da: Il Fatto Quotidiano – di Vincenzo Bisbiglia e Andrea Sparaciari
Figliuolo, assembramenti di “chi passa” e non vaccini
Il caos del generale, molte Asl implorano: “Venite solo se convocati”. Cremona, per errore tecnico chiamati 80 su 600
“È un po’ come quando ero ragazzo e andavo allo stadio: se c’erano posti vuoti, si poteva entrare all’intervallo, anche senza biglietto”. Maurizio, 52 anni, venerdì pomeriggio era fra le 20-30 persone che si sono presentate intorno alle 18 davanti al centro vaccinale Eur Nuvola, a Roma, sperando di ottenere una dose avanzata di AstraZeneca, magari magari lasciata da qualche scettico. Un altro gruppetto simile, negli stessi minuti, sostava davanti la stazione Termini, in trepidante attesa. Resteranno tutti delusi.
La frase “basta buttare dosi, vacciniamo chi passa”, pronunciata nei giorni scorsi dal commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, è stata presa alla lettera. Troppo alla lettera. In tutta Italia, per giunta, perché anche l’Ats Sardegna ieri mattina ha dovuto lanciare un appello ribadendo che “solo le persone chiamate possono recarsi a ricevere il vaccino”. Così, davanti molti dei circa 1.800 centri vaccinali italiani, si sono creati assembramenti fuori dalle strutture. Con tutti i rischi del caso. Ma l’ordinanza
firmata il 15 marzo dal generale Figliuolo disponeva che “le dosi eventualmente residue a fine giornata qualora non conservabili, siano eccezionalmente somministrate (…) in favore di soggetti comunque disponibili al momento” ma “secondo l’ordine di priorità individuato dal piano nazionale”. Provvedimento pensato anche per evitare che le dosi in più finissero ad amici e parenti del personale sanitario, come accertato in diversi casi dai carabinieri.La linea guida alle Regioni, dunque, era quella di creare delle “aliquote di riserva” sul modello intrapreso già da un mese dal Lazio: la cosiddetta “panchina”. A Roma, infatti, si sono accorti dai primi di febbraio, che un fisiologico 2% dei prenotati poi non si presentava. I tecnici laziali si sono così confrontati con i parigrado di Israele, dove si è registrato un avanzo anche dell’8% di dosi. È nata così la “panchina”: si invia un sms a un gruppo casuale di persone già prenotate per la settimana successiva oppure si affidano le dosi alle unità mobili che le portano a domicilio. Evitando sprechi.
Dal Lazio, hanno preso poi esempio anche Bolzano e Trento, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania e Toscana. Ma per ora le Asl che si sono organizzate sono ancora troppo poche. E con evidenti problemi gestionali. Caso limite quello dell’hub della Fiera di Cremona, in Lombardia: a causa di un errore di gestione del sistema informatico Aria, infatti, sono state convocate solo 80 persone a fronte delle 600 attese; il pericolo di buttare oltre 500 dosi ha spinto le autorità sanitarie a mobilitare una sorta di passaparola fra gli anziani di Cremona e provincia, che però ha portato un affollamento con oltre mille persone davanti alla struttura, la metà delle quali è stata costretta a tornare a casa.
Così ora il tentativo del commissario Figliuolo è rendere più omogenea l’organizzazione delle varie Regioni. Al generale, ad esempio, è piaciuta molto l’iniziativa della Campania che dà la possibilità ai disabili di effettuare il vaccino insieme ai loro caregiver e ha invitato anche altri territori a prendere esempio. Non solo. L’obiettivo è anche creare una linea comunicativa unica fra i vari enti, che eviti di disorientare la cittadinanza e attenui la competizione fra governatori (e assessori).
Intanto,
oggi dovrebbe essere completata la consegna di oltre 333.600 dosi di Moderna
all’aeroporto di Pratica di Mare. E da aprile gli arrivi dovrebbero
intensificarsi, con l’ingresso nel secondo trimestre e l’entrata in vigore dei
nuovi contratti. La struttura commissariale non girerà il 100% dei vaccini alle
Regioni, ma terrà da parte una piccola “quota di riserva”, ancora non
determinata, per evitare che eventuali disservizi creino problemi nella
somministrazione delle seconde dosi. Alcuni grandi gruppi industriali, come Tim
e Stellantis e la stessa Confidustria, hanno messo a disposizione personale e
spazi per l’incremento delle vaccinazioni.
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