da: Il Fatto Quotidiano – di Diego
Fusaro
Come volevasi dimostrare. Era nell’aria.
L’offensiva ai danni della reversibilità delle pensioni sta per realizzarsi.
È il preoccupante allarme lanciato dal segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti. Questi, dalle pagine dell’Huffington Post, denuncia l’arrivo di un disegno di legge delega del Governo alla commissione lavoro della Camera: tale disegno di legge racchiude un punto decisivo, che non deve sfuggire. Esso andrebbe a colpire il diritto alla reversibilità delle pensioni. Proviamo a spiegarlo nel modo più semplice e diretto: secondo il ddl le reversibilità saranno considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali.
È il preoccupante allarme lanciato dal segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti. Questi, dalle pagine dell’Huffington Post, denuncia l’arrivo di un disegno di legge delega del Governo alla commissione lavoro della Camera: tale disegno di legge racchiude un punto decisivo, che non deve sfuggire. Esso andrebbe a colpire il diritto alla reversibilità delle pensioni. Proviamo a spiegarlo nel modo più semplice e diretto: secondo il ddl le reversibilità saranno considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali.
Cosa vuol dire? L’accesso alla
pensione di reversibilità sarà legato all’Isee e quindi al reddito familiare:
andrà inevitabile a diminuire il numero delle persone che continueranno a
vedersi garantito tale diritto. È risaputo che l’asticella dell’Isee è
piuttosto bassa, tarata su redditi che non sarebbe fuorviante e offensivo
definire da fame. Sicché per superare l’asticella e perdere il diritto basta davvero
pochissimo. Se una vedova vive ancora con il figlio e questi percepisce un
piccolo reddito, ecco che perderà il diritto alla reversibilità.
Tutto come da copione, dunque. Gli stessi
che hanno rottamato l’articolo 18 – con un vero e proprio attentato al mondo
del lavoro – promuovono oggi le unioni civili: non certo per estendere i
diritti, bensì per rimuoverli linearmente. Che cosa volete possa importargliene
dei diritti ai magnati della finanza internazionale e ai loro maggiordomi
politici? Nulla, a meno che tali diritti civili non servano a distruggere il
mondo dei diritti sociali e del lavoro. Ecco spiegato il segreto delle unioni
civili, usate – lo ripeto - per negare i diritti del lavoro.
Come l’articolo 18 fu criminalmente rimosso
con la scusa che non copriva tutti i lavoratori, così ora tolgono la
reversibilità delle pensioni: non coprendo tutti, la si toglie a tutti. Logica
vorrebbe invece che articolo 18 e reversibilità delle pensioni venissero estesi
a tutti i lavoratori e a tutte le coppie, omo ed etero. Si produce invece
quella che con Hegel chiamo l’uguaglianza dell’irrilevanza: si rendono gli
individui uguali nell’esiziale senso di ugualmente irrilevanti. Et voilà, ecco
spiegato il trucco. Evidente, evidentissimo. Ma chi lo svela verrà silenziato
come omofobo, e ogni discussione razionale sul punto sarà come sempre bloccata
in partenza.
L’egemonia, gramscianamente, dei dominanti
è totale: a tal punto che anche i dominati la subiscono e si muovono con
le mappe concettuali fornite loro dai dominanti. Le masse lobotomizzate dal
potere sono oggi un soggetto indisponibile e con le armi spuntate. La
situazione è tragica, ma non seria. Ora capirete anche perché si evita
accuratamente di fare l’unica cosa sensata che andrebbe fatta, come già si fece
per l’aborto e il divorzio: un referendum. Non lo fanno perché l’èlite
dominante ha già deciso e non ha bisogno di legittimazione democratica.
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