Tratto da: Messaggio per
la III Giornata Mondiale dei Poveri, 2019 - 13 giugno 2019
Quante volte vediamo i poveri nelle discariche
a raccogliere il frutto dello scarto e del superfluo, per trovare qualcosa di
cui nutrirsi o vestirsi! Diventati loro stessi parte di una discarica umana
sono trattati da rifiuti, senza che alcun senso di colpa investa quanti sono
complici di questo scandalo. Giudicati spesso parassiti della società, ai poveri non si perdona neppure la loro
povertà. Il giudizio è sempre all’erta. Non possono permettersi di essere
timidi o scoraggiati, sono percepiti come minacciosi o incapaci, solo perché
poveri.
Dramma nel dramma, non è consentito loro di
vedere la fine del tunnel della miseria. Si è giunti perfino a teorizzare e realizzare un’architettura
ostile in modo da sbarazzarsi della loro presenza anche nelle strade,
ultimi luoghi di accoglienza. Vagano da una parte all’altra della città,
sperando di ottenere un lavoro, una casa, un affetto… Ogni eventuale
possibilità offerta, diventa uno spiraglio di luce; eppure, anche là dove
dovrebbe registrarsi almeno la giustizia, spesso si infierisce su di loro con
la violenza del sopruso. Sono costretti
a ore infinite sotto il sole cocente per raccogliere i frutti della stagione,
ma sono ricompensati con una paga irrisoria; non hanno sicurezza sul lavoro né condizioni umane che permettano
di sentirsi uguali agli altri. Non esiste per loro cassa integrazione,
indennità, nemmeno la possibilità di ammalarsi.
Si possono costruire tanti muri e sbarrare gli ingressi per illudersi di sentirsi
sicuri con le proprie ricchezze a danno di quanti si lasciano fuori. Non sarà così per sempre.
Il “giorno
del Signore”, come descritto dai profeti (cfr Am 5,18; Is 2-5; Gl 1-3),
distruggerà le barriere create tra Paesi e sostituirà l’arroganza di pochi con
la solidarietà di tanti. La condizione di emarginazione in cui sono vessati
milioni di persone non potrà durare ancora a lungo. Il loro grido aumenta e
abbraccia la terra intera. Come scriveva Don
Primo Mazzolari: «Il povero è una protesta continua contro le nostre
ingiustizie; il povero è una polveriera. Se le dai fuoco, il mondo salta».”
A volte basta poco per restituire speranza:
basta fermarsi, sorridere, ascoltare. Per un giorno lasciamo in disparte le statistiche; i poveri non sono
numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone
a cui andare incontro: sono giovani e anziani soli da invitare a casa per
condividere il pasto; uomini, donne e bambini che attendono una parola amica. I poveri ci salvano perché ci permettono di
incontrare il volto di Gesù Cristo.
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