da: http://www.ilsole24ore.com/cultura.shtml
– di Mario Platero
Diciamolo, per noi il momento più commovente nella notte delle stelle a Hollywood è stato
quando il nostro Ennio Morricone,
fragile, anziano, ha parlato in italiano esordendo con un “buonasera, signori,
buonasera”, ringraziando per il suo
primo Oscar che ha ricevuto ieri notte per la colonna sonora di “Hateful
Eight”, il film di Quentin Tarantino.
Morricone, autore per gli “Spaghetti
Westerns” di Sergio Leone di alcune delle più celebri - e più riprodotte -
colonne sonore nella storia della musica, e di mille altri testi musicali, ha
avuto nella sua carriera ben sei
nomination agli Oscar, senza vincere mai, con l'eccezione di un premio alla
carriera: «Penso a John Williams, che ha fatto musiche bellissime - ha
detto ancora Morricone - e ringrazio Quentin Tarantino per avermi incluso in
questo film e Harvey Weinstein per averlo prodotto». Poi, un saluto affettuoso
alla moglie Maria, in sala. Miglior attore Leo DiCaprio, miglior film
“Spotlight”, film denuncia su abusi sessuali dei prelati a Boston.
Ma veniamo alla grande serata nel suo
insieme, come sempre spettacolare, emozionante e quest'anno con qualche
sorpresa a partire dal miglior film: ha vinto l'Oscar Spotlight, un film
denuncia contro i preti pedofili, che racconta come il quotidiano Boston Globe
ha faticosamente messo insieme un'inchiesta difficile, in un mondo fatto di
collusioni, che ha portato alla luce gli abusi sessuali compiuti dai preti
cattolici nella diocesi di Boston. Da quell'inchiesta, lo scandalo, uno dei più
seri in America e nel mondo per la Chiesa Cattolica, si è allargato a tutti gli
Stati Uniti. Nell'accettare la statuetta estasiato, il regista Tom McCarthy ha
detto: «Spero che lo sforzo corale, che questo coro di applausi arrivi fino al
Vaticano e fino a Papa Francesco, a li dico, è ora di proteggere i bambini e ripristinare
la fede».
Miglior
attore è andato finalmente a Leonardo DiCaprio per The Revenant. Un premio meritatissimo:
DiCaprio è un grandissimo attore ma nonostante ben sei nomination non aveva mai
vinto. Raggiante, ma “cool”, distaccato ha lanciato un messaggio forte per
l'ambiente, in effetti il film, con meravigliosi paesaggi e scene naturali
incredibili è unico nel suo genere e per questo, per l'importanza dell'ambiente
Alejandro Inarritu si augurava di poter vincere la statuetta anche per miglior
film. Si è dovuto “accontentare” dell'Oscar per miglior regista, che vince per
il secondo anno consecutivo dopo la vittoria dell'anno scorso con Birdman, una
nuova conferma della grandezza di questo regista messicano. Ma il messaggio
sull'ambiente lo ha dato lo stesso DiCaprio: «The revenant è un film sul
rapporto tra l'uomo e la natura - ha detto - il cambiamento climatico è reale.
Sta capitando ora, è la sfida più urgente per la nostra specie dobbiamo
lavorare insieme e dobbiamo smetterla di procrastinare, non considero le nostre
bellezze naturali e non considero scontati questa serata e questo premio».
L'Oscar come miglior attrice protagonista è andato a Brie Larson per Room, un
film drammatico e commovente. Infine a sorpresa, ma non troppo, sei Oscar,
l'incetta maggiore di statuette a Mad Max Fury, bellissimo film d'avventura che
di nuovo porta un forte messaggio sull'ambiente con scene incredibili girate
nel deserto libico, si è aggiudicato: Oscar per i miglior costumi, per la
miglior scenografia, per il miglior trucco e acconciatura, per il miglior
montaggio, per il miglior montaggio sonoro, per il miglior sonoro.
Questa serata degli Oscar, divertente ma
come sempre lunga, è anche riuscita a esorcizzare la polemica razziale.
Ricorderete la richiesta di boicottaggio da parte di alcuni protagonisti di
Hollywood come il regista Spike Lee per la mancanza di “nomination” di attori o
artisti afroamericani: il conduttore afroamericano Chris Rock ha ironizzato
sulla protesta, alcuni interventi ad hoc hanno di nuovo scherzato sulla cosa e
attori come Morgan Freeman o Whoopy Goldberg hanno contribuito, intervenendo
durante la serata, a creare un clima più sereno sul fronte razziale. Ma in
questa grande serata, sul piano dell'impegno sociale e di nuovo a sorpresa, c'è
stato qualcosa di più: sul palco del Dolby Theatre è intervenuto il
Vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden. Intervento dedicato a un'iniziativa
del vicepresidente e di Obama contro la violenza sessuale, contro gli abusi e
gli stupri. Biden ha poi introdotto una performance di Lady Gaga “Till It
Happens to You”. Canzone bellissima, struggente, interpretata con una voce
incredibile da Lady Gaga, lei stessa vittima di violenze sessuali.
In chiusura si sono uniti a lei una
cinquantina di ragazze e ragazzi che hanno subito violenze sessuali che in
America dilagano nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi pubblici. Un
messaggio molto forte chiaramente legato alla decisione di premiare un film di
denuncia in materia di abusi sessuali come Spotlight. Il messaggio politico
degli Oscar ha dunque preferito le violenze sessuali all'ambiente. Un messaggio
politico chiarissimo, al punto che un giornalista della CBS, Mo Rocca, ha
twittato: «Gli Oscar sono ora più politici della politica e la politica è più
di intrattenimento degli Oscar». Molto calzante, almeno a giudicare da quel che
sta combinando Donald Trump, che ieri ha difeso la sua scelta di citare
Mussolini: «Un giorno da leone vale più di cento anni da pecora». «Non mi
importa chi l'ha detto - ha dichiarato Trump - mi importa il messaggio, che mi
sembra molto valido».
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