da: Lettera 43 – di Lia Celi
Salvini
accusa Vendola sulla maternità surrogata: «È di un egoismo spaventoso». Ma è
lui, con i migranti, a incarnare la mancanza d'altruismo punita da Jahvè.
Pangea Onlus. Aidos. Fondazione Un raggio
di luce.
Sono solo tre delle tante organizzazioni
che si occupano di promozione morale e materiale delle donne nei Paesi
sottosviluppati: se chi dal 28 febbraio accusa sui social il neo-papà Nichi
Vendola di aver sfruttato una donna povera con la maternità surrogata non
sostiene di già queste associazioni, non è di certo perché l'argomento donne
sfruttate torna utile solo quando si tratta di infamare una coppia gay per di
più molto di sinistra, ma solo per mancanza di informazione.
UNA PRATICA LEGALE E CONTROLLATA. Grazie alla Rete, con lo stesso dito con cui si inviano tweet offensivi a Vendola e al suo compagno per essere ricorsi a una pratica che negli Usa è legale da 30 anni (e con contratti chiari e precisi), si possono aiutare concretamente le donne del Sud del mondo a non rendersi disponibili ad affittare il proprio grembo in cambio di denaro.
Ma per quanto strano possa sembrare ai
nemici della maternità surrogata, non bisogna per forza essere delle morte di
fame per decidere di affittare il proprio utero o di vendere un ovulo: se la
pratica è legale e controllata, come appunto in America, la maternità surrogata
può coinvolgere anche una piccola imprenditrice wasp come Tara Bartholomew e
un'attrice come Jamie Kramer, le madri surrogate (una ha fornito l'utero,
l'altra gli ovuli) dei tre figli di Claudio Rossi Marcelli, collaboratore di Internazionale.
ENTUSIASMO CHE MANCA A TANTE FAMIGLIE «NATURALI». Con il compenso guadagnato per la prima gravidanza conto terzi, 20 mila dollari, Tara ha messo al sicuro l'università dei propri figli. Care scrittrici in età fertile, confrontate quel che guadagnate per scrivere un libro in nove mesi, tra fatiche e veglie notturne, e probabilmente vi farete la stessa domanda che mi sto facendo io (per inciso, nulla ci impedirebbe di scrivere un libro durante una gestazione surrogata: gli spiccioli fanno sempre comodo).
Tanto per smentire ancora una volta i
teorici della madre-forno, Claudio e il suo compagno, le due madri surrogate e
tutti i figli di tutti e quattro sono rimasti in contatto e si incontrano
regolarmente, con molto più entusiasmo dei membri di tante famiglie «naturali».
Le
prime testimonianze di maternità surrogata sono nella Bibbia
Alcuni
dei twitteri che domenica sputavano sulla famiglia
«innaturale» di Vendola sono gli stessi che
durante il resto dell'anno sbuffano
contro i pranzi domenicali con i (loro) parenti, contro i bambini che dànno
fastidio in treno o al ristorante, contro Natale, contro le coppie che
vanno all'Ikea, contro San Valentino e tutte le occasioni in cui si celebrano i
legami cosiddetti «come Dio comanda».
Fra i quali, se proprio siamo legati alle
nostre radici giudaico-cristiane, dovremmo mettere anche la maternità surrogata, le cui prime
testimonianze sono nella Bibbia, come è stato autorevolmente osservato.
Contro le matriarche veterotestamentarie che non si rassegnavano alla sterilità e offrivano ai mariti le loro schiave Jahvè non alza un dito. E nemmeno contro le ragazze che, in mancanza di altri uomini, si facevano inseminare dal loro padre, vedi le figlie di Lot.
Contro le matriarche veterotestamentarie che non si rassegnavano alla sterilità e offrivano ai mariti le loro schiave Jahvè non alza un dito. E nemmeno contro le ragazze che, in mancanza di altri uomini, si facevano inseminare dal loro padre, vedi le figlie di Lot.
UN CASO ECCELLENTE DI «ULTRAPROSTITUZIONE». Del resto stiamo parlando di un single che quando decide di diventare Padre manda un suo agente a ingaggiare una minorenne in Galilea, non esattamente un posto popolato da miliardari: un caso eccellente di «ultraprostituzione», come direbbe il ministro Lorenzin?
Veramente bizzarro: ci dichiariamo seguaci
di una religione fondata da un figlio surrogato che da ha sempre portato
sottana e capelli lunghi, conviveva con dodici uomini e frequentava
amichevolmente prostitute da cui si faceva massaggiare e profumare, e
continuiamo a rompere i coglioni a chi fa anche solo una di queste cose.
I VERI SODOMITI SONO SALVINI E TRUMP. Ah già, ma Jahvè con i sodomiti come Vendola ce l'aveva, li ha sterminati con una pioggia di fuoco. Eccome. Ma non perché condividevano l'orientamento sessuale di Nichi. Il peccato di Sodoma e Gomorra, secondo i più seri studi biblici, consisteva nel respingere e maltrattare gli stranieri bisognosi, malgrado si trattasse di città ricche e prospere, e la violazione dell'ospitalità, nel mondo antico, era molto più grave di qualunque trasgressione sessuale.
«Questa fu l'iniquità di Sodoma: viveva
nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane e in una grande indolenza, ma non
sosteneva la mano dell'afflitto e del povero» (Ezech., 16, 49).
Quindi oggi le vere Sodoma sono i Paesi
occidentali che non aiutano i migranti e i veri sodomiti sono Daniela
Santanché, Donald Trump e, ovviamente, Matteo Salvini, sì, quello che su
Twitter accusava Vendola di «spaventoso egoismo». Sarà il caso che si procuri
una felpa ignifuga, in caso di piogge di fuoco.
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