da: Il Fatto Quotidiano - di Nicola Borzi
Aveva qualcosa vicino all’adorazione, su Repubblica del 16 aprile, la paginata di intervista firmata da Mario Platero a Larry Fink, l’amministratore delegato del gigante statunitense dei fondi comuni BlackRock. D’altronde come si può negare una lenzuolata al capo-azienda di uno dei maggiori azionisti dell’editore?
Già, perché mister Fink rappresenta il quinto azionista di Stellantis, il quarto maggior gruppo automobilistico mondiale nato a inizio anno dalla fusione di Fca della famiglia Agnelli, proprietaria di Gedi che stampa Repubblica, e della francese Psa. Prima della fusione, secondo i dati al 13 novembre dell’anno scorso, la holding Exor possedeva il 28,54% di Fiat Chrysler Automobiles e alle sue spalle c’era proprio BlackRock con una quota del 4,21%. Dal 16 gennaio, quando è divenuta operativa la fusione Fca-Psa, Exor possiede il 14,4% di Stellantis, la famiglia Peugeot il 7,19%, la banca pubblica francese Bpifrance il 6,18% e la cinese Dongfeng Motor il 5,62%. BlackRock è al primo posto tra gli azionisti istituzionali di Stellantis con il 2,52%. Secondo i corsi di chiusura della seduta di venerdì 23 aprile a Wall Street, Stellantis ha un valore di Borsa di 57,3 miliardi di dollari pari a 47,6 miliardi di euro. Ai prezzi del New York Stock Exchange, la quota di BlackRock in Stellantis vale 1,2 miliardi di euro. Una bella somma che però rappresenta meno di un ottavo dei 10 miliardi che i fondi a stelle e strisce hanno investito sulle società quotate a Milano.
Dalle banche alla moda, dall’industria all’energia, dalle telecomunicazioni alla finanza, da anni BlackRock si muove da protagonista a Piazza Affari, facendo e disfacendo pacchetti azionari
a seconda della convenienza e delle opportunità. Una traccia delle scorribande del mega-gestore americano in Italia emerge dai dati Consob sulle partecipazioni rilevanti, quelle che superano la soglia prestabilita del 3% nell’azionariato delle società quotate. Secondo le ultime informazioni, aggiornate al 18 aprile, la casa di investimento Usa possedeva indirettamente attraverso i suoi fondi il 5% dell’Enel, salendo al terzo posto tra gli azionisti dopo il ministero dell’Economia (23,59%) e i concorrenti di Capital Group (5,03%). Agli ultimi valori di Borsa, la quota di BlackRock nel gigante elettrico nazionale vale 4,4 miliardi sugli 88 di capitalizzazione complessiva. Alla stessa data, BlackRock controllava poi anche il 5,005% di Intesa Sanpaolo, secondo grande azionista dietro Compagnia di San Paolo (9,888%) davanti alla Fondazione Cariplo (4,68%). Una quota del valore di 2,16 miliardi. C’è poi la partecipazione in Finecobank, della quale BlackRock è di gran lunga il primo azionista: nell’ex banca online del gruppo UniCredit la casa d’investimento Usa detiene una partecipazione del 9,201% davanti ai concorrenti di Capital Group (5,05%) e di Fidelity (3,377%). Agli ultimi corsi di Piazza Affari, vale oltre 777 milioni.Sul fronte della manifattura BlackRock è presente in Prysmian, l’ultima incarnazione dell’ex Pirelli Cavi e Sistemi, di cui controlla il 5,012% davanti a T. Rowe Price Associates (3,066%), per un controvalore di 359 milioni sui 7,16 miliardi di capitalizzazione. Non manca la moda: in Moncler la casa di investimento Usa è terzo azionista con il 5,168%, per un valore di 753 milioni, dietro al presidente e amministratore delegato Remo Ruffini (19,341%) e a Morgan Stanley (7,987%) e davanti a Capital Group (5,054%).
Ma
BlackRock sa come entrare e uscire dalle società quotate a Piazza Affari. A
fine 2019 deteneva il 5,084% di UniCredit, per un controvalore dell’epoca pari
a 1,48 miliardi, il 5,63% di Azimut, società di risparmio gestito, per 172 milioni.
A fine 2018 possedeva il 5,006% di Rai Way, per circa 60 milioni. Al 30 giugno
di quell’anno deteneva anche il 5,121% di Atlantia, la holding di controllo di
Autostrade, per 1,04 miliardi, ma ne è uscita dopo il crollo del ponte Morandi di
Genova del 14 agosto 2018. A fine 2017 possedeva quote rilevanti in Ei Towers
(9,959%, 140 milioni) e in Snam (4,999%, oltre 690 milioni). A fine 2015 era
presente in forze nell’azionariato di Banco Popolare (5,374%) e in Ubi
(5,055%). Briciole, rispetto a 9mila miliardi di dollari in gestione a
BlackRock, ma somme comunque importanti per una piazza finanziaria ormai
marginale come quella italiana.
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