NON
HO PARTECIPATO AL VOTO DI FIDUCIA, ECCO PERCHÉ
Sono uscita dall’aula al
momento del voto. Sono uscita dall’aula perché io ho fiducia nell’azione di
questo governo, ma non potevo dare il
mio voto al decreto Sicurezza. E se
mi si vuole costringere a votare un decreto attraverso la fiducia non posso
far altro che uscire dall’aula.
Sono convinta che questo governo possa portare avanti nel
migliore dei modi le istanze dei cittadini. Ma questo decreto non mi appartiene, va contro i miei principi e ritengo che vada anche contro i principi
del M5S stesso. Non possiamo permettere che si renda ancora più aspra la
vita degli ultimi. Stiamo perdendo una
grossa opportunità: quella di fornire gli strumenti per l’inclusione
sociale di persone che hanno avuto una vita travagliata per la sola sfortuna di
esser nati in un posto diverso dal nostro. Si, perché questo decreto che chiamiamo “sicurezza” in realtà crea repressione
da un lato e maggiori rischi sociali dall’altro: con l’abrogazione del permesso
di soggiorno per motivi umanitari avremo migliaia di nuovi migranti irregolari
senza alcuna tutela
e senza alcuna possibilità di integrazione. E non essendo
possibili i rimpatri, cosa faranno queste persone senza diritti? Avremmo
potuto fare altro, avremmo potuto modificare il decreto, ma non è stato
possibile. Io rispetto chi ritiene in buona fede di risolvere così i problemi
degli italiani, ma non posso andare contro i miei principi.
I
contenuti di questo decreto non sono presenti nel programma del M5S e non sono presenti nel contratto di
governo. Io non voglio la guerra, non voglio la guerra contro nessuno e in
nessun campo. Sono uscita dall’aula perché ho fiducia in questo governo, ma non
potevo dare il mio voto a questo decreto. E sono in pace con me stessa.
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