da: Il Salvagente
L’ultima volta che l’Antitrust si è
espressa con decisione sulla questione dei servizi a sovrapprezzo è stata nel
2015 con una multa ai quattro maggiori operatori telefoni in Italia: Telecom,
Wind, Vodafone e H3G (questi ultimi nel frattempo si sono fusi in un’unica
compagnia). La sanzione pari a 1,75 milioni di euro ciascuno per Telecom e H3G
e a 800mila euro per Wind e Vodafone, è stata comminata “per aver adottato
pratiche commerciali scorrette nell’ambito della commercializzazione dei
servizi premium utilizzati via Internet da terminale mobile”. La multa è
arrivata dopo le numerosissime segnalazioni ricevute dall’Autorità garante per
la concorrenza e il mercato, che ha accertato
come i quattro operatori avevano attuato una pratica commerciale scorretta di
due tipi: “Da un lato, l’omissione di informazioni circa il fatto che il
contratto di telefonia mobile sottoscritto pre-abilita la Sim alla ricezione
dei servizi a sovrapprezzo, nonché circa l’esistenza del blocco selettivo
opzionale per impedire tale ricezione”. Dall’altro, “l’adozione da parte
dell’operatore di telefonia mobile di un comportamento qualificato come aggressivo,
consistente nell’attuazione di una procedura automatica di attivazione del
servizio e di fatturazione in assenza di qualsiasi autorizzazione da parte del
cliente al pagamento”. Nel caso di H3G e Tim, l’Antitrust aveva rilevato anche
la diffusione di messaggi che omettevano informazioni rilevanti o che
determinavano l’attivazione del servizio a sovrapprezzo senza un espresso
consenso.
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