sabato 13 marzo 2021

Guerra totale sulla banda ultralarga: Vodafone e Fastweb chiedono a Tim 1,1 miliardi di danni per avere ostacolato l’arrivo di nuovi clienti

 


 

da: https://it.businessinsider.com/ - di Carlotta Scozzari

Nuovi colpi di scena nella battaglia per la banda ultralarga e, in generale, nel processo che dovrebbe condurre l’Italia a dotarsi di una rete in fibra ottica nazionale e capillare. Tra gennaio e febbraio di quest’anno, secondo quanto risulta a Business Insider, Vodafone Italia e Fastweb hanno promosso due cause separate davanti al tribunale di Milano nei confronti di Tim, chiedendo rispettivamente danni per 100 e 996 milioni, per un totale di 1,096 miliardi. Al centro della questione c’è il procedimento in relazione al quale, un anno fa, l’Antitrust aveva deciso di sanzionare il gruppo telefonico italiano guidato da Luigi Gubitosi per 116 milioni, contestando una strategia anticoncorrenziale tesa a ostacolare l’investimento da parte di altri operatori delle telecomunicazioni nelle infrastrutture di rete a banda ultralarga. Dal canto suo, Tim, che lo scorso giugno ha inviato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) la propria relazione di ottemperanza come prescritto nel dispositivo del provvedimento finale, ha impugnato la sanzione davanti al Tar del Lazio (l’udienza di discussione è stata fissata per il 3 novembre 2021).

Fanno leva proprio sull’esito dell’esame dell’Agcm che ha condotto alla sanzione le due cause intentate da Vodafone Italia e da Fastweb. In particolare, la società in Italia guidata da Aldo Bisio accusa Tim di condotte che avrebbero determinato “un rallentamento della penetrazione delle infrastrutture Ubb (a banda ultralarga) nel mercato delle aree bianche”,

ossia quelle cosiddette a fallimento di mercato dove le infrastrutture per la rete in fibra sono praticamente inesistenti, come le zone rurali, “e, di conseguenza, la ritardata o mancata acquisizione di nuova clientela da parte di Vodafone, nonché un ostacolo all’acquisizione di ulteriore clientela dovuto alle presunte pratiche leganti sull’intero territorio nazionale”.

Allo stesso modo, Fastweb “lamenta che Tim avrebbe ritardato l’offerta all’ingrosso di servizi a banda ultralarga da parte di Open Fiber nelle cosiddette aree bianche, conseguentemente rallentando l’offerta di tali servizi da parte di Fastweb alla clientela finale in tali aree”. La società guidata dall’amministratore delegato Alberto Calcagno accusa, inoltre, Tim di avere “attuato pratiche leganti nei rapporti con la clientela finale, ostacolando l’accesso al mercato da parte degli operatori alternativi, inclusa Fastweb”, oltre che di avere “gestito in modo strumentale il processo di fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla propria rete fissa a banda larga e ultralarga, sospendendo opportunisticamente gli ordini di attivazione inoltrati da Fastweb e, in tal modo, ostacolando le attivazioni di nuovi clienti”.

In entrambi i casi, Tim fa sapere che si costituirà in giudizio “forte di una serie di solide argomentazioni giuridiche a propria tutela”.

Le cause di Vodafone Italia e Fastweb vanno ad aggiungersi a quella con una maxi richiesta di risarcimento da 1,5 miliardi già avviata un anno fa (come rivelato da Business Insider), sulla base di argomenti del tutto analoghi, da Open Fiber. E quest’ultima è proprio la società nata alla fine del 2015 su impulso del governo Renzi, partecipata in misura paritetica da Enel e Cassa depositi e prestiti (Cdp), ma soprattutto chiamata a unire le forze con la stessa Tim, almeno stando al progetto di rete unica nazionale per la banda larga e ultralarga annunciato alla fine dello scorso agosto dall’ex governo di Giuseppe Conte.

In attesa di capire come si muoverà su questo terreno il neo ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, tra l’altro ex ad di Vodafone, va ricordato che anche nella causa intentata da Open Fiber “Tim si è costituita in giudizio contestando gli argomenti”. La scorsa estate fonti vicine a Tim avevano spiegato che l’azienda era al lavoro per promuovere azioni legali nei confronti di Open Fiber con richieste di danni analoghe. Al momento, a quanto risulta, sono ancora in corso valutazioni sulla questione.

Va infine registrata una importante novità: anche Enel, azionista della società pubblica per la banda ultralarga insieme con Cdp, si è inserita nel giudizio “chiedendo di condannare Tim al risarcimento di tutti i danni patiti e patendi dalla stessa Enel e da Oper Fiber”.

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