Di
Battista chiede al ministro Tria se ha letto il contratto
di governo tra M5S e Lega. Perché lì è scritto dei mini-bot, più precisamente vi è una parte del contratto che pur non
esplicitando direttamente la denominazione mini-bot, di fatto, li cita come strumento per risolvere i crediti che le
imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione. Questo il
testo:
“Occorre
intervenire per risolvere la questione dei debiti insoluti della pubblica
amministrazione nei confronti dei contribuenti, tenuto conto della portata
patologica del fenomeno nel nostro Paese e la necessità di una sua
ridefinizione in sede europea ai fini degli indicatori statistici. L’equilibrio
del rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuenti passa anche dalla
parificazione degli strumenti messi a disposizione per l’incasso dei rispettivi
crediti. Sul punto, tra le misure concretamente percorribili, spiccano
l’istituto della compensazione tra crediti e debiti nei confronti della
pubblica amministrazione, da favorire attraverso l’ampliamento delle
fattispecie ammesse, e la
cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli
di stato di piccolo taglio, anche valutando nelle sedi opportune la definizione
stessa di debito pubblico.”
Scritto o no contratto, i mini-bot sono piccole obbligazioni ma hanno
l’aria di essere grandi cazzate. Che sia o no scritto in ‘sto contratto,
sarebbero ulteriore debito pubblico.
Oppure, visto che - diversamente dalle altre obbligazioni, tranne quelle
perpetue (e quindi rischiose) - non è prevista una scadenza dei mini-bot, sarebbero
una forma di contante. Da qui, il no di Draghi e le reazioni di chi considera
questa sorte di “ibrido”: mezza obbligazione e mezza moneta come una moneta
alternativa, una via che potrebbe portare a uscire dall’Euro.
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