da: https://www.startmag.it/
- di Nicola Borzi
L’agonia
della Popolare di Bari è avvenuta sotto lo sguardo sostanzialmente indifferente
delle autorità di vigilanza. Il post di Nicola Borzi, già giornalista del Sole
24 Ore esperto di finanza e ora free-lance, su Facebook
La quarta fase della crisi bancaria
italiana si avvia a esplodere.
Dopo le quattro risoluzioni del 22 novembre 2015 di altrettante banche
di dimensioni medio piccole (Etruria,
Marche, CariFe e CariChieti), dopo il crack di Mps a fine 2016 e la fine di
Popolare Vicenza e Veneto Banca del 2017, ora è il turno di Carige, di Popolare di Bari e
nuovamente di Mps.
Il tutto avviene sotto lo sguardo
indifferente delle autorità di vigilanza. Né
Banca d’Italia, per le questioni creditizie, né Consob, per quelle di
salvaguardia degli investitori, hanno trovato niente da dire sulla sospensione
delle azioni illiquide della Popolare di
Bari, che coinvolge oltre 70mila azionisti collocati quasi totalmente in
un’area del Sud Italia che un tempo era in ripresa e che ora invece si troverà
a subire i contraccolpi di questa crisi.
Non
è la prima volta che le istituzioni che dovrebbero vigilare sul
mercato italiano del credito e sui suoi strumenti falliscono nell’adempimento
dei loro compiti.
Un’analisi approfondita sulle cause della
crisi bancaria italiana non può evitare il tema del fallimento delle autorità
di vigilanza.
Ma temo che nemmeno la seconda edizione
della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche metterà davvero sotto
la lente le deficienze di vigilanza.
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