lunedì 16 dicembre 2019

Popolare di Bari (ma non solo) ci risiamo: altra pessima gestione aziendale, altro salvataggio pubblico


Siamo alle solite: ennesimo crac bancario, ennesimo salvataggio a spese degli italiani. Solo di quelli che pagano le tasse, ovviamente.

Orbene (si fa per dire):
- ammesso e non concesso che la Banca d’Italia abbia fatto ispezioni e rilevato l’inosservanza di norme che dovevano garantire trasparenza, correttezza, nell’esercizio dell’attività bancaria;
- posto che, gli organi di vigilanza - dalla Banca d’Italia all’ente più inutile, cioè la Consob - non possono sostituire un cda di “famiglia” con un cda di amministratori competenti  e onesti;
- perché siamo sempre alle solite, vale a dire: perché cattivi amministratori possono mandare a scatafascio un’azienda mettendo a rischio posti di lavoro e/o risparmi, come nel caso di un’azienda bancaria, e si deve ricorrere a interventi pubblici che costano alla collettività incolpevole.

Quando vedremo in questo paese presunti manager (strapagati) pagare per la loro incapacità e/o disonestà? Le invocate nazionalizzazioni non sono certo la risposta. Se le aziende private e pubbliche, non sono gestite con criteri effettivamente manageriali, da persone competenti e responsabili, nazionalizzare significa buttare soldi pubblici.

Cio che serve, ciò che manca sono: criteri, regole, controlli, norme che attribuiscano responsabilità e consentano di rimuovere vertici aziendali incapaci o disonesti. Ci vogliono strutture aziendali adeguate, ruoli aziendali assegnati a competenti, ricambio dei primi e secondo livelli aziendali, una delle condizioni per limitare il rischio di politiche gestionali
inadeguate, in conflitto di interesse.
Questi sono i requisiti indispensabili per qualsiasi tipo di azienda, bancaria in primis, considerando che gestisce soldi non di proprietà.

Quante e quali sono le aziende che hanno struttura e politica aziendale in grado di offrire un livello qualitativo ai dipendenti e ai consumatori? Non certo l’Alitalia. Non certo l’Ilva.
Ah..sì…una di sicura c’è: la Ferrero. Quella che produce, tra l’altro, la Nutella. Che Salvini ha smesso di mangiare perché fatta anche con nocciole turche. Si sa, non esistono solo pessimi amministratori, esistono anche politici cialtroni.

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