Dal 2013 al febbraio 2014, è stato presidente del consiglio del "governo" Napolitano. Governo di "larghe intese", ovviamente. Si è dimesso dopo che Renzi lo aveva rassicurato con il suo "Enrico stai sereno".
Adesso il suo cuore, che batte per il Partito dei Morti Viventi, pardon: PD, gli fa accettare il posto lasciato da Zingaretti.
Gli conveniva stare a Parigi. Ma "al cuore non si comanda".
Ce lo voglio vedere da settembre (sempre che..i renziani non lo inchiappettino prima), nel corso delle danze macabre che si scatteranno tra l'ammucchiata di governo. Perché c'è il semestre bianco, nel quale non si vota, quindi ogni partito darà sfogo alla sua vera natura. A ottobre ci sono poi le elezioni amministrative e a febbraio 2022 c'è l'elezione del presidente della Repubblica.
Sempre che, il "genio della strategia sfascista" tale: Matteo Renzi, non manovri per inchiappettarlo quanto prima, non gli basterà un anno per realizzare l'impresa impossibile: far diventare il PD un partito con idee, progetti, con una classe dirigente nuova. Una forza politica che sappia cosa sia il paese reale. Allo stato attuale è un'accozzaglia di correnti. Un insieme di zombie.
Enrico
Letta riproporrà il solito schema politico. L'unico che conosce: alleanza allargata
da Leu a...Calenda e Renzi. Un'alleanza così fatta sarebbe tossica per il
M5S. Più dell'ammucchiata del governo Draghi. Che è perlomeno giustificabile
e accettabile per la condizione nella quale si trova il paese. Ma questa situazione
cambierà grazie a SuperMario. O no?
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