giovedì 15 ottobre 2015

Over 63, dove Renzi si dovrebbe ficcare il suo part time….



“ritengo che i lavoratori pirla debbano tenersi il tempo pieno, lo stipendio pieno, e aumentare i giorni di malattia. Ci inducono a questo, perché non accontentarli”


Secondo quanto letto stamane, il governo starebbe predisponendo una norma di questo tipo: chi ha compiuto 63 anni e 7 mesi potrà optare per il part time per i successivi tre anni che mancano all’età pensionabile. Il datore di lavoro continuerà a versare l’intero ammontare dei contribuiti, pertanto, non vi saranno effetti riduttivi sull’assegno pensionistico.

Vi piace? A me per un organo sessuale maschile…
Quindi…

Se fossi tra coloro che hanno i requisiti anagrafici per questo part time alla Renzi, mi verrebbe spontaneo e immediato dirgli quanto segue: ‘sta norma te la puoi arrotolare e ficcare nel…….no, non lì. Nell’orifizio più piccolo che hai: la narice. Destra o sinistra scegli tu (forse destra…mi pare più appropriato al personaggio). L’importante che sia l’orifizio più piccolo. Più piccolo è, più fa male.

Posto che – e ci mancherebbe altro – i contributi saranno versati al 100%, il part time significa una riduzione dello stipendio in un periodo non propriamente dei migliori, e, per alcuni lavoratori e per certi tipi di attività, una riduzione fittizia delle ore di lavoro. Vale a dire: ti rubano soldi. Ti rubano vita.
Mi spiego.

Ovviamente, va detto, proprio da me che preferisco i meridionali a certe “razze” nordiche: si tratta di un fenomeno più da Nord Italia che da Sud. Dalle mie parti, ci sono parecchi lavoratori che lavorano più ore rispetto a quelle previste dal contratto di lavoro. E molti di questi non percepiscono gli straordinari. Ci sono lavoratrici che si fermano in ufficio oltre le 4 o 5 ore del part-time. Ci sono lavoratori che oltre le ore in ufficio, lavorano anche a casa. Del resto, siamo nel paese retrogrado dove non si applica il telelavoro che consentirebbe di gestire attività professionale e personale in maniera più funzionale e corretta, sia verso gli impegni professionali sia verso le esigenze familiari. Perché, giustamente, a casa ti chiedono: ma stai ancora lavorando?.

Sì, lo so. Siamo nell’ambito dei pirla. Ma ho premesso che si tratta di “fenomeni” nordisti. Non certo di tutto il Nord, ma di una parte non esigua di lavoratori. Giusto per aggiungere ovvio a ovvio: che lavorano in aziende private.

Il part-time di Renzi, di cui alcuni potrebbero usufruire per necessità personali, ha insita una potenziale fregatura per alcuni lavoratori, soprattutto in questi tempi dove il mobbing è più sfrenato, dove il tenersi un posto di lavoro significa accettare condizioni extracontrattuali. Ti trovi con lo stipendio ridotto ma con le stesse ore di lavoro del tempo pieno. Come dici? E’ volontario? Nessuno ti obbliga? Perché, una coercizione indotta non equivale, in sostanza, a una coercizione diretta. Che fai. Gli fai causa al datore di lavoro. Ai tempi del jobs act di Renzi?

Oltre a questa forma di part-time con inculata inclusa (sempre per taluni lavoratori, non certo per la massa) si dovrebbe, almeno, incentivare il telelavoro. Renzi lo sa che questa modalità professionale, in paesi più evoluti del nostro (ci vuole poco), funziona da prima che la prima azienda italiana installasse il primo computer.

Personalmente, ritengo che norme di questo tipo non servano a riequilibrare l’indecenza della riforma pensionistica Fornero. Decenza vuole che s’introducano modifiche che garantiscano una maggiore gradualità nell’innalzamento dell’età pensionabile, senza penalizzazioni per i lavoratori, se non lievi e circostanziate. Nell’attesa che si metta a mano alla riforma dell’organo sessuale maschile fatta da due che in vita loro non hanno mai lavorato seriamente: Monti e Fornero, ritengo che i lavoratori pirla debbano tenersi il tempo pieno, lo stipendio pieno, e aumentare i giorni di malattia. Ci inducono a questo, perché non accontentarli.

No. Non si tratta di assenteismo. Si tratta di stare a casa quando si ha diritto a giorni di malattia. Quando si è ingolfati di tosse e raffreddore e ci si riempie di sciroppi, pastiglie, prodotti omeopatici e no per riuscire a lavorare. Si tratta di stare a casa quando si hanno dolori articolari e muscolari. Si tratta di stare a casa quando si è passata la notte in bianco. Si tratta di farsi tutti i giorni di malattia previsti perché non si sta rubando niente a nessuno.
Si tratta di svegliarsi una buona volta per tutte. Ci vogliono con il bastone e il catetere in ufficio, con i figli  disoccupati perché allungano l’età pensionabile e con i genitori anziani da seguire. No. La risposta è quella di cui sopra. Si ficchino la legge Fornero e le modifiche da presa per il culo nell’orifizio più piccolo di questo.

Non è più tempo di lamento e disgusto. Ma di azione. Civile, seria, costante.
Perché, altrimenti, questo fanfarone più pericoloso di Berlusconi: Matteo Renzi, continuerà a prendere per il culo. Come sta facendo con la Tasi e l’Imu. Sappiamo da troppo tempo come “funziona”: si toglie una tassa per metterne un’alta. Si toglie una tassa e si tolgono i servizi. Ah…sempre ovviamente: quando le tasse tolte vengono ripristinate non vengono ripristinati anche i servizi tagliati.

Questo giochetto sulla nostra pelle dura da molti anni. Perché, evidentemente, ripaga nelle urne elettorali. Si sa, italiani coglioni ce ne sono. Chissà se lavorano. Dove. Come…Quante ore…..
Del resto, quando batti la fiacca, quando rubi lo stipendio, ai 63 e 7 mesi, anzi: ai 70 anni, ci arrivi bello fresco e riposato. Che ti frega delle Renziate del cazzo…

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