevede di appaltare a McKinsey l’assistenza completa nel management di una situazione senza precedenti. Senza precedenti anche per McKinsey, che non ha una competenza specifica in campo sanitario. Ma la sua intera filosofia aziendale si basa sul fatto che certe pratiche di management sono quasi scientifiche, dunque esportabili da un settore all’altro, perché basta analizzare i problemi in modo corretto e saper elaborare risposte coerenti.

Quel contratto è l’inizio di una serie che, secondo ProPublica, genera ricavi per oltre 100 milioni di dollari per McKinsey a fronte di risultati difficili da determinare: poiché la decisione ultima spetta sempre ai funzionari pubblici o ai vertici politici, è difficile attribuire meriti e colpe ai consulenti McKinsey.

Grazie alla pandemia, la società di consulenza è tornata protagonista in un settore pubblico dal quale molti volevano espellerla.

Secondo un’altra inchiesta di ProPublica e New York Times, basata su mail interne, McKinsey era arrivata al punto che per l’agenzia immigrazione del governo americano scriveva anche i contratti di consulenza. Quelli che stabilivano la parcella di McKinsey. Questo avrebbe portato a gonfiare i costi per oltre 69 milioni di dollari.

Un vero affare

Per riconquistare il settore pubblico americano, dopo tanti articoli negativi, McKinsey adotta una serie di prezzi scontati limitati alle attività anti Covid. La tariffa più bassa è quella di 27mila dollari a settimana (non al mese, a settimana) per il Leadership Counseling: un partner McKinsey che si dedica “part time” al cliente, più contenuti, grafici ricerche. Prima del Covid la tariffa era 42mila dollari, sempre a settimana. Le tariffe salgono fino al “Team D” che mobilita due o tre partner più quattro “associati” (il grado intermedio) o “analisti” (il grado basso) che si mettono a disposizione ventiquattr’ore su ventiquattro e offrono tutto il pacchetto McKinsey, conoscenze, competenze, confronto tra best practice. Il tutto a soli 178mila dollari a settimana, invece che 225mila pre-pandemia, con uno sconto del 36 per cento. Negli Stati Uniti queste offerte hanno funzionato, anche se i resoconti sull’efficacia di McKinsey sono come sempre ambivalenti. Ma molti amministratori, così come molti manager, preferiscono essere accusati di aver speso troppo per i consulenti piuttosto che assumersi la responsabilità di decidere da soli, senza esperti esterni.

Il prodotto sei tu

Nella sua inchiesta, ProPublica scrive anche che McKinsey ha una seconda linea di ricavi dalla sua attività con il settore pubblico. E questo potrebbe spiegare perché in Italia la società venda i suoi servizi quasi gratis invece che applicare gli sconti all’americana: «L’azienda riesce a vendere i dati che ottiene da un progetto governativo ad altre agenzie. Costruisce un database centrale con lavori anonimizzati, così che i futuri team di consulenti possano usarli per cominciare progetti simili».

Tradotto: poiché non c’è un vero coordinamento tra i ministeri e i settori della pubblica amministrazione, quel servizio lo offre McKinsey. Ora entra al ministero dell’Economia per gestire il Recovery plan, un domani potrà farsi assumere dal ministero dello Sviluppo per migliorare le sue interazioni con quello dell’Economia o dall’Anas o Autostrade per interagire meglio con quello delle Infrastrutture. Perché McKisney diventa l’unico soggetto ad avere sia la visione d’insieme sia la conoscenza di dettaglio dei singoli progetti e dei funzionari che li gestiscono. Negli Stati Uniti, insomma, McKinsey ha trasformato la crisi da Covid in una formidabile occasione di profitto, sia pure a prezzi scontati.

In Italia ha scelto la beneficenza o semplicemente c’è una remunerazione differita che non è trasparente e che il ministero dell’Economia non dichiara? Anche per la consulenza vale la massima che domina l’economia digitale: quando il prodotto è gratis, significa che il prodotto sei tu.

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