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da: http://m.vatican.va/content/vatican.html
Tratto dall’Omelia della Santa Messa di oggi solennità della Pentecoste
“Oggi nel mondo le disarmonie sono
diventate vere e proprie divisioni: c’è chi ha troppo e c’è chi nulla, c’è chi
cerca di vivere cent’anni e chi non può venire alla luce. Nell’era dei computer si sta a distanza: più “social” ma meno
sociali. Abbiamo bisogno dello Spirito di unità, che ci rigeneri come
Chiesa, come Popolo di Dio, e come umanità intera. Che ci rigeneri. Sempre c’è la tentazione di costruire
“nidi”: di raccogliersi attorno al proprio gruppo, alle proprie preferenze, il
simile col simile, allergici a ogni contaminazione. E dal nido alla setta il passo è breve, anche dentro la Chiesa.
Quante volte si definisce la propria identità contro qualcuno o contro
qualcosa! Lo Spirito Santo, invece, congiunge i distanti, unisce i lontani,
riconduce i dispersi. Fonde tonalità diverse in un’unica armonia, perché vede
anzitutto il bene, guarda all’uomo prima che ai suoi errori, alle persone prima
che alle loro azioni.
Lo Spirito plasma la Chiesa, plasma il mondo come luoghi
di figli e di fratelli. Figli e fratelli: sostantivi che vengono prima di ogni
altro aggettivo. Va di moda aggettivare, purtroppo anche insultare. Possiamo
dire che noi viviamo una cultura
dell’aggettivo che
dimentica il sostantivo delle cose; e anche in una cultura dell’insulto, che è la prima risposta ad un’opinione che io non condivido. Poi ci rendiamo conto che fa male, a chi è insultato ma anche a chi insulta. Rendendo male per male, passando da vittime a carnefici, non si vive bene. Chi vive secondo lo Spirito, invece, porta pace dov’è discordia, concordia dov’è conflitto. Gli uomini spirituali rendono bene per male, rispondono all’arroganza con mitezza, alla cattiveria con bontà, al frastuono col silenzio, alle chiacchiere con la preghiera, al disfattismo col sorriso.
dimentica il sostantivo delle cose; e anche in una cultura dell’insulto, che è la prima risposta ad un’opinione che io non condivido. Poi ci rendiamo conto che fa male, a chi è insultato ma anche a chi insulta. Rendendo male per male, passando da vittime a carnefici, non si vive bene. Chi vive secondo lo Spirito, invece, porta pace dov’è discordia, concordia dov’è conflitto. Gli uomini spirituali rendono bene per male, rispondono all’arroganza con mitezza, alla cattiveria con bontà, al frastuono col silenzio, alle chiacchiere con la preghiera, al disfattismo col sorriso.
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