martedì 15 marzo 2016

Rai, fiction: Tutto può succedere, i 5 motivi per cui ci sarà la seconda stagione



E’ il remake di una serie americana con il merito di non scimmiottarla perché sa brillare di luce propria. Bella fiction, attuale, moderna nel linguaggio. Cast, regia, montaggio, musica, un insieme perfetto. Chi l’ha persa la recuperi dal sito Rai.  
Menzione speciale per Roberto Nocchi (Max, con la sindrome di Asperger), Matilda De Angelis (Ambra), Benedetta Porcaroli (Federica) e Valentina Romani (Giada) che si è già fatta notare per talento in ‘Questo è il mio paese’.


da: http://tvzap.kataweb.it/

Tutto può succedere, i 5 motivi per cui ci sarà la seconda stagione
La Rai non ha avuto dubbi, la fiction con Sermonti tornerà il prossimo anno con nuovi episodi. Ma perché è piaciuta tanto?
di Alessandro Buttitta 



Ha ottenuto buoni ascolti, ha avuto gli apprezzamenti del pubblico a casa ma soprattutto ha fatto comprendere come una fiction piena di contenuti possa diventare protagonista su Rai1 in prima serata. Tutto può succedere, che si è conclusa domenica 13 marzo, è stata la serie rivelazione di questi primi mesi del 2016. Il merito va dato a una produzione che ha avuto il coraggio di alzare continuamente la posta in gioco non tirandosi indietro nel racconto delle famiglie italiane di nuova generazione. Una dramedy ideale per ringiovanire il pubblico
di Viale Mazzini e rilanciare il genere in un’Italia che ha bisogno di sorridere e pensare. Abbiamo individuato cinque ragioni per cui il ritorno di Tutto può succedere, con una seconda stagione annunciata direttamente dal Cda della Rai, è più che gradito.

LA FAMIGLIA FERRARO – Tutte le famiglie felici si somigliano fra loro, ma ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. Lev Tolstoj ha già sentenziato in Anna Karenina. È anche vero che le famiglie televisive, soprattutto quelle allargate, si somigliano un po’ tutte con strani effetti fotocopia tra una fiction e l’altra. Non si è corso il rischio con i Ferraro di Tutto può succedere, con personaggi sfaccettati che ancora oggi non avevamo visto sul piccolo schermo. Un volto a titolo esemplificativo? La Cristina interpretata da Camilla Filippi.

ITALIANS DO IT BETTER – Con Tutto può succedere siamo di fronte al remake della serie americana Parenthood, a sua volta ispirata all’omonimo film di Ron Howard. Tuttavia, anche se negli ultimi anni abbiamo dimestichezza sempre più spesso con rifacimenti di opere straniere (pensiamo a Braccialetti rossi, altro recente successo di Rai1), la fiction con Pietro Sermonti e Maya Sansa ha una sua autonomia: il respiro è italiano (fortunatamente non troppo italiano, per citare i personaggi di Boris) e le dinamiche fra protagonisti ben calate nel nostro contesto. Non era così scontato all’inizio.

RITMO! – Se c’è un aspetto da valorizzare in Tutto può succedere è la regia. Sorretto da un montaggio sempre all’altezza della situazione, il regista Lucio Pellegrini è riuscito a dare lo giusto spazio a ogni vicenda familiare di casa Ferraro con sensibilità, non dimenticando per strada alcuna sottotrama. Con un gruppo di personaggi così affollato il rischio era alto. Poteva accadere quello che è successo nella seconda e nella terza stagione di Una grande famiglia, con i vari Rengoni pescati da un episodio a un altro senza grande continuità.

CORAGGIO NARRATIVO – Il rischio maionese impazzita in Tutto può succedere era altissimo. Crescere un figlio con la sindrome di Asperger, i problemi di coppia quando si è nonni, le difficoltà a trovare lavoro in un’Italia dove si è sempre o troppo giovani o troppo vecchi, la scoperta della propria sessualità, la presa delle proprie responsabilità in un mondo irresponsabile. C’erano tanti di quei temi che la fiction di Rai1 sarebbe potuta diventare un’accozzaglia non indistinta di buone intenzioni. La cura della sceneggiatura e un ottimo parco attori non lo hanno permesso, premiando il coraggio di certe scelte.

CAST IMPECCABILENon c’è stato un interprete fuori posto in Tutto può succedere. Ogni personaggio, con tutte le sue contraddizioni e fragilità, è stato caratterizzato al meglio da attori che sanno cosa significa recitare davanti una telecamera. Basti pensare alle ottime prove offerte da Pietro Sermonti, Camilla Filippi, Alessandro Tiberi, Ester Elisha, Fabio Ghidoni, Ana Caterina Morariu, Maya Sansa, Licia Maglietta e Giorgio Colangeli. Piacevoli sorprese sono arrivate anche dai volti giovani. Tenete d’occhio Matilda De Angelis, a breve al cinema protagonista in Veloce come il vento con Stefano Accorsi, e Benedetta Porcaroli, ultimamente apprezzata anche in Perfetti sconosciuti.

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