Che cosa ha tenuto insieme, fino a qualche mese fa, Matteo Salvini e “cuginetto” Di Maio? Una sola cosa.
La volontà di voler dimostrare che il loro
governo fosse ciò che non c’era mai stato. Che fosse un governo del
cambiamento. Che riuscisse a realizzare le promesse elettorali. Un governo
contro l’austerità di Bruxelles e contro le lobby economiche-finanziarie che
secondo Salvini e Di Maio hanno impoverito questo paese.
Questo è stato il collante tra i due. Un
vero mastice. Solo così si spiega il loro rapporto di reciproca fiducia, la
complicità in tutto. In questo rapporto, Salvini la faceva da padrone e “cuginetto”
Di Maio non ha mai mostrato personalità politica, non si è mai distinto. Sempre
attaccato al sedere di Salvini. Sempre indietro.
Poi sono arrivati alcuni mesi “intensi” di
campagna elettorale in cui il cuginetto Di Maio, causa sondaggi che
annunciavano il precipizio, si è detto: ok che Matteo è il mio mito, ma qui
bisogna che mi inventi una “strategia”. Altrimenti, chi li tiene buoni i miei
antagonisti nel M5S. E così ha cercato di distinguersi con alcune affermazioni
che alcuni semplicisticamente hanno definito di sinistra.
In realtà, Di Maio è un leghista mancato. Di sinistra non ha manco un piede e una
mano. Sono certo che anche il piede cosiddetto sinistro sia ambidestro.
Le elezioni europee hanno sancito un netto
incremento della Lega di Salvini e un crollo del M5S. Grillo e Casaleggio si
sono subito attivati per sostenere il Di Maio. I quattro gatti che votano sulla
piattaforma Rousseau, dove il voto è ancora meno certificato dei televoti
televisivi, hanno rinnovato la fiducia a Di Maio. Può proseguire a stare
attaccato al culo di Salvini. Per fargli ottenere ancora più voti alle prossime
elezioni politiche.
Teoricamente, dovrebbe essere finita la
campagna elettorale. Sennonchè, causa risultati
delle elezioni europee, se prima Salvini si sentiva il capo del governo, ora si ritiene il capo dell’Italia. Di certo, non vuole governare con Berlusconi, di certo preferirebbe governare con la Meloni e “scoreggiarsi” Di Maio, a meno, questo non continui a fare supinamente ciò che lui decide. Il quale Di Maio è, a dir poco, in un...cul de sac. Se non fa ciò che vuole Salvini, questo - decisamente più abile, sgamato, esperto di lui - lo scaricherà facendo ricadere la responsabilità della crisi su di lui. Se Di Maio non riuscirà a smarcarsi da Salvini, ad esempio con proposte, idee, richieste sugli argomenti oggetto del contratto da cui rilevare una reale differenza e mettere in evidenza la vuotezza di certe proposte ed esternazioni del Salvini, cadrà comunque.
delle elezioni europee, se prima Salvini si sentiva il capo del governo, ora si ritiene il capo dell’Italia. Di certo, non vuole governare con Berlusconi, di certo preferirebbe governare con la Meloni e “scoreggiarsi” Di Maio, a meno, questo non continui a fare supinamente ciò che lui decide. Il quale Di Maio è, a dir poco, in un...cul de sac. Se non fa ciò che vuole Salvini, questo - decisamente più abile, sgamato, esperto di lui - lo scaricherà facendo ricadere la responsabilità della crisi su di lui. Se Di Maio non riuscirà a smarcarsi da Salvini, ad esempio con proposte, idee, richieste sugli argomenti oggetto del contratto da cui rilevare una reale differenza e mettere in evidenza la vuotezza di certe proposte ed esternazioni del Salvini, cadrà comunque.
Brutta situazione per Di Maio. Situazione
nella quale si è ficcato perché mononeuronico e dilettante.
Quindi, siamo governati da un “duro”, da un
uomo solo al comando, definito dai giornalisti professionisti il vero capo del
governo, uno che si diletta a tenere in ostaggio dei poveracci su una nave. Uno
che non è ancora riuscito a fare accordi con i paesi da cui provengono i migranti
per “rimandarli a casa”. Uno che ha mantenuto gli accordi con la Libia
finalizzati a trattenere i migranti che vengono torturati. Uno che ha fatto un
decreto sicurezza il cui risultato è quello di mettere in strada più migranti
di quanti ce ne fossero fino a un anno fa.
Uno che vuole fare grandi opere e sbloccare
i cantieri senza occuparsi e preoccuparsi di controlli. Se ci saranno più morti
sul lavoro, chi se ne frega. Se ci saranno appalti truccati, infiltrazioni
mafiose, chi se ne frega.
Uno che vuole la flat tax ben sapendo che
la diminuzione dell’aliquota oltre a diminuire le entrate fiscali (a meno
che..non sia accompagnata da altre misure) non stanerà un evasore. Chi non
vuole pagare le tasse continuerà a non farlo. Una unica aliquota bassa o media
non indurrà commercianti, piccole e medie imprese a pagare le tasse. Perché la
politica di destra è questa: agevolazioni per le imprese, non perché assumano,
ma perché possano crescere gli utili da intascare anziché essere reinvestiti,
nessuna lotta all’evasione fiscale, misure specchietti per le allodole per
mostrare agli italiani più imbecilli che si gestisce l’immigrazione quando
invece si attuano solo misure mostramuscoli
che non risolvono un problema gigantesco.
Per non parlare della vocazione di Salvini
a gonfiare il debito pubblico. Su questo, in realtà, deve fare i conti con
parte del suo elettorato che teme gli effetti su spread e sull’attività delle
rispettive aziende. Ma saranno consolati con la flat tax e con nuove misure che
Salvini dirà di voler fare. Ma senza il M5S. Ergo: dopo elezioni politiche
nelle quali conta di ingrassare ulteriormente.
E Di Maio che pensa(?!), che farà? Farà
tutto ciò che vuole Salvini. Perché non ha idee, proposte alternative rispetto
a quelle della Lega.
Perché Di Maio è quella testina di vitello
che quando ha detto “no alla TAV” non ha immediatamente controbilanciato con: queste sono le nostre proposte per intervenire
sulle infrastrutture, da domani partono i cantieri, con questi criteri, con
queste prerogative. Se avesse fatto questo, il M5S non avrebbe fatto la
parte di chi dice solo “NO”. Ma per fare questo bisogna avere neuroni, senso
tattico e strategico. Tutta roba sconosciuta per Di Maio, uno che non ha mai
lavorato in vita sua. Come? Ha lavorato nell’azienda del padre? E uno che
lavora nell’azienda del padre non si accorge che questi fa lavorare gente in
nero? O lo sai…o…figuravi come dipendente ma non ti sei mai presentato manco
per un’ora in azienda.
Gli italiani hanno capito che il
dilettantismo del M5S non è risolvibile nel breve/medio termine. Da qui, il
tracollo.
Ora.
La domanda è: il mastice che teneva
attaccati Salvini e Di Maio c’è ancora? Che Salvini prosegua con Di Maio, che
stacchi la spina per cercare di capitalizzare il vento elettorale a favore,
questo paese sarà in mano a una destra che illuderà parecchia gente, che farà
crescere l’individualismo, che aumenterà le diseguaglianze sociali anziché ridurle.
Di Maio potrà essere ricordato per aver consentito a Salvini tutto questo.
Detto quanto sopra, con tutti i limiti e la
pericolosità della politica di Lega e M5S, che di cambiamento reale che serve
al paese non ha nulla, coloro che per anni hanno sgovernato prima di loro devono tacere. Non possono dare lezioni all’attuale
governo. Hanno avuto parecchi anni a disposizione per governare decentemente
questo paese. Non lo hanno saputo fare.
Tacciano. Visto che - in primis il PD, il
partito dei morti viventi - non sa da che parte iniziare per rigenerarsi,
rigenerare. Alle europee ha superato in percentuale il M5S ma ha perso quasi
112.000 voti. Solo la Gruber e De Angelis possono ancora sperare in questo PD.
Nessun commento:
Posta un commento