domenica 14 marzo 2021

Da Waze a Maps: le mappe rivelano come Google abusa del suo potere

 


 

da: Domani - di Matt Stoller

Noam Bardin, il fondatore di Waze, ha scritto un articolo importante per spiegare cosa ha fatto Google alla sua impresa dopo averla acquisita. Google ha incorporato una start up innovative e con impiegati molto dediti alla missione, cioè «aiutare le persone a creare comunità di autisti che lavorano insieme per migliorare la qualità dell’esperienza automobilistica quotidiana».

Waze è una app nata in Israele per fornire informazioni in tempo reale sul traffico, sugli incidenti, sui controlli e tutto il resto grazie ai dati raccolti dagli utenti che usano l’applicazione. Con un sistema di premi stimola gli utenti a condividere informazioni e migliorare così la qualità del servizio. Google l’ha comprata nel 2013 l’unica cosa che ha fatto è stata trasformarla in un ramo secco del suo impero.

«Abbiamo capito in fretta che non potevamo ottenere alcuna distribuzione da Google. Ogni idea originale nostra veniva subito assorbita da Google Maps, ma l’app store di Android ci trattava comunque da parte terza, non c’era nessuna pre-installazione, o distribuzione agevolata», si legge nel saggio di Noam Barin pubblicato da paygo.media.

Waze non ha avuto alcun sostegno nella sua crescita dopo l’acquisizione di Google, nel 2013. «Saremmo cresciuti molto di più se fossimo rimasti indipendenti», scrive Noam Bardin.

Ci sono tre punti da sottolineare. Il primo è che Google ha comprato Waze per distruggerla, e questo spiega perché Google Maps ha mantenuto l’installazione di default negli smartphone con sistema operativo Android e ha copiato le funzionalità innovative di Waze.

Secondo punto: Google ha imposto dei limiti alla crescita di Waze impedendole di fare accordi con altri partner, accordi che avrebbe fatto se fosse rimasta indipendente.

Terzo punto: Noam Bardin spiega che Waze ha passato tutti i suoi dati a Google che li ha usati per paralizzare di  fatto lo sviluppo della società che aveva appena comprato. Ma il punto più importante della storia è che l’operazione ha distrutto valore.

Uno dei punti fondamentali dell’approccio di law and economics che ha influenzato tutta la disciplina antitrust degli ultimi decenni è che le fusioni sono efficienti, se così non fosse le aziende non le farebbero. Questo principio è diventato l’approccio noto come “error cost analysis” introdotto da un avvocato di nome Frank Easterbook. L’idea è che impedire le fusioni che invece dovrebbero concretizzarsi è molto più dannoso per l’economia nel suo complesso che autorizzarne qualcuna di troppo, anche quelle che generano monopoli dannosi. I “falsi positivi”, insomma, sono il vero problema. Quindi, nel dubbio, meglio consentire qualunque fusione o acquisizione che bocciarne qualcuna e sprecare così opportunità di efficienza. Dopo tutto, è la filosofia di law and economics, il mercato tende naturalmente a ridurre i danni del monopolio, con nuovi entranti che possono sfidare gli egemoni se questi diventano inefficienti.

Può sembrarvi un ragionamento contorto e perfino un po’ stupido. Avete ragione: lo è. Ma è così che molti avvocati antitrust e giudici in giro per il mondo pensano e decidono, e sono così fiduciosi nelle loro tesi da trascurare il palese distacco dalla realtà.

Comunque si guardi questa vicenda, è chiaro che Google ha comprato Waze per distruggerla e poi ha alzato i prezzi per gli sviluppatori che si affidano a Google Maps. Il sito Android Police racconta il caso di Bartolomiej Owczarek che ha fondato un servizio online per trovare farmacie: pagava 50 centesimi di dollaro per ogni 1000 visualizzazioni di mappe sopra le prime 750.000 in un mese. Dopo la revisione dei prezzi di Google paga 7 dollari sopra le prime 30.000 visualizzazioni. Google si comporta da monopolista e il mercato non ha affatto risolto il problema.

E poi parlano di efficienza.

Questo articolo è uscito sulla newsletter di Matt Stoller, Big.

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