da: Domani – di Francesca De Benedetti
I silenzi sulla strategia anti covid. La direttrice generale Sandra Gallina dovrebbe rendicontare tutti gli incontri con le aziende delle quali è la controparte europea. Allora perché omette il seminario a porte chiuse con Farmindustria in Italia?
Sandra Gallina è a capo della direzione generale Salute della Commissione europea. C’era lei a negoziare con Big Pharma i contratti sui vaccini: è la negoziatrice capo dell’Ue, figura cruciale in questi mesi di crisi da Covid-19.
Lunedì Gallina ha partecipato a un incontro sui brevetti dei vaccini assieme all’industria farmaceutica, ma nega di averlo fatto. Il 22 marzo Aspen Institute Italia, presieduto da Giulio Tremonti, ha organizzato un incontro, “Tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale”. Modera l’avvocato Massimo Massella Ducci Teri, intervengono Gallina, Giovanni Pitruzzella, avvocato generale della Corte di giustizia europea, e Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. L’incontro online, al quale risulta siano stati invitati come uditori anche alcuni europarlamentari, si è svolto a porte chiuse e con richiesta di mantenere i contenuti riservati. Ma al di là della segretezza chiesta da chi organizza, la Commissione è tenuta a rendicontare i suoi incontri.
Segretezza
I direttori generali, come i commissari, devono dichiarare gli incontri con le
organizzazioni. Nell’agenda online di Gallina, l’ultimo meeting che risulta è una telefonata a febbraio con la federazione europea delle industrie farmaceutiche (Efpia); ma può esserci qualche giorno di margine per aggiornare l’agenda web. Il giorno dopo l’incontro, abbiamo chiesto al gabinetto di Gallina: ieri Gallina ha partecipato a un incontro con Farmindustria? «Non ha avuto un incontro con Farmindustria ieri», è la risposta del capo della comunicazione, singolare visto che l’evento viene citato poi dal Corriere della Sera. Cosa si intende per “incontro” in questi casi? Secondo le regole che la Commissione stessa si è data dopo il caso di porte girevoli del suo ex presidente Barroso, un “incontro” non è solo un bilaterale organizzato da una organizzazione, ma è tale pure nel caso in cui un direttore generale (quale Gallina è) partecipi a una discussione su un tema che è oggetto di elaborazione politica o di attuazione in Ue. Difficile dire che l’evento Aspen sia diverso. Domani spedisce una seconda mail: «Ci risulta che Gallina abbia partecipato a un panel organizzato da Aspen Institute con Farmindustria, non è così?» Silenzio. Altra richiesta di feedback, altro silenzio.Il tema della proprietà intellettuale dei vaccini è caldo ora in Europa. La società civile si è mobilitata con “No profit on pandemic”; se si arriva al milione di firme per fare una iniziativa dei cittadini europei, Bruxelles sarà costretta a considerare la proposta di liberare i brevetti. Il sostegno politico a questa ipotesi cresce ed è trasversale. Ma la Commissione considera l’opzione solo come strumento di pressione verso Big Pharma, e mira ad accordi per la coproduzione tra queste aziende e altre europee: punta ad aumentare la produzione con il “modello Pfizer-Sanofi”; brevetto intonso e parte della produzione appaltata.
Industria del farmaco
L’Ue al Wto si oppone alla proposta fatta da India e Sud Africa, con 118 paesi, di attivare le “clausole di emergenza” dell’accordo commerciale sulla proprietà intellettuale (Trips) e fare una deroga su copyright e brevetti in nome dell’emergenza. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, non ha problemi a esplicitare la posizione sua e dell’organizzazione: «I brevetti sono un bene. Se gli altri non avessero un brevetto noi cosa produrremmo? Dopo l’estate saremo a regime con la produzione. Non serve liberalizzare i brevetti, anzi servono alla ricerca». Dice Farmindustria che Bruxelles riconosce che la proprietà intellettuale non è una barriera alla produzione.
All’incontro di lunedì «mi pare ci sia stato un buon allineamento». Cosa ha detto Gallina? Ha rivendicato le scelte fatte con i contratti dalla Commissione, che – le dà atto Scaccabarozzi – «si è assunta una responsabilità con le aziende». Cos’altro abbia detto Gallina, dovrebbe essere lei a dirlo. L’evento era riservato, il suo ruolo è pubblico.
All’incontro è stato presentato Tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale, background paper realizzato da Aspen con Farmindustria che esamina la tutela giuridica dei brevetti; il che fa capire perché fosse all’evento un avvocato della Corte di giustizia. L’obiettivo del paper è dare «spunti di riflessione su possibili azioni da porre in campo per migliorare il rapporto tra pubblico e privato». Finora il rapporto si è tradotto per esempio nel finanziamento con fondi pubblici europei a ricerca e sviluppo, e nell’esborso previsto dai contratti sui vaccini. Ma di che esborso si tratta? Anche su questo Gallina tace.
Martedì all’audizione –
questa sì, pubblica – della commissione Controllo bilancio dell’europarlamento,
i deputati le hanno ricordato che: «a febbraio si impegnò a farci avere una
ripartizione dettagliata degli anticipi versati dall’Ue alle aziende. Le
abbiamo spedito lettere ufficiali», ha detto Michèle Rivasi (Verdi). «Ma non ci
ha dato risposte su quanti soldi lei ha accordato a ogni laboratorio farmaceutico,
se erano per ricerca e sviluppo o per la produzione. Lei non risponde, il che è
un problema istituzionale: l’europarlamento ha un ruolo di controllo, è tenuta
a darci le informazioni». Con Gallina a negoziare c’erano i rappresentanti
di sette governi, gli altri erano sempre aggiornati; condivide coi governi
le responsabilità. Ma la trasparenza la riguarda.
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