da: http://www.ilfattoquotidiano.it/
Il
ministro, nei cui confronti è stata presentata una mozione di sfiducia, ha
sempre rivendicato di non aver partecipato alla riunione del governo che ha
approvato il decreto salva banche. Ma secondo Libero ha invece preso parte,
votando, a quella che ha recepito la direttiva Ue sul bail in. In cui è stato
inserito un comma che impedisce ai creditori sociali l'azione di responsabilità
Il ministro delle Riforme e dei Rapporti
con il Parlamento Maria Elena Boschi era presente al consiglio dei
ministri del 10 settembre, quello che ha recepito la direttiva europea sul bail
in che prevede anche un salvacondotto per gli amministratori
degli istituti oggetto di procedura di risoluzione. A riportarlo è il
quotidiano Libero, che ricorda come Boschi – che venerdì mattina alla
Camera affronterà la mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti dal
MoVimento 5 Stelle – abbia sempre rivendicato di non aver preso parte al cdm del 22 novembre, quando è stato approvato il decreto
salva banche. Che ha “salvato” la parte sana di Popolare
dell’Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti caricando le perdite su
azionisti e obbligazionisti subordinati.
Ma, appunto, lo “scudo” che impedisce ai
creditori sociali l’azione di responsabilità contro “membri degli organi
amministrativi e di controllo e direttore generale”, come il padre della
Boschi che di Banca Etruria è stato consigliere e vicepresidente, non si trova
in quel testo bensì nel decreto legislativo varato a settembre, licenziato il 4
novembre dalle commissioni parlamentari e approvato in via definitiva a
novembre, quando è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale.
La direttiva
europea, scrive il vicedirettore di Libero Franco Bechis, non prevedeva in alcun passaggio che
l’azione di responsabilità fosse prerogativa dei commissari, come invece ha
stabilito il governo Renzi. Anzi, raccomandava
agli stati membri di non far venire meno i diritti di rivalsa sanciti dai
rispettivi ordinamenti civili e penali. La differenza, di cui i
parlamentari “non si sono accorti”, secondo Bechis è invece stata notata da Bankitalia
e Abi, ma “il governo ha provato a difendersi” dicendo di essersi rifatto
all’articolo 37 della normativa Ue che non preclude agli Stati la “facoltà di
conferire alle autorità di risoluzione ulteriori strumenti e poteri
esercitabili quando un ente o entità soddisfa le condizioni per la
risoluzione”.
Quando devono farla sporca tirano in ballo la UE, frottole vogliono solo salvarsi il culo a nostre spese. Mi chiedo quando, se ci sara', un gruppo che voglia governare seriamente la nazione. Siamo ormai la 7777 potenza mondiale.
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