sabato 6 marzo 2021

Mi vien da ridere: per il Recovery Plan, Draghi chiama Mckinsey

 


Ma come...

SuperMario, colui che con la solaimposizionedellemani risolverà tutti i problemi del paese, rifonderà la politica, farà in un battibaleno con il suo governo – quello dei tecnici, l'altro pezzo è il sottogoverno – tutte le riforme strutturali e no mai fatte dal 1945 ad oggi.

Lui, Mario Draghi, indubbiamente dotato di credibilità internazionale (al momento, anche nazionale) non riscriverà da solo – come ha scritto qualche "giornalista" con la bava alla bocca – il Recovery Plan ma..........si rivolgerà a McKinsey! Che se uscirà di scena dopo la presentazione del piano, lascerà il posto a qualche altra società di consulenza (soprattutto se non sarà riuscito a "rifondare la politica") per la fase di realizzazione.

Sto stramazzando dal ridere. Pure la tastiera sta ridendo a crepapelle.

Ma poi...c'è da ridere?

Con tutti i limiti dell'ex presidente del consiglio e con i gaps che ha rispetto a Draghi, se i DPCM li fa Conte, se le task force le crea Conte, se il Recovery Plan lo fa scrivere a uno di Banca Italia che manco sa che all'inizio del documento ci sta l'executive summary (lo sanno persino gli juniors di Accenture, la società di consulenza più

sopravvalutata che esista), è un dilettante, uno che attenta alla Costituzione, è un accentratore immobilista (?!), un immobilista accentratore (?!).  

Se invece Draghi fa i DPCM anziché i decreti, se il Recovery Plan lo fa integrare a McKinsey, a questa società che si occupa di piani strategici e piazza le sue "menti" (detti manager) su alcune poltrone di primarie aziende e banche, è uno capace, credibile, inattaccabile. Uno che fa il "cambio di passo".

Cambio di passo. Tre parole inflazionate con cui i senza colonna vertebrale, detti giornalisti, dai talk, dalle colonne di quotidiani (che, fortunatamente non legge quasi nessuno), ci stanno – quotidianamente - rompendo i coglioni.

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