Daniele Franco è il braccio destro di Mario Draghi. Il super tecnico nominato da SuperMario a dirigere il Ministero dell'economia e delle finanze. La sua è una carriera costruita tra Commissione Europea, Ragioneria Generale dello Stato e Banca d'Italia, di cui è stato direttore generale.
Ieri, è uscita la notizia che a McKinsey è stato dato l'incarico di redigere il Recovery Plan, quello che secondo gli invertebrati "giornalisti" Mario Draghi avrebbe dovuto riscrivere da solo e in una sola notte.
Immediatamente, il braccio destro di Draghi, si è affrettato a emettere un comunicato per "chiudere le polemiche".
Peccato per Franco, che la sua nota non chiuda affato quella che lui chiama polemica e che io chiamo: indispensabile chiarezza, trasparenza.
La nota del MEF inizia così: "Gli aspetti decisionali, di valutazione e definizione dei diversi progetti di investimento e di riforma inseriti nel Recovery Plan italiano restano unicamente in mano alle pubbliche amministrazioni coinvolte e competenti per materia.
Ma pensa...Gli aspetti decisionali, di valutazione, di definizione dei diversi progetti sono in carico alle pubbliche amministrazioni. Come succede nelle migliori aziende private cui McKinsey fa consulenza. Però Draghi e Franco si sono dimenticati di precisare che i management aziendali non fanno altro che recepire ciò che McKinsey ha definito.
La nota così prosegue:
"L'amministrazione si avvale di supporto esterno nei casi in cui siano necessarie competenze tecniche specialistiche, o quando il carico di lavoro è anomalo e i tempi di chiusura sono ristretti, come nel caso del Pnrr. L'attività di supporto richiesta a McKinsey riguarda l'elaborazione di uno studio sui piani nazionali “Next Generation” già predisposti dagli altri paesi dell'Unione Europea e un supporto tecnico- operativo di project-management per il monitoraggio dei diversi filoni di lavoro per la finalizzazione del piano».
Draghi e Franco, fatemi capire...
Mckinsey è stata chiamata per fare il "copia e incolla" dei piani nazionali già predisposti dagli altri paesi dell'U.E! Tra i boiardi del ministero dell'Economia, pardon: tra i competenti (ai tempi di Conte erano i competenti che lui ignorava nella predisposizione e gestione del Recovery) non c'è nessuno capace di fare il "copia e incolla" dei piani di Macron e Merkel?
Ma, attenzione all'ultima parte della nota. Dove si parla di "monitoraggio".
Si sostiene che McKinsey, società numero uno in ambito di consulenza strategica (non di gestione spicciola di progetti) si occuperà dell'"attività di supporto tecnico-operativo di project-managment per il monitoraggio dei diversi progetti filoni di lavoro per la finalizzazione del piano»
A casa mia monitoraggio significa: curare lo stato avanzamento lavori per garantire la realizzazione secondo le specifiche definite ed entro i termini stabiliti.
Ora...
Sostengo e scrivo da anni che la classe politica, i diversi governi che si sono succeduti – a cominciare dalla prima repubblica democristiana –, i legislatori, non sono mai stati in grado, tranne rare e limitate eccezioni, di analizzare i problemi, trovare le soluzioni, realizzarle. Non hanno saputo gestire il paese. Da qui, un paese che cade a pezzi. In tutti i sensi. Ancor prima della pandemia.
Conseguentemente, poiché abbiamo a disposizione i soldi del Recovery Fund è indispensabile che siano presentati progetti in grado di creare sviluppo: nuovi posti di lavoro, maggiori entrate fiscali, un nuovo modello sociale.
E, allora, se questo è anche il pensiero di Draghi e Franco che lo dicano apertamente. Perché quando leggo che tra le attività di McKinsey vi è il "supporto tecnico-operativo di project-management per il monitoraggio dei diversi filoni", deduco che Draghi e Franco pensano che la macchina operativa istituzionale non sappia un organo sessuale maschile di gestione progettuale. Ma significa anche che McKinsey non si limiterà a fare il "copia e incolla" dei progetti altrui, non uscirà dalla porta del MEF, ma effettuerà il monitoraggio affinché i progetti arrivino a realizzazione.
Non solo.
McKinsey non ha come unico cliente il governo Draghi, ma società, multinazionali, banche. Lavorando al Recovery Plan avrà accesso a informazioni che potranno servire ad altri clienti. E non mi si venga a raccontare la favoletta degli "accordi di riservatezza". Stronzate. Facilmente aggirabili per società esperte come McKinsey. Ci sono modi diversi e indiretti che non violano gli accordi di riservatezza per veicolare informazioni utili a chi ti paga.
Se il ruolo effettivo di McKinsey non è quello che ho descritto, il MEF impari a scrivere i comunicati, a precisare nei dettagli l'ambito di attività di McKinsey, anziché ricorrere e frasette standard che si bevono i soliti allocchi o chi non ha mai lavorato in vita sua.
E, soprattutto, Draghi e Franco non si permettano di prendere per il sedere gli italiani. Non tutti i cittadini italiani sono imbecilli o.........conniventi. Qualcuno sa leggere e capire. Tranne gli invertebrati giornalisti. Ma tra loro c'è chi è ignorante e chi fa finta di non capire perché genuflesso a chi gli paga lo stipendio e a SuperMario. Che non ha bisogno di un "supporto tecnico operativo" di Giannini, Molinari, Cerasa, Ovetto De Angelis, e altri "autorevoli" giornalisti e giornali, per prendere per il sedere gli italiani. Draghi e Franco ce la possono fare da soli.
P.S: 25.000 euro sono bazzecole per McKinsey. Non sarà che, data l'attività che dovrà svolgere per il Recovery Plan, "recupererà" l'effettivo compenso di mercato con altri committenti. Che so............McKinsey ha per caso qualche altra consulenza con pezzi di governo o...con Banca d'Italia..
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