da: Il Sole 24 Ore
Part
time agevolato per gli over 63
Nei
ddl collegati piano anti-povertà da 600 milioni, indennità e congedi estesi agli
autonomi
di Davide
Colombo, Marco Mobili, Marco Rogari
Se per le pensioni flessibili bisognerà
aspettare il 2016 in stabilità entrerà comunque una misura di «invecchiamento
attivo» per consentire ai lavoratori di optare per un part-time volontario con
contribuzione piena negli ultimi tre anni di contratto. Si tratta di una misura
messa a punto dai tecnici di Giuliano Poletti, di cui non è ancora noto l’onere
finanziario (forse un centinaio di milioni iniziali) ma che è data per certa.
Lo schema sarebbe basato su un’intesa tra datore e dipendente: quest’ultimo opta
per un part-time volontario (almeno al 50%) con la garanzia del versamento in
busta paga dei contributi netti che l’azienda avrebbe dovuto versare all’Inps,
mentre la contribuzione figurativa al cento per cento viene fiscalizzata.
I dettagli della misura saranno resi noti
oggi, dopo il varo della manovra atteso con il Consiglio dei ministri convocato
attorno a mezzogiorno. Beneficiari dovrebbero essere tutti i dipendenti over 63
del settore privato e per l’azienda non ci sarebbero vincoli per nuove assunzioni.
Sempre sul fronte lavoro
vengono confermati i contenuti di due disegni di legge
collegati alla Stabilità: uno per l’estensione dell’attuale piano per il
contrasto della povertà e il secondo per l’estensione di una serie di tutele al
mondo del lavoro autonomo. Sul primo è certa la dote 2016, pari a 600 milioni,
destinati a salire a un miliardo strutturale nel 2017, se verranno definite le
coperture. Con l’intervento verrebbe più che raddoppiata la platea dei
beneficiari dell’attuale sostegno di inclusione attiva (si arriva fino a 400
euro mensili per le famiglie povere con cinque componenti e figli minorenni):
si passerebbe da 150mila nuclei a oltre 300mila. In questo collegato verrebbe
previsto anche un ridisegno di altre misure di assistenza sociale e
l’innalzamento della no tax area per i pensionati. Il collegato sul lavoro
autonomo, per il quale pure non è nota la dote finanziaria, punta invece
all’estensione ai lavoratori autonomi di una serie di strumenti di welfare dai
quali oggi sono esclusi: maternità, indennità di malattia, congedi parentali.
Mentre sul fronte fiscale sarebbero previste nuove forme di deducibilità, per
esempio per le spese di formazione professionale. Novità anche sul fronte
contrattuale, con un rafforzamento delle clausole di salvaguardia previste nel
settore autonomo.
A queste e ad altre misure strutturali sul
lato dell’offerta, la manovra si completa con l’insieme degli interventi di
stimolo alla domanda annunciati da settimane, cui si aggiunge la novità
dell’innalzamento da mille a 3mila euro del limite per l’utilizzo della
contante. Ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha illustrato al
presidente Sergio Mattarella le linee guida della legge di Stabilità e del
bilancio dello Stato.
Tra le misure il pacchetto fiscale è al
primo posto: si prevede il taglio delle tasse sulla prima casa. Costa circa 5
miliardi, compresi Imu e Irap agricola (850 milioni) e dell’Imu sugli
imbullonati (non ancora definito nei dettagli). I Comuni saranno interamente
compensati, senza aumenti di tasse sulle seconde case e la garanzia di un
allentamento del patto di stabilità interno (per un miliardo). Il governo si è
impegnato a sterilizzare circa 16 miliardi di aumenti Iva e di tagli lineari
agli sconti fiscali. Se la copertura sarà in deficit, grazie alla flessibilità
Ue, si tratterebbe di una copertura “one off”, il che significa che per il 2017
serviranno nuove risorse per bloccare le nuove clausole. Una copertura
strutturale servirà invece per l’aumento di accise previsto al posto del
reverse charge Iva, bloccato per ora con i primi proventi della voluntary
disclosure. Per il 2016 il rientro dei capitali potrebbe essere cifrato 2-2,5
miliardi. Altri 900 milioni potrebbero arrivare dai giochi. Resta in campo, ma
potrebbe esser in realtà inserito in un emendamento al ddl di stabilità, il
pagamento del canone Rai nella bolletta elettrica solo per le abitazioni
principali, con l’abbassamento da 113 a 100 euro nel primo anno. Restano
difficoltà tecniche difficili da superare e la forte opposizione delle società
elettriche.
Fino a ieri sera i nodi più difficili da dipanare restavano tutti sul lato coperture di una manovra indicata tra i 27 e i 30 miliardi; una forchetta che dipende dall’accoglimento o meno della richiesta, avanzata a Bruxelles, di utilizzare uno 0,2% di spazio di patto in più per la clausola migranti.
Fino a ieri sera i nodi più difficili da dipanare restavano tutti sul lato coperture di una manovra indicata tra i 27 e i 30 miliardi; una forchetta che dipende dall’accoglimento o meno della richiesta, avanzata a Bruxelles, di utilizzare uno 0,2% di spazio di patto in più per la clausola migranti.
Dalla spending dovrebbero arrivarne 5-6
miliardi, anche se la cifra potrebbe essere ritoccata fino all’ultimo secondo.
I ministeri subiranno tagli, anche in versione semi-lineare, per 1,7 miliardi,
mentre la sanità dovrebbe contribuire con almeno 2 miliardi, anche se la lunga
trattativa con le Regioni sull’aumento in versione ridotta del Fondo sanitario
potrebbe portare a un alleggerimento dell’intervento. Altri 1,5-2 miliardi dovrebbero
poi essere garantiti dagli acquisti Pa.
Da Palazzo Chigi preannunciano poi l’arrivo
di un ulteriore miliardo da destinare, con un provvedimento fuori stabilità, a
Giubileo, Terra dei fuochi, Bagnoli e Ilva.
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