da: http://tvzap.kataweb.it/categoria/fiction-italiana/
Lunedì
29 febbraio e lunedì 7 marzo su Rai1 due nuovi episodi della fiction più amata
della tv italiana: “Una faccenda delicata” e “La piramide di fango”
“Hanno stranguliato una bottana
settantina”. Agatino Catarella (interpretato da Angelo Russo) rompe l’idillio
di Salvo (Luca Zingaretti) e Livia ( Sonia Bergamasco), finalmente insieme a
Boccadasse. E una nuova storia comincia, per regalare ai fan un Montalbano
tutto nuovo, “più maturo, più incline a comprendere l’umana miseria”, spiega
Alberto Sironi, il regista che da diciotto anni filma le avventure partorite
dalla penna di Andrea Camilleri. Dopo trentasei mesi di assenza dal piccolo
schermo, il commissario più amato della tv italiana, torna ad occupare la prima
serata di Rai1 con due episodi che andranno in onda lunedì 29 febbraio (Una
faccenda delicata) e lunedì 7 marzo (La piramide di fango).
Montalbano spegne diciotto candeline e per
celebrare degnamente il suo ingresso nell’eta adulta, arriva in scena un’altra
Livia, Sonia Bergamasco, reduce dallo straordinario successo del film di Checco
Zalone “Quo vado”: “quando mi hanno proposto questo ruolo ho accettato subito –
racconta – non è
stato difficile calarmi all’interno di un racconto collettivo
già perfettamente collaudato, perché alla base c’è un lavoro di scrittura
splendido. Ho cercato di dare intensità e forza al personaggio, ma anche a una
relazione, quella con Salvo, che doveva essere rinsaldata. Quando ci si avvia
verso l’eta matura occorre trovare una forma di morbidezza, ma anche di
stabilità”. Ed è proprio questa di cui l’anarchico poliziotto inizia ad
avvertire la necessità: un Montalbano più posato nei sentimenti, meno bizzoso,
disposto a rincorrere Livia e a dichiararle quanto ha bisogno di lei.
“Non è Montalbano ad essere cambiato –
precisa Luca Zingaretti – in vent’anni sono cambiate le dinamiche del Paese e
Salvo guarda a queste trasformazioni conservando però la sua identità. Per
certi versi è più cupo, per altri riesce in ogni caso a custodire quella sua
fanciullezza che lo fa amare dal grande pubblico”. Al punto da tenere incollati
davanti al televisore, nelle ultime quattro stagioni, oltre dieci milioni di
italiani, come ha ricordato Eleonora Andreatta di Rai fiction in conferenza
stampa, e di aver stregato anche gli stranieri, dal Giappone all’Australia,
conquistando un pubblico decisamente eterogeneo.
Venduto in sessantacinque Paesi, il
commissario della Vigata che non c’è, si è trasformato nel “simbolo della
fiction italiana nel mondo”, grazie a un lavoro di squadra che riesce a
raccontare gli aspetti più oscuri del Paese, ma anche la sua coscienza civile e
la capacità di indignarsi, attraverso le relazioni che si sviluppano tra
personaggi entrati di diritto nell’immaginario collettivo, dal “femminaro” Mimi
Augello (Cesare Bocci) all’impeccabile Giuseppe Fazio (Peppino Mazzotta), il
collaboratore che tutti vorrebbero avere, fino all’impareggiabile Catarella:
“Sono geneticamente di natura così – scherza Angelo Russo - lo sapete no che con la meningite o si
diventa scemi o si muore. Io l’ho avuta da piccolo e non sono morto”. Ma a
parte la bravura di un cast diventato una piccola grande famiglia, il segreto
del successo di Montalbano è nella scrittura, “perché solo un genio come
Camilleri poteva riuscire a cogliere determinate sfumature e a rendere preziose
le atmosfere”, rimarca Bocci. Un mood tutto alla Simenon, secondo il regista:
“Sono certo che se lo scrittore siciliano non avesse curato per la Rai, negli
anni Sessanta, la messa in onda di Maigret, Montalbano non sarebbe mai nato.
Tra i due ci sono tante similitudini. A partire dal fatto che più del giallo in
se, a tenere lettori e telespettatori con il fiato sospeso, è il racconto delle
anime, perfino di quelle dei paesaggi”.
non è male questa nuova Livia
RispondiEliminaCiao Sara....attrice molto brava...vedremo come sarà questa Livia...l'altra aveva una certa sensualità...in questi episodi potremo vedere invece un'altra Livia...
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