da: https://www.open.online/ - di Fabio Giuffrida
Tutti ne parlano ma, forse, qualcuno non lo ha letto. Cosa prevede davvero il ddl Zan, quello sul contrasto all’omotransfobia di cui si parla tanto in queste ore a causa della polemica tra Fedez e la Rai? Il disegno di legge n. 2005, approvato dalla Camera a novembre 2020, composto da 10 articoli, prevede «misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità».
Insomma, discriminare o insultare una persona in quanto gay o disabile sarà considerata un’aggravante. Il ddl Zan (che prende il nome dal suo promotore, il deputato Pd Alessandro Zan), però, diversamente da quanto insinuato da alcuni esponenti politici, Matteo Salvini in testa, non istituisce affatto nuovi reati e non reprime la libertà di parola né tanto meno impone uteri in affitto, adozioni per gay o teorie gender. Istituisce, invece, una Giornata nazionale contro l’omofobia e, di fatto, aggiorna la già esistente legge Mancino. Le critiche al testo, tuttavia, non arrivano solo dal centrodestra. Come ha spiegato Open, anche tra i dem si chiedono alcune modifiche. Ecco, nel dettaglio, cosa prevede la legge più chiacchierata delle ultime ore.
Il ddl Zan istituisce nuovi reati?
Il ddl Zan non istituisce nuovi reati: “aggiorna” quelli già esistenti. L’articolo 2, infatti,
modifica l’articolo 604-bis del codice penale che parla di «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa». Il ddl Zan aggiunge nel testo dell’articolo, dopo «discriminazione razziale, etnica e religiosa», anche la frase «oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità». Allo stato attuale, infatti, la legge punisce solo chi «istiga a commettere o commette atti di discriminazione o istiga o commette violenze o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Mancano, dunque, quelli sessuali.Quali sono le pene previste?
Si rischia il carcere fino a 18 mesi o una multa fino a 6mila euro in caso di atti di discriminazione (prima per motivi razziali, etnici e religiosi, ora anche sessuali). Previsto il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza sempre per gli stessi motivi. La pena viene aumentata fino alla metà per qualsiasi reato commesso per le finalità di discriminazione o di odio (questa è la modifica all’articolo 604-ter del codice penale, che descrive «le circostanze aggravanti» e che, dunque, esiste già, viene solo “aggiornato” dal ddl Zan).
Cosa dice la “clausola salva idee”?
Nel ddl Zan, inoltre, entra anche un articolo ad hoc sul pluralismo delle idee e la libertà delle scelte (è la cosiddetta “clausola salva idee“) che dice: «Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti». In altre parole, ognuno potrà continuare a dire di non gradire, ad esempio, le adozioni, i matrimoni gay o l’utero in affitto. Non potrà più dire, invece, – o meglio potrà continuare a farlo ma rischiando delle sanzioni – “disabile di merd*a” o “froc*o di merda”.
Perché si parla di Giornata nazionale contro l’omofobia?
Con il ddl Zan viene istituita per il 17 maggio la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere». Per il 17 maggio possono essere organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa. Un emendamento, approvato in commissione Giustizia di Montecitorio, però, ha reso meno impegnativo il riferimento alle scuole, criticato da alcuni ambienti della politica, che temono l’ingresso della fantomatica ideologia gender nelle scuole italiane. Nel ddl Zan non si accenna a questo.
E adesso cosa succede?
Il
ddl – che ha già ricevuto l’ok della Camera – è stato calendarizzato in Senato
dopo mesi di stallo in commissione Giustizia. Il 28 aprile il ddl è stato sbloccato,
la legge calendarizzata. Il relatore resterà il senatore Andrea Ostellari,
presidente della commissione Giustizia citato da Fedez nel corso del suo
intervento sul palco del Concertone come una delle personalità più ostili al
testo.
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