da: Il Fatto Quotidiano
Copyright:
Agcom ordina la ‘rimozione’ di blog e forum contro ogni buon proposito
di Fulvio
Sarzana
“Non
interverremo mai sui forum”. “Non chiederemo mai la cancellazione di contenuti dai blog”. Erano
stati chiari gli esponenti dell’Autorità prima di varare il Regolamento Agcom
sulla rimozione dei contenuti sul web, (senza passare per il Parlamento
peraltro), a partire dal Presidente stesso
dell’Agcom, Cardani, in audizione presso le competenti
Commissioni parlamentari.
E invece uno straordinario numero di blog,
forum di discussione, siti privati, di pubbliche amministrazioni, per non
parlare dei provider oggetto di continui ordini di rimozione, sono raggiunti da
“gentili” inviti dell’Agcom a rimuovere conversazioni, link, e come vedremo
anche blog. In questi giorni un blog in particolare, chiamato “autoconoscenza”
sparisce dal web a seguito di un ordine dell’Agcom.
Agcom, come si vede dal provvedimento
allegato, ordina la rimozione per ragioni di copyright, perché in un post
del titolare del blog vengono menzionate le risposte di un test sulla
conoscenza (il solito eufemismo, l’adeguamento
spontaneo) su cui vi sarebbe il
copyright. Ma a sparire è l’intero blog contenente riflessioni, come avviene in
tutti i blog del mondo, con decine e decine di pagine di parole del tutto innocenti sparse
per tutti i mesi e gli anni da quando esiste. Questo è quel che ne rimane.
E, ovviamente non è importante chi e come
abbia rimosso il blog, se l’uploader o Google o chiunque altro. Un blog che non
sembra avere niente a che fare con la pirateria, non può sparire in un Paese
occidentale a seguito di una comunicazione di una Istituzione che si chiama Autorità
nelle garanzie nelle comunicazioni.
Si capisce forse perché Freedom House nel suo rapporto del
2014 sullo stato del web in 65 paesi abbia equiparato queste pratiche
italiane non autorizzate da un Magistrato, agli ordini amministrativi di blocco
dei contenuti della Russia di Putin, del Kazakistan di
Nazarbaev o della Turchia di Erdogan.
Ma si dirà, Agcom in realtà non si sta
occupando di blog o di attività che pirateria non sono. Sbagliato. Agcom sta
operando eccome nei confronti di forum, di blog o di siti privati, solo che il
cittadino non lo può sapere. E perché? Semplice.
Nella sezione del sito di Agcom dedicata al diritto
d’autore dovrebbero essere riportate tutti i
procedimenti, ma cosa fa Agcom? Divide in due i numeri delle attività che
svolge: le istanze ed i procedimenti, e ne pubblica solo alcuni. Basta andare a
vedere sul sito dedicato e verificare che ad oggi, secondo l’Autorità vi sono
217 istanze, ma i procedimenti che figurano sul sito sono solo 96. Mancano
all’appello 121 istanze. Per il comune cittadino va spiegato che Agcom ha
deciso di agire solo su istanza di parte e non d’ufficio. Questo significa però
che, in base alla legge sul procedimento amministrativo e secondo il suo
stesso Regolamento, Agcom deve aprire per forza un procedimento e, semmai dopo
aver fatto tutte le verifiche, può archiviarlo in via amministrativa, anche
quando al limite, le istanze sono irricevibili, perché scritte male. E che
tutti dovrebbero poter vedere sul sito dedicato i procedimenti finali di quelle
istanze e verificare cosa stia facendo l’Autorità, oltre ad avere numeri
diversi sull’entità dell’intervento dell’Agcom. Ed infatti alcune di queste
sono pubblicate, ma si contano sulle dita di una mano.
In pratica le istanze si devono trasformare
in procedimenti, e, quindi dovrebbero essere pubblicate sul sito come tutte le
altre. Se questo non avviene può accadere che il pubblico veda solo quello che
l’Autorità decide di mostrare, dando la sensazione che l’attività sia rivolta
solo alla pirateria. Dove sono allora le altre istanze? Quanti blog sono
stati diffidati? Quanti forum e discussioni sono stati cancellati in base
all’adeguamento spontaneo? Spontaneo di chi poi? Di Google o dei blogger?
Dell’hosting provider? Dove sono le altre 121 istanze? E i forum? Nonostante
questo limite, alcune notizie filtrano, e si vede che Agcom sta intervenendo in
questi giorni pesantemente su forum pubblici, ordinando la rimozione di
conversazioni contenenti frasi che violerebbero il copyright.
Guardate questo procedimento. Qui
Agcom rileva la presenza di frasi tratte da una opera che sarebbe coperta dal
copyright, e dunque ordina la cancellazione del link corrispondente alla
conversazione. Solo che Yahoo!, forse ricordandosi di provenire da un Paese ove
il primo emendamento costituisce un limite sacro all’amministrazione nel poter
intervenire nei temi della libertà d’espressione, non adempie. E cosi si può
vedere quale conversazione Agcom abbia deciso di far sparire dal web: si tratta
della discussione sulla bontà dei test adottati per l’ingresso nelle forze
armate. Nella conversazione si apprezza anche un dibattito sul livello discriminatorio
di questi test soprattutto per quel che riguarda eventuali tendenze diverse
dalla eterosessualità.
Ancora. Virgilio, sempre su ordine di Agcom
cancella un’intera conversazione fra diverse persone dal suo spazio di discussione
Forumfree, promosso da giovani
dell’hinterland milanese. Questo è quel che ne rimane.
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