da: Il Fatto Quotidiano
Dobbiamo tante scuse a Maria Etruria
Boschi. Vittime della cultura del sospetto, avevamo ipotizzato un suo conflitto
d'interessi nella storiaccia della Banca del Buco. Poi l'abbiamo sentita alla
Camera e ogni dubbio è svanito. Ci ha
convinti. Se lo dice lei, osservatrice super partes, se lo conferma il suo
amico premier e se lo ribadiscono i deputati della maggioranza che devono
guadagnarsi la ricandidatura, allora è vero: nessun conflitto d' interessi. Alla luce
della sua impeccabile ricostruzione e di testimonianze di prima mano, la storia
di Banca Etruria e dei tre decreti salva-banche va riscritta così.
4.5.2013. L'assemblea
dei soci di Etruria, sull'orlo del crac, nomina vicepresidente Pier Luigi
Boschi, membro del Cda dal 2011 e incidentalmente padre di Maria Elena,
casualmente promossa due mesi prima ministra delle Riforme e dei Rapporti col
Parlamento. Lei, azionista della banca come tutta la famiglia, è pazza di
gioia: "Bravo papà, era ora che si accorgessero di quanto sei bravo.
Temevo che la mia nomina a ministro ti stroncasse la carriera, invece la tua
bravura ha vinto su tutto. Malgrado io sia ministra, ti han promosso lo stesso:
sei un fuoriclasse". Infatti il nuovo vertice, in un anno, riesce a depauperare
i patrimonio sociale per 5 miliardi.
1.11.2014. Anche Bankitalia si accorge di quant' è
bravo Pier Luigi e appioppa una
multa di 2,5 milioni a tutto il vertice di Etruria (144 mila euro a lui) per:
"violazione
delle disposizioni sulla governance",
"carenze
nell'organizzazione
e nei controlli interni",
"carenze nella gestione e nel
controllo del credito",
"carenze
nei controlli",
"violazioni in
materia di trasparenza",
"omesse e inesatte segnalazioni
agli organi di vigilanza".
Ma è tutta invidia, infatti lui resta al
suo posto finché Bankitalia impone al governo di commissariare Etruria. Il
procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, indaga per falso in bilancio e altri
reati sugli ultimi Cda, dove sedeva papà Boschi, che però è uno dei pochi a non
venire indagato.
20.1.2015. Il
governo Renzi, a Borse chiuse per
evitare speculazioni, annuncia un decreto
per trasformare le banche popolari in Spa. Tra queste c'è Etruria, che Bankitalia ha già dato per morta. Ma ora pare risorta e i risparmiatori, anziché
fuggire a gambe levate, tornano a fidarsi. Nei giorni precedenti però qualcuno
se l' è cantata, infatti c' è la corsa ad acquistare titoli di popolari, specie
di Etruria.
La Boschi,
sospettata di aver preso parte al Cdm in conflitto d'interessi, dice che il
verbale è un segreto di Stato, poi però lo viola e giura che non c' era:
sarebbe stato conflitto d' interessi e poi era in Senato. Lì nessuno l' ha
vista, ma si sa come sono le sante: ubique e, volendo, invisibili.
10.9.2015. Il
Cdm approva lo schema del decreto che
recepisce la direttiva europea sulle risoluzioni bancarie (bail-in). Riguarda
anche Etruria. La Boschi è angosciata:
"Mi si nota di più se vado o se non
vado? Ma dai, ce lo chiede l'Europa,
che problema c'è". E va, come ad altre due riunioni preparatorie (tanto il
verbale è segreto, no?). Non sa, la Vispa Teresa, che il diavolo è in agguato:
mentre lei invia un sms con le emoticon, una
mano furtiva aggiunge all' art. 35 sei paroline ("nonché dell' azione del
creditore sociale") che modificano il testo unico bancario sugli
istituti commissariati e impediscono ai creditori sociali di chiedere i danni
agli ex manager. Incluso papà. Lei non s'accorge di nulla, glielo fanno sotto
il naso: sennò sai come si metterebbe a strillare, allergica com' è ai conflitti
d' interessi.
5.10.2015. La
Boschi invia al presidente del Senato il decreto con dentro il salva-papà
infilato a sua insaputa.
31.10.2015. La nota giureconsulta (sta riformando la
Costituzione) partecipa ad Arezzo al convegno "Legalità e
sviluppo". Sul palco c' è un pm, tal Roberto Rossi, e lei si arrovella:
"Mi pare di averlo già visto da qualche parte, ma dove? Ah, la
memoria!".
16.11.2015. Nuovo Cdm sul salva-banche. La Boschi non
c'è, né del resto potrebbe accorgersi del codicillo salva-papà. Mica può cogliere certe sottigliezze: è solo laureata in Legge.
22.11.2015. Il Cdm vara il decreto. La Boschi fa sapere
che non c' è (qui il segreto sul verbale non vale). All'uscita alcuni
colleghi l' avvicinano per spiegarle tutto. Ma lei si tappa le orecchie:
"Non voglio sapere né sentire, sarebbe conflitto d' interessi!". Poi
uno, sempre a tradimento, butta lì che i conti in banca e le case di papà sono
salvi: i creditori sociali non possono più aggredirli, a meno che non lo faccia
il commissario scelto da Bankitalia e nominato dal suo governo. Lei spalanca
gli occhioni colmi di lacrime: "Davvero avete fatto questo per me? Grazie,
ragazzi, che pensiero gentile, non dovevate! Anche a nome di papà. Però per
Natale non voglio più nulla, eh? Meno male che mi sono astenuta, se no era conflitto
d' interessi. L'ho scampata bella!".
16.12.2015. Il
Fatto rivela che il pm Rossi è
consulente della Presidenza del Consiglio dai tempi di Letta, confermato dal
governo Renzi, e ogni tanto gironzola per Palazzo Chigi dove ha l'ufficio
anche la Boschi. Figurarsi lo stupore della ministra: "Ecco chi era il pm
del convegno! Lo dicevo che quella faccia non mi era nuova! Brrr che paura, è
quello che indaga sulla banca di papà! A saperlo prima, mi sarei astenuta pure
dal convegno! Fortuna che non sono fisionomista, sennò era conflitto d'
interessi! Matteo, quel Rossi è troppo bravo: lo confermiamo anche per l'anno
prossimo?".
Ognuno pensa solo a salvare amici e amici degli amici, con regolare pensiero personale, alla faccia della nazione. Io dico che chi non sa fare il suo mestiere oppure lo fa il modo truffaldino deve essere impiccato, previo acquisizione dei beni personali, familiari e dei prestanome amichevoli.
RispondiEliminaMA DOPO APPOSITA TORTURA...COME CI INSEGNA SANTA MADRE CHIESA.
EliminaNULLA DI PIù PRECISO E CONSISTENTE. IL TUTTO è AVVENUTO MOLTO PRIMA DELLO SCOPPIO DELLO SCANDALO.
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