da: https://ilsimplicissimus2.com/
di Anna
Lombroso
C’è da supporre che gli dei sorridano
quando viene al mondo uno come lui, da aggiungere alla schiera dei prescelti
per imporre a noi i loro comandi e eseguire i loro imperativi crudeli.
In barba a un cognome ingombrante, Casini, che
si presta a sberleffi dozzinali, gli è stato permesso di crearsi un profilo di
irreprensibile rispettabilità aiutata da pii sentimenti, malgrado qualche
ripetuta intemperanza sentimentale, di autorevole credibilità malgrado e
reiterati equilibrismi, perfino di specchiata e indefettibile coerenza,
malgrado acrobatiche adesioni a svariate formazioni, purché nate e circolanti
in aree di potere, sottopotere e
privilegio garantiti.
E infatti non è parso strano che dopo aver
demolito la proposta di istituire una commissione parlamentare di inchiesta
sulle banche: un atto di pura demagogia e propaganda, l’aveva definito, e
ancora “..le commissioni d’inchiesta
vanno maneggiate con cura istituzionale, evitando che siano solo cassa di
risonanza di polemiche tra i partiti o all’interno di essi. La Commissione sulle banche sarebbe
questo.
Strumentalizzare questioni tanto delicate, che riguardano i risparmi degli
italiani e che sono già all’attenzione della magistratura, significa prepararsi
a una campagna elettorale irresponsabile. Lasciamo le inchieste alla
magistratura, senza ingerenze del Parlamento”, poi con imperturbabile
faccia di tolla ha accettato generosamente di prestare la sua opera nella funzione di presidente, rassicurando i
cittadini che svolgerà il delicato incarico senza timidezza, e, si potrebbe
aggiungere, con una certa esperienza. Casini,
infatti, oltre a vantare amicizie
affettuose e influenti parentele acquisite nel “settore”, pochi mesi fa è entrato come socio nella fondazione
bancaria Carisbo, azionista di
Intesa San Paolo.
Ma si sa i prescelti, gli uomini della
provvidenza nei vari gradi gerarchici e nelle varie postazioni, hanno imparato
a rivendicare quelli che per le gente comune sarebbero conflitti di interesse,
come credenziali di competenza e efficacia, cui il Casini aggiunge lo spirito
di abnegazione. Pensate che ha
comunicato urbi et orbi che lui e gli altri membri della commissione, in
controtendenza con indole e abitudini, lavoreranno
indefessamente perfino il venerdì pomeriggio.
Insomma è l’uomo giusto al posto giusto in una commissione che puzza non solo
dalla testa ma da tutto il branco, composta
di nomi discutibili, di aperta e manifesta collisione di interessi (sono 16 i rappresentati del Pd che proprio come
i colleghi certi della illustre parentela di Ruby, hanno creduto alla libertà
di iniziativa della Boschi, hanno votato i salvataggi più infami, proprio
come avevano approvato le cravatte europee in favore dell’imperialismo
finanziario), di correità con le colpevoli abiure dai compiti di vigilanza e
indirizzo di Bankitalia, che pochi mesi fa ha guardato con sollievo
all’operazione di salvataggio intrapresa generosamente da IntesaSanPaolo che ha
firmato con i liquidatori della Popolare di Vicenza e Veneto Banca il contratto
di acquisto al prezzo simbolico di un euro di alcune attività e passività
facenti capo alle due banche venete, lasciando quelli irrecuperabili in collo
alla bad bank dello Stato italiano, cioè noi contribuenti. A conferma che i soldi quando si deve
finanziare il salvagente per le banche sleali e criminali ci sono. Non ci sono invece per sostenere la ricostruzione nel Centro Italia, il
risanamento idrogeologico, i contratti della scuola, i servizi, la sanità.
Eh si, gli dei sorridono guardando giù ai
successi di un esponente del ceto di governo che si mette con solerzia al
servizio del ceto dominante, si dominante, perché ancora più di un tempo sono
riusciti nell’impresa di soggiogare i popolo e i suoi rappresentanti, esecutivi
che si sono appropriati della facoltà di scrivere leggi che favoriscono
rendite, proprietà e privilegi indiscussi di potentati remoti, global players
avidi e profittatori, quelli delle lobby, del sistema bancario e finanziario
appunto, delle multinazionali che si avvalgono di sodalizi indissolubili e
tirannici come il Ceta appena passatoci sulla testa.
La loro supremazia è indiscussa e
inalienabile anche per questo, perché ci sono tanti Casini prestatori d’opera,
che forse non sono corrotti ma sono stati in grado di corrompere regole e leggi
e senza aver bisogni di voti, di consenso, di
elezioni, se non quelle farsa, nate già manipolate per evidenti
disparità. Qualcuno di aveva avvisati, magari scrivendo da una galera, ci aveva
messi in guardia da un ceto detentore di una pura forza coercitiva, di una
supremazia senza riconoscimento popolare nemmeno mediato, quel fenomeno morboso
che si si esprime quando il vecchio muore e in nuovo non può nascere.
In questo caso eterni ragazzoni che si accreditano
come giovani anche a 50 anni, sono custodi e interpreti della vecchia patologia
che i rinnova e si adatta ai tempi per completare la trasformazione della
ricchezza in influenza politica, per convertire i loro bisogni di accumulazione
e profitto in tirannia assoluta, cancellando sovranità di stati e popoli, per
imporre quella assoluta del loro delitto.
Ci avevano raccomandato di aver paura dei
grandi vecchi, ma c’è da aver ancora più paura di certi “ragazzini” piccoli
piccoli.
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