tratto da un post di Anna Lombroso - da: https://ilsimplicissimus2.com/page/2/
[..] E per via dell’indole misurata e sobria, Curcio avrà il compito di mostrare il mutamento di rotta necessario a far dimenticare le acrobazie creative e spregiudicate del commissario straordinario. Che non è stato certamente il solo a trasformare il virus in un business declinato su vari brand della pandeconomia delle emergenze, a guardare i numeri dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza su venti laboratori campione del malaffare: Milano, Roma, Napoli, Torino, Bari, Reggio Calabria, Prato, Messina, Trani, e che riguardano affidamenti di comuni, Asl e Regioni, con il posizionamento di avanguardia del Pirellone che un anno fa tramite la sua centrale acquisti (Aria spa) a corto di dispositivi di protezione per medici e sanitari comprava qualsiasi cosa con procedure di emergenza e senza farsi troppe domande e con una spesa sostenuta di 430 milioni di euro. Cui hanno fatto seguito innumerevoli casi che riguardano mascherine d’oro, vaccini di princisbecco, test molecolari, strutture ospedaliere provvisorie, per un bilancio di almeno due miliardi.
E allora siamo maligni a chiederci legittimamente se possa essere affidabile in qualità di vigilante e coordinatore di una crisi la stessa autorità che con medesime funzioni ha visto passare davanti ai suoi occhi, anche senza parteciparne, i traffici opachi consumati sui morti e i senzatetto dell’Aquila, il regime poliziesco instaurato per la detenzione, il confinamento e la deportazione gestiti in vigenza di Bertolaso, gli investimenti immobiliari del Cavaliere in New Town che non cancellavano la vergogna dell’abbandono di una popolazione? E che poi era al vertice nel governo
dell’emergenza nel cratere del sisma del Centro Italia, un posto diventato simbolo di un martirio che continua grazie allo sprezzante disinteresse delle autorità, che hanno smesso anche la celebrazione dei riti del compianto e le visite pastorali in favore di telecamere altrimenti spente.E vi pare che “faccia curriculum” la sine cura successiva alle dimissioni, quell’incarico nel Dipartimento Casa Italia che sta alla sicurezza antisismica come il Jobs Act sta al lavoro e all’occupazione avendo lo stesso patron e che in attesa pure quello dei miracolistici fondi del Recovery ripete gli annunci del lancio di prodigiose iniziative in numero di 10 “per sensibilizzare i territori ad intervenire sulla messa in sicurezza antisismica di edifici pubblici esistenti, ai quali saranno applicate soluzioni innovative, che consentano di assicurare in modo esemplare la sicurezza degli edifici e l’adeguamento in termini di efficientamento energetico”, mentre intanto a distanza di quasi 5 anni la gente delle Marche, del Lazio, dell’Umbria patisce l’oltraggio di essere senza casa, senza lavoro, senza dignità.
E quando contemporaneamente a tanti buoni propositi che trovano un ulteriore incoraggiamento nelle magnifiche sorti e progressive della rivoluzione digitale, si licenziano provvedimenti di “semplificazione” che favoriscono la gestione opaca di appalti, che disincentivano la vigilanza sulla sicurezza e la qualità dei lavori, che autorizzano abusi e illeciti.
C’è
da mettere una mano sul fuoco sull’integrità di certi manager e sul
disinteresse di certi decisori che hanno accumulato tanto da non dover rubare,
ma consiglio di non sfidare le fiamme quando vengono prescelti dai loro
affini o superiori per custodire le nostre vite.
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