da: https://it.businessinsider.com/ - di Chiara Merico
Da un lato il partito del rientro in ufficio, capeggiato da Goldman Sachs, dall’altro un nutrito gruppo di altre banche e istituzioni finanziarie, che invece stanno pianificando il lavoro nel post pandemia secondo il modello ibrido: il mondo della finanza si divide sulla linea da adottare per gestire le risorse umane dopo quasi un anno e mezzo di lavoro da remoto.
A restare fermo sulla linea del ritorno in sede è il ceo di Goldman Sachs David Solomon, che in passato aveva definito il lavoro da remoto “un’aberrazione” e pochi giorni fa ha ribadito il concetto in una lettera ai dipendenti: “Negli Usa chiederemo a chi non ha ancora agito in questo senso di mettersi in condizione di rientrare in ufficio a partire da lunedì 14 giugno. La nostra cultura di collaborazione, innovazione e formazione si sviluppa meglio quando le persone stanno insieme”. Anche JPMorgan Chase, la più grande banca americana, comincerà da questo mese a far rientrare i dipendenti in Usa negli uffici, con l’obiettivo di avere almeno la metà della forza lavoro presente a rotazione entro luglio. “Per settembre-ottobre presumo che tutto tornerà come prima, e tutti ne saranno felici”, ha commentato il ceo Jamie Dimon. “Si sa che le persone non amano il tragitto casa-lavoro, ma cosa possiamo farci? – ha aggiunto. – Cancellerò tutte le mie riunioni su Zoom, non ne posso più”.
Vanguard
Altri grandi nomi della finanza hanno invece scelto di continuare a utilizzare un modello di lavoro ibrido. È il caso ad esempio di Vanguard, grande asset manager basato in
Pennsylvania, che permetterà alla maggioranza dei suoi 17.300 dipendenti di lavorare da remoto il lunedì e il venerdì. “La pandemia ha cambiato molti aspetti delle nostre vite, tra i quali il modo in cui lavoriamo”, ha spiegato un portavoce a Bloomberg. “Vanguard intende adottare un modello che combini una maggiore flessibilità con i benefici della collaborazione in presenza”.Deutsche Bank
Potranno lavorare da remoto fino a tre giorni la settimana i dipendenti di Deutsche Bank: gli uffici della più grande banca tedesca “funzioneranno in modo diverso” e verranno ridisegnati in modo da “supportare le nuove modalità di lavoro”. La scelta sarà affidata al dipendente, ma in maniera strutturata, così che i manager possano sapere chi sarà presente in sede e quando. L’istituto tedesco ha ripetutamente sottolineato la volontà di tagliare i costi riducendo gli spazi degli uffici, dopo aver verificato durante la pandemia che le soluzioni basate sul lavoro da remoto non hanno impatti negativi sulla produttività.
UBS
Pochi giorni fa il ceo della svizzera UBS, Ralph Hamers, ha fatto sapere in un’intervista che la gran parte dello staff tornerà in ufficio nella seconda metà dell’anno, ma in base a un modello misto e che l’obiettivo della banca è “continuare a ridurre” gli spazi destinati a ufficio. “La pandemia ci ha insegnato che si può lavorare da casa come in sede, e in futuro ci si baserà sempre più su una combinazione dei due modelli”.
Lloyds Bank
Da parte sua, Lloyds Bank ha dichiarato di voler ridurre del 20% gli spazi destinati a uffici nei prossimi due anni: secondo il Guardian, il 77% degli oltre 68mila dipendenti del gruppo ha dichiarato in un sondaggio interno di voler lavorare da remoto per tre o più giorni alla settimana. Il modello di lavoro da remoto, ha spiegato l’ex ceo António Horta-Osório, è in grado di attrarre un maggior numero di talenti, specie giovani, che desiderano più degli altri “combinare al meglio gli impegni lavorativi con le esigenze personali”.
HSBC
Una modalità flessibile è anche quella che adotterà HSBC. “Molti dei nostri ruoli, incluso il mio e quello degli altri dirigenti, possono essere svolti in modalità ibrida”, ha spiegato il ceo Noel Quinn in un post su LinkedIn. Inoltre, i top manager della banca non occuperanno più uffici singoli al 42esimo piano del grattacielo di Canary Wharf, il nuovo cuore della finanza londinese: a loro sarà destinato un intero piano attrezzato completamente come open space, senza scrivanie assegnate. “Dopo aver lavorato per oltre un anno da casa, l’ultima cosa che vorrei è rinchiudermi in una stanza da solo una volta rientrato in sede”, ha sottolineato Quinn.
Citigroup
Il lavoro del futuro è ibrido anche per Citigroup, che durante la pandemia ha puntato sul benessere dei dipendenti attraverso iniziative come i “venerdì senza Zoom” e il”Citi Reset Day”, da celebrare il 28 marzo di ogni anno. La maggior parte dei ruoli, ha spiegato il ceo Jane Fraser, sarà gestita in modo ibrida, con la possibilità di lavorare da remoto fino a due giorni la settimana. Altre posizioni saranno classificate come “resident”, cioè da svolgere esclusivamente in presenza, e altre ancora come “fully remote”.
Fondo sovrano norvegese
Si dovranno presentare in sede solo martedì e giovedì, invece, i dipendenti del ricchissimo fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo con i suoi 1,3 trilioni di dollari di masse gestite. Ad annunciarlo è stato il ceo Nicolai Tangen, secondo cui le 520 persone che lavorano per Norges Bank Investment Management, la divisione della banca centrale che gestisce il fondo, avranno la possibilità di usufruire di questa particolare forma di flessibilità. “Dopo la pandemia avremo fino a due giorni la settimana di home office e due giorni fissi in ufficio, in cui programmare riunioni e meeting”, ha spiegato il manager. La modalità ibrida si applicherà a tutti i dipendenti della banca centrale.
KPMG
E
anche tra le Big Four dell’accounting l’aria sta cambiando: a inizio maggio
KPMG ha fatto sapere ai suoi 16mila dipendenti in Gran Bretagna che dal
prossimo mese la loro presenza in ufficio sarà richiesta in media per due
giorni a settimana. La nuova iniziativa si chiama “four-day fortnight” e
prevede inoltre, nei mesi estivi, 2 ore e mezza in più di ferie alla settimana
per “consentire alle persone di trascorrere più tempo lontano dal lavoro e
ricaricare le energie”.
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