da: http://www.redattoresociale.it/
Mons.
Perego (Migrantes) ricorda che "i morti sono più che raddoppiati nel 2015
rispetto al 2014: da 1600 a oltre 3200. Continuano le morti di bambini,
dimenticate: oltre 700 dall’inizio dell’anno”. E aggiunge: “L’Europa che trova
risorse per bombardare, non trova risorse per salvare vittime innocenti”
“Continua una strage silenziosa nel Mediterraneo, con i morti che sono più che raddoppiati nel 2015 rispetto al 2014: da 1600 a oltre 3200. Continuano le morti di bambini, dimenticate: oltre 700 dall’inizio dell’anno”, denuncia oggi il Direttore Generale della Fondazione Migrantes, Mons. Gian Carlo Perego.
“L’Europa
che trova sempre risorse per bombardare, non trova risorse per salvare vittime
innocenti. L’operazione europea Triton non ha saputo
rafforzare il salvataggio in mare delle vite umane rispetto all’operazione
italiana Mare Nostrum – continua Mons. Perego -: una vergogna che pesa sulla
coscienza europea. L’Europa sembra ora – a fronte della minaccia terroristica –
giustificare i muri e la chiusura delle frontiere, oltre che il disimpegno nel
creare canali umanitari che avrebbero potuto oltre che salvare vite umane,
combattere il traffico degli esseri umani, una delle risorse del terrorismo”.
“L’accoglienza ai nostri porti, anziché in centri di accoglienza aperti
sembra affidarsi ancora una
volta a centri chiusi, gli ‘hotspots’, come
dimostra il Centro di accoglienza di Lampedusa: più di 20.000 persone arrivate
al porto e trasferite nel Centro, chiuso ad ogni ingresso e uscite. La paura
insieme alla convenienza sembra far ritornare indietro di anni il cammino di
protezione internazionale costruito in Europa”.
Continua invece l’accoglienza dei
richiedenti asilo e protezione internazionale che, dopo l’appello di Papa Francesco
del 6 settembre scorso, è cresciuta nelle strutture ecclesiali, nelle
parrocchie e nelle famiglie, conclude il direttore della Migrantes realizzando
“un’accoglienza diffusa, costruita insieme, senza conflittualità.
Un’accoglienza intelligente che aiuta anche a conoscere volti e storie di
sofferenza e a costruire, in questo tempo di Avvento, percorsi e progetti
di cooperazione internazionale. Ancora una volta la Chiesa costruisce un gesto
concreto, che supera pregiudizi e contrapposizioni ideologiche, che accompagna
le persone, nella prospettiva di una ‘cultura dell’incontro’ che sola
rigenera le nostre città”.
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