da: http://www.huffingtonpost.it/
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di Stefano Baldolini
Giulio, Valeria, Simone sono i nostri eroi
globali. Sono gli esploratori Millennial, italiani del nuovo millennio. Che non
vuol dire solo social, selfie e lavori precari. In prima linea in aree di
crisi, conoscitori di lingue e attenti ai diritti umani. Grande padronanza
delle lingue, voglia di conoscere il mondo, le sue contraddizioni e la sua
ricchezza.
Più progressisti e sensibili ai temi
sociali dei loro predecessori. Per paradosso, degni rappresentanti della
generazione mondiale dei nipoti che porta al potere i nonni. Come in Iowa, nelle
ultime primarie, dove l'84% dei democratici tra i 17 e i 29 anni ha votato per
il 74enne Bernie Sanders. Gli stessi che hanno spinto per Podemos in Spagna,
per Syriza in Grecia e per il vecchio socialista Jeremy Corbyn in Uk.
Giulio Regeni, scomparso in Egitto il 25 gennaio
e morto - pare - dopo strazianti sofferenze, non era solo
"il figlio che tutti vorrebbero", "un ragazzo serio,
intelligente e con grandi capacità", come emerge dai primi ritratti che
campeggiano sulle agenzie. Lo studente friuliano di 28 anni era soprattutto un
ragazzo che aveva scelto di lasciare il suo piccolo paese di 5000 anime per
approdare prima a Trieste, poi in New Mexico (negli Usa) e in Inghilterra. Qui
il suo percorso da studente globale l'aveva portato prima a Oxford poi a
Cambridge. Proprio per chiudere il dottorato era finito al Cairo a fare
ricerche per la sua tesi sui sindacati e l'economia locale.
Scorrendo la giovane vita di Giulio, non si
può evitare di ripensare a un'altra giovane vittima italiana. A Valeria
Solesin, la 28enne veneziana falciata nella
mattanza del Bataclan, iscritta alla Sorbona dove
approfondiva il rapporto del ruolo delle donne divise tra famiglia e lavoro.
Come non andare al reporter romano Simone
Camilli, collaboratore di alcune agenzie di stampa tra cui l' Associated press,
ucciso a 35 anni mentre stava
filmando il disinnesco di un missile lanciato da un F16.
Primo giornalista vittima del conflitto di Gaza.
Giulio, Valeria e Simone, tre vittime della
guerra, del terrorismo, fanno della mobilità un punto di forza. Cercano di
impadronirsi degli strumenti - le lingue, il web, la tecnica - per non subire
la flessibilità, ma per farne un fattore di crescita e di sviluppo. Attenti ai
valori più delle generazioni che li hanno preceduti, desiderosi di stabilità
familiare ed economica come i loro genitori, ma senza la mania del posto fisso
- il 57 per cento di loro prevede di cambiare lavoro entro il 2020, emerge da una
recente indagine Bloomberg. Nel 1271, quando Marco Polo seguì il padre e lo zio
in Cina, aveva 17 anni. Magellano fu spedito in India a 25 anni. Colombo iniziò
a navigare a 14 anni. Embrioni di esperienze globali che avrebbero cambiato la
percezione del mondo. Oggi li chiamerebbero Millennial. Come Giulio, Valeria e
Simone.
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