da: http://formiche.net/ - di
Aldo Torchiaro
Sono stato uno studente Erasmus, come tanti
della mia generazione. E come molti da borsista all’estero ho fatto la fame (ma
ero a Parigi, e fare la fame a Parigi ha un suo perché).
La borsa di studio allora era di 250 euro,
identica ad oggi. Dormivo in un Crous (un résidence universitario), mangiavo
solo a mensa, prendevo pullman di infima qualità per le (rare) visite
organizzate fuori città. Gli studenti Erasmus, come i ricercatori, fanno la
vita dei topi e talvolta come i topi muoiono, seppur giovani, giovanissimi
pieni di curiosità ed energia, in un mondo alla rovescia dove troppe cariatidi,
sempre ferme al loro posto, accumulano fior di pensioni e di emolumenti.
Oggi non è il giorno delle polemiche, ma
del lutto. Da domani, si lavori a una
riqualificazione degli Erasmus a partire
dalle cose concrete: le borse di studio, le assicurazioni, la qualità dei
servizi di cui si usufruisce. Le coperture ce le andremo a prendere, se
necessario, dalle maxi pensioni di chi sappiamo noi.
foto
da: la Repubblica
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