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Se Davide Casaleggio non ci riesce, faccia
una seduta spiritica e “chiami” suo padre. Ci vuole qualcuno - di qua o dall’aldilà
- che spieghi a Di Maio che il suo
problema non è Di Battista, il molto probabile futuro capo politico del M5S.
Il suo problema è Matteo Salvini. E’ da lui
che dovrebbe guardarsi, è da lui che
dovrebbe smarcarsi.
Ma Di
Maio è un leghista mancato e fa il gioco di Salvini il quale si atteggia
sempre più a capo del governo. Ha infatti dichiarato che convocherà i sindacati insieme ad altre
parti sociali. Cosa che spetterebbe a Conte, tutt’al più a Di Maio.
Certo. Se l’obiettivo di Di Maio è quello di far crollare il M5S nelle urne
elettorali, prosegua a stare attaccato al culo di Salvini e a scrivere post “critici”
nei confronti dell’amico (?!) Di Battista che avrebbe criticato l’azione del
governo…
Ciò che dice Di Battista, personalmente, mi interessa meno di un seminario sull’accoppiamento degli acari,
ma se Di Maio ha speso tempo per farci un post significa che - tanto per
cambiare - non ha capito un organo sessuale maschile.
Non ha capito quale sia il vero punto della
questione. Cioè lui, Luigi Di Maio. Incapace di
avere una linea, una
credibilità, incapace di distinguersi da Salvini, incapace di “rimetterlo” al
suo posto. Incapace di anticipare Salvini, ma solo di seguirlo a ruota perdendo
efficacia, credibilità. Incapacità inaccettabili che consegnano questo governo
totalmente a Salvini. Altro che, le critiche di Di Battista…che, tra l’altro, non
faranno recuperare manco un voto al M5S nelle prossime urne elettorali.
Le affermazioni
di Di Battista potevano avere una qualche efficacia prima di questa
esperienza di governo del M5S. Ora, suonano fuori luogo, stonate. Anche Di
Battista ha perso efficacia,
incisività, credibilità. Merito di Di Maio, della sua personalità come vice
ministro del governo Salvini, pardon: del governo Conte.
Del resto, le urne elettorali del 26 maggio
non hanno fatto che attestarlo.
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