da: Il Salvagente
L’ignaro utente che sarà vittima della
truffa sta navigando sul web dal suo
smartphone. Scorrendo col dito un
sito d’informazione o un social network scorge una notizia interessante e clicca sul link. A questo punto ci sono
due possibilità: o si apre direttamente la “landing
page” in cui è contenuto il pulsante di attivazione del servizio, o si apre una
gallery di foto o una porzione dell’articolo che si vuole leggere. Cliccando per continuare la navigazione ci si
troverà sulla pagina “esca”. Qui il pulsante di attivazione, che
corrisponde al secondo click previsto dagli operatori telefonici per validare
l’abbonamento può essere nascosto dentro un banner o in un “frame” minuscolo
contenuto nella pagina. Basta sfiorare lo schermo per dare l’ok.
Dopo l’attivazione del servizio, un sms di
notifica viene spedito al malcapitato. Attenzione perché a volte arriva in
orari scomodi, la mattina presto o la sera tardi, quando l’attenzione è più
bassa, e indica le modalità di disattivazione solo alla fine di un lungo testo,
che può sembrare solo uno dei tanti sms pubblicitari. Avete diritto alla
disattivazione, e al rimborso se chiamate entro la seconda rata. Altrimenti non
rivedrete tutti i soldi spesi.
Il
meccanismo frodatorio è messo in atto da chi ha sistemato il banner
o i codici nascosti sul sito contenente le notizie “esca”, ma a ricevere la conferma dell’involontaria
richiesta di attivazione è il fornitore del servizio, che a volte è
inconsapevole della frode. È lui a comunicare all’operatore telefonico la
richiesta di attivazione ricevuta. E tramite una piattaforma di micropagamenti,
come Mobile pay, il gestore può direttamente prelevare i soldi dal conto del
cliente senza chiedergli preventivamente una conferma esplicita.
Ricevuta la richiesta, il gestore attiva il
servizio di abbonamento che generalmente consiste nel prelievo di circa 5 euro a settimana in cambio di
aggiornamenti su temi specifici, foto, oroscopi ecc..., da ricevere via sms. La
particolarità dei servizi premium è che prelevano la prima tranche di soldi già
all’atto del click prima ancora di aver inviato l’sms di notifica
dell’attivazione. Un meccanismo che sembra fatto apposta per indurre i più
pigri a chiedere la disattivazione ma lasciar correre per i primi 5 euro
sottratti.
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