da: https://www.ilsole24ore.com/
- di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi
Mediaset
e Fiat-Chrysler, Rolling Stones e U2. Non importa se ti chiami
Berlusconi o Agnelli-Elkann, Mick Jagger o Bono Vox, in Olanda sei comunque il
benvenuto. Cantanti e imprenditori,
banchieri e finanzieri si affollano numerosi in questi giorni sui canali di
Amsterdam, divenuta il crocevia dei vip di due mondi oggi più che mai
interconnessi: il business e lo spettacolo. Eccolo, dunque, l'Eden delle
multinazionali di ogni tipo. Se hai una holding e cerchi un luogo dove
installarla, questo è il posto giusto. Perché Amsterdam è ormai un palcoscenico
con una forza di attrattività spaventosa.
Non è soltanto il Fisco, praticamente
inesistente per le holding di partecipazioni (si veda la tabella con il
confronto tra Italia e Olanda), ad attirare uomini e capitali. C'è anche la flessibilità della governance societaria,
con il voto plurimo nelle assemblee degli azionisti. C'è un apparato giudiziario snello e
sburocratizzato. Un sistema
finanziario dove è facile trovare capitali a costi bassi. E poi ci sono
loro, i professionisti delle
multinazionali: uno stuolo di fiscalisti,
commercialisti, notai, avvocati, advisor
e amministratori che rendono fluidi
e rapidi i meccanismi di creazione e di gestione delle holding.
Italia
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Olanda
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Aliquota
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Aliquota ordinaria: 24%
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20% fino a euro 200.000 di reddito
annuo imponibile. 25% per importi superiori a tale valore.
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Dividendi in entrata
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Gli utili distribuiti da una società
non residente generalmente non concorrono per il 95% del loro ammontare alla
formazione del reddito, nel rispetto di determinati requisiti (tassazione
effettiva dell'1.20%).
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Gli utili distribuiti da una società non residente generalmente
non concorrono alla formazione del reddito , nel rispetto di determinati
requisiti.
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Capital gains da cessione
partecipazioni non residenti
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Le plusvalenze derivanti dalla
cessione di partecipazioni in società non residenti generalmente non
concorrono alla formazione del reddito per il 95% del loro ammontare , nel
rispetto di determinati requisiti (tassazione effettiva dell'1.20%).
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Le plusvalenze derivanti dalla
cessione di partecipazioni in società non residenti generalmente non
concorrono alla formazione del reddito, nel rispetto di determinati
requisiti.
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Interessi in uscita
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Ritenuta ordinaria 26%. Possibilità
di beneficiare dell'esenzione o di un'aliquota ridotta ai sensi della
direttiva interessi-royalty. Possibilità di beneficiare delle aliquote
ridotte ai sensi delle convenzioni per evitare le doppie imposizioni.
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Esenzione da ritenute
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Royalties in uscita
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Ritenuta ordinaria del 30% sul 75%
della royalty corrisposta. Possibilità di beneficiare dell'esenzione o di
un'aliquota ridotta ai sensi della direttiva interessi-royalty. Possibilità
di beneficiare delle aliquote ridotte ai sensi delle convenzioni per evitare le doppie imposizioni.
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Esenzione da ritenute
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Dividendi in uscita
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Ritenuta ordinaria 26%.
Generalmente, ritenuta del 1.20% per utili distribuiti a società residenti in
uno Stato Membro dell'Ue. Possibilità di beneficiare dell'esenzione o di
un'aliquota ridotta ai sensi della direttiva madre - figlia. Possibilità di
beneficiare delle aliquote ridotte ai sensi delle convenzioni per evitare le
doppie imposizione.
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Generalmente esenzione da ritenute.
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Società controllate estere (Cfc)
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Sì
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No
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Nota: occorre considerare che le
attuali norme fiscali degli Stati membri dell'Unione europea potrebbero
subire delle modifiche con riferimento all'introduzione di determinate norme
antielusive - tra cui quelle sulle società controllate estere (Cfc) - a
seguito del recepimento delle direttive europee Atad1 2016/1164 e Atad2
2017/952. Fonte: Led Taxand Italia
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Fisco, governance e burocrazia inesistente
spianeranno dunque la strada alla nuova
holding del gruppo Mediaset, dopo che già gli Agnelli-Elkann hanno potuto sperimentarne i vantaggi
collocando qui Exor prima e Fca dopo. Quanto a Mick Jagger & C. e a Bono
Vox e compagni, loro sono dei veterani, arrivati qui tra il lontano 1972 (i Rolling Stones) e il 1981
(gli U2).
Ma è camminando
tra le vie di Amsterdam e delle altre grandi città olandesi che il fenomeno
appare in tutta la sua grandezza. L'Olanda è come una grande carta moschicida
che attira società da ogni parte del mondo, come emerso anche da un'inchiesta
di “Fiume di denaro” pubblicata su questo sito a dicembre dell'anno scorso.
A sud della città sorge il palazzo della Loyens & Loeff, uno
studio legale internazionale con filiali in tutto il mondo. Nulla lascia
pensare che proprio qui, il 1° aprile 2014, è nata la Fiat Automobiles Nv, poi
diventata Fca, reduce in questi giorni dalla mancata fusione con Renault. Non
c'è nessuna indicazione che richiama la presenza della casa automobilistica che
pure ha qui la sua sede legale mondiale. Tutti gli atti che contano si svolgono
in questo edificio, per esempio l'ultima assemblea degli azionisti, convocata
proprio negli uffici della Loyens & Loeff il 7 settembre 2018. Il domicilio
fiscale di Fiat Chrysler Automobiles è invece a Londra.
E nessuna guida turistica vi porterà mai a Prins Bernhardplein 200, a circa
quattro chilometri dal centro di Amsterdam, eppure in questo palazzo in vetro e
cemento, batte il cuore di 2.812 società
che provengono da tutto il mondo, Italia compresa. Ti aspetteresti un brulicare
di persone, impiegati, clienti, fornitori e al limite anche impianti produttivi
ma non c'è nulla di tutto questo. Di fronte ai vetri specchiati ci sono solo
centinaia di biciclette che però appartengono ai dipendenti della Intertrust
che qui ha la sua sede.
Intertrust
è un colosso della creazione e domiciliazione di società. I
suoi esperti si occupano di tutto ciò di cui una attività ha bisogno:
formazione, assistenza legale, contabilità e amministrazione, transazioni
finanziarie, proprietà intellettuale, compliance e servizi di tesoreria. Se
ciascuna delle 2.812 società, alcune delle quali sono dei veri e propri colossi
internazionali, avesse anche solo qualche decina di dipendenti non basterebbe
un intero quartiere di Amsterdam per ospitarli.
Sulla Amstelplein,
proprio di fronte al palazzo della Intertrust, in un edificio che ospita anche
una società editoriale si nasconde, tra le altre, la presenza di due filiali eBay, la piattaforma digitale di
commercio elettronico. Ancora pochi metri e si raggiunge il quartier generale di Uber. In questo
palazzo di vetro e acciaio sono ben 16 le società che fanno capo alla
multinazionale di San Francisco, la tra quali Uber Filippine e Uber Pacific. A Baarn, un paese in provincia di Utrecht
che conta appena 24mila abitanti e sorge a 35 da Amsterdam c'è addirittura la sede di Uber Yachting, che gestisce la
app per ricchi diportisti che hanno voglia di girare il mondo in mare.
Bisogna invece prendere la metropolitana
per raggiungere la sede di Google nel
cuore del quartiere finanziario di
Zuidas, un distretto in piena crescita che entro la fine dell'anno ospiterà
anche la sede dell'Agenzia europea del farmaco. All'interno della Vinoly Tower,
progettata dall'archistar uruguaiano Rafael Vinoly Beceiro, a due passi dal
quartier generale della Abn Amro, Google occupa ben cinque piani con le sue
società. Qui c'è il motore del meccanismo che ha consentito al gruppo di
Mountain View di pagare imposte irrisorie nei paesi europei a fronte di incassi
miliardari. Lo schema era chiamato “Double Irish with a Dutch Sandwich” e
faceva transitare i pagamenti di ogni acquirente attraverso due società
irlandesi e una olandese per poi far confluire gli incassi nelle Bermuda.
A 30
chilometri da Amsterdam una nuova tappa. A Hilversum, una cittadina di 89mila abitanti un anonimo complesso
ospita 26 società della Nike, brand
statunitense dello sport e tempo libero. Nell'elenco figurano Nike Chile, Nike
Uk, Nike Asia, la holding europea, Nike India e Nike Canada. Che ci fanno in
Olanda, a migliaia di chilometri di distanza, società che dovrebbero gestire
gli affari della Nike nei rispettivi paesi? La risposta è sempre una: l'enorme vantaggio fiscale, che vede nella
Nike Innovate uno snodo importante. La proprietà del logo “swoosh” è stata
trasferita nel 2014 dalla controllata della Nike nelle isole Bermuda alla
filiale olandese Nike Innovate, che è domiciliata nello stesso edificio di
Hilversum.
La Nike
Innovate ha una particolare forma
giuridica - Cv dall'olandese commanditaire vennootschap - utilizzata in
modo massiccio soprattutto dalle multinazionali
per pagare poche tasse. Le Cv sono equiparabili alle società in accomandita semplice e si tramutano spesso
in “fantasmi fiscali” invisibili all'erario perché i partner che costituiscono la società possono risiedere all'estero.
In questo caso non pagano le imposte in
Olanda, che presuppone che le paghino in madrepatria, ma nemmeno nel loro
paese, che a sua volta presume che le tasse vengano versate nei Paesi Bassi.
Ma anche a Leida, 40 chilometri da Amsterdam, proprio dietro la stazione
ferroviaria ci sono gli uffici di Ikea.
Non quelli che si possono incontrare in qualunque città all'interno dei centri
commerciali. Qui c'è il cuore di Ikea, svedese nel Dna ma olandese nel
portafoglio. All'interno del palazzo, oltre alla capogruppo Ingka Holding, ci
sono altre cinque società del gruppo, compresa quella che gestisce le foreste
che Ikea possiede in Romania e nei paesi baltici.
Pochi giorni fa l'organizzazione Tax Justice Network ha collocato l'Olanda al quarto posto tra i paesi
del Corporate Tax Haven Index, che classifica i principali paradisi fiscali per le multinazionali. Dopo le Isole vergini britanniche, Bermuda e Cayman
ci sono proprio i Paesi Bassi.
Già, perché come ogni cosa anche qui c'è un
rovescio della medaglia. E per ogni multinazionale che arriva ad Amsterdam per
comprensibili ragioni di ottimizzazione tributaria o di governance, ce ne sono
altre il cui unico scopo è la pura e semplice elusione fiscale.
Il 6 novembre 2018 il ministero delle
Finanze olandese ha inviato un rapporto al Parlamento dell'Aja nel quale si
legge che nei Paesi Bassi esistono circa 15mila società finanziarie speciali
(spesso note come società “bucalettere”) attraverso le quali passano circa
4.500 miliardi di euro all'anno. Soltanto una piccola percentuale di questo
importo è soggetto a tassazione: appena 199 miliardi.
La Intertrust
è l'emblema di un paese dove ci sono
migliaia di società utilizzate soltanto per far transitare sulla carta flussi finanziari e pagare meno tasse possibili nella nazione
di origine. La maggior parte sono società
“bucalettere”, prive di personale e
di una reale attività nei Paesi Bassi.
Nel 2009
l'80% delle entrate e il 76% delle uscite degli investimenti stranieri in
Olanda passava attraverso società
“bucalettere”. Quattro anni dopo, nel 2013, le percentuali sono
rispettivamente salite all'83% e al 78%. È un recente rapporto
dell'organizzazione non governativa Oxfam a dirlo. E a confermarlo,
nell'ottobre dello scorso anno, è giunto un rapporto del Parlamento europeo
sulle società “scudo” (shell companies), che ha preso come indicatore lo stock
degli investimenti esteri diretti in relazione al Prodotto interno lordo dei
paesi dell'Unione europea. Gli investimenti esteri in Olanda sono pari a più di
cinque volte il Pil.
I due lati della medaglia fanno oggi dell'Olanda il paese più attrattivo in Europa per le multinazionali. E Mediaset non sarà certo l'ultima a
preferire i placidi canali olandesi.
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