Dopo l’”invasione” di Carrefour express in
tutta Milano - in particolare in zone di uffici o residenziali a corto di
supermarket e negozi - anche Esselunga ha capito che bisogna occupare una certa
fascia di mercato. Da tempo mi chiedevo come mai Esselunga lasciasse campo
aperto alla concorrenza ignorando l’opportunità di aprire tipolgie di
supermarket più mirati alla tipologia di clienti di certe zone.
Per ora si tratta solo dell’apertura di un
minimarket con il marchio “laEsse”, ma Esselunga dovrà aprirne altri,
soprattutto a Milano. E’ totalmente assente in alcuni punti della città dove
invece Carrefour ha una diffusione capillare.
Ovviamente, i prodotti devono essere mirati
tipologia di clienti della zona. Vale a dire: se apro un minimarket in un punto
dove ci sono uffici, i prodotti maggiormente cercati andranno dai fazzoletti di
carta, ai biscotti, all’acqua minerale, ai panini, tramezzini..ecc.. Difficilmente
il prodotto più cercato sarà il detersivo per lavare piatti e bucato. Da
presentare in uno scaffale ma non sarà al top delle vendite.
Esselunga
scommette sul minimarket e da Milano lancia la sfida a Carrefour e Coop
Ipermercati addio? E’ presto per dirlo, ma
lo sbarco di Esselunga nel segmento dei negozi di prossimità è un segnale forte
di cambiamento. D’altra parte la scelta dell’azienda nasce proprio dalla
necessità di rispondere a nuove esigenze di consumo: rapido, fuori casa e
fresco. Per ora la nuova insegna “la
Esse” è solo un format sperimentale che non prevede piani di crescita futuri:
per il colosso della grande distribuzione si tratta di un test per valutare la
risposta della clientela e valutare le prossime mosse.
La Esse – spiega l’azienda – è costruita
“su tre livelli per un totale di 400 mq, è stata ideata per rispondere alle
nuove abitudini di acquisto: offre infatti al cliente un’esperienza omnicanale
concentrata all’interno dello stesso negozio fisico, che soddisfa le esigenze
di spesa quotidiana, completa oppure di fruizione in loco” e di conseguenza
“rappresenta un’ulteriore evoluzione dell’esperienza di acquisto della food
company”.
Di certo si tratta di una novità assoluta
nella strategia del gruppo. Un’apertura verso un segmento a oggi inesplorato
che sarebbe stata voluta dal direttore generale Sami Kahale. Il risultato è
quello di un segnale di forte discontinuità con il passato quando il format di
prossimità non pareva riscuotere grande interesse. La strategia di Esselunga
era sempre stata quella degli enormi volumi con grandi promozioni e per questo
i punti vendita tendevano ad allargarsi e ampliarsi ogni qual volta fosse
possibile.
A livello industriale, però, non si tratta
di una prima assoluta: Coop e Carrefour si sono già mosse da tempo in questa
direzione. Le cooperative con l’insegna InCoop che indica i negozi con
superfici fino a mille metri quadri, i francesi con il marchio Express:
entrambi si rivolgono al mercato del fresco e agli alimentari di base.
Esselunga, però, prova ad andare oltre con un negozio nel cuore di Milano dove
gravitano soprattutto uffici e dove l’utenza è in cerca di un pasto rapido e
conveniente (da pagare con i ticket) ed eventualmente generi alimentari di
prima necessità. Insomma, in questo modo il gruppo cerca di non prestare il
fianco alla concorrenza, pur essendo consapevole di dover recuperare il tempo
perso.
Ovviamente, l’esperimento servirà a
valutare la redditività del nuovo format: all’interno dei punti vendita sono
collocati degli armadietti (locker) per il ritiro delle spesa ordinata online.
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