da: https://www.corriere.it/ - di Marco Gasperetti
Non aveva ancora compiuto 23 anni Luana D’Orazio, amava la vita, aveva sogni straordinari, il sorriso sempre sulle labbra e non si stancava mai di lavorare. E da cinque anni era diventata mamma di un bellissimo bambino, Donatello. «Il mio amore, il mio futuro, il mio specchio», diceva alle amiche. Luana è morta lunedì mattina poco prima delle 10 inghiottita da una macchina tessile. Una fine orribile, davanti ai colleghi di lavoro, un’ennesima martire del lavoro due giorni dopo la Festa dei Lavoratori e il grande concerto del Primo Maggio.
L’azienda
È accaduto a Montemurlo, provincia di Prato, in un’azienda tessile. Luana, come ogni mattina, stava lavorando a un orditoio, una macchina che ordina i fili, tesse e cuce. I compagni di lavoro dicono di aver visto la ragazza risucchiata dal rullo della macchina dove era rimasta impigliata. Non hanno avuto il tempo di far niente e quando il macchinario è stato fermato Luana era già stata straziata. È arrivata l’ambulanza, sono arrivati tecnici, imprenditori, amici e parenti. Tutti hanno cercato di strapparla dalla morte, tutti hanno pregato. Non c’è stato niente da fare.
Lo choc
Sotto
choc il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai: «È una tragedia che colpisce
tutta la comunità e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta
l’amministrazione comunale, alla famiglia della giovane. Aveva avuto un figlio
da poco, era felice. Siamo vicini al piccolo e a tutta la famiglia». Sgomento
il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. «A 22 anni si ha una
vita davanti, a 50 si ha una famiglia alle spalle, in tutte le età si hanno
progetti e sogni da realizzare — dice —. Morire ancora sul lavoro non è
accettabile. Quasi ogni giorno, una lavoratrice, un lavoratore si reca al
lavoro e non fa più ritorno a casa. Certo poi ci sono le verifiche, le
inchieste, le multe, i risarcimenti, ma la vita non si può risarcire o
monetizzare. Dobbiamo riportare centrale il tema della sicurezza sul lavoro
nelle aziende». Addolorati il presidente della Regione, Eugenio Giani, e una
schiera di politici, amministratori, sindacalisti. Ma intanto in Toscana si
continua a morire di lavoro.
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