martedì 2 dicembre 2014

Mafia e politica, arresti a Roma: Alemanno indagato



da: Lettera 43

Cupola di tangenti e appalti: 37 arresti, 100 indagati tra cui l'ex sindaco Alemanno. «I suoi uomini nell'organizzazione». In manette l'ex Nar Carminati.

Trentasette arresti, un centinaio di indagati tra cui l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, sequestri di beni per 200 milioni. Maxi operazione dei carabinieri del Ros martedì 2 dicembre nell'ambito dell'inchiesta 'Mondo di mezzo' su una cupola criminale, politica e mafiosa radicata nella Capitale. Al gruppo i pm contestano la corruzione per aggiudicarsi appalti, estorsione, usura e riciclaggio.
Alemanno, che si è detto convinto di poter dimostrare la sua «totale estraneità», è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso. La sua abitazione è stata perquisita.
ARRESTATO L'EX NAR CARMINATI. Agli arresti con la stessa accusa è finito Massimo Carminati, ex terrorista di estrema destra dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) ed ex membro della Banda della Magliana, mentre si trovava a casa di Marco Iannilli, il commercialista romano già finito in carcere e condannato in primo grado per la truffa Fastweb-Telecom Sparkle. Carminati è considerato dai magistrati il capo della holding in quanto «sovrintende e coordina tutte le attività dell'associazione, impartisce direttive agli altri e fornisce loro schede dedicate per le comunicazioni riservate».

MANCINI E PANZIRONI A LIBRO PAGA DEL CLAN. Ma la sua attività si sarebbe spinta anche al reclutamento di «imprenditori ai quali fornisce protezione» e al mantimento di «rapporti con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali che operano su Roma nonché con esponenti del mondo politico, istituzionale, finanziario e con appartenenti alle forze dell'ordine e ai servizi segreti».
In manette anche l'ex ad dell'Ente Eur, Riccardo Mancini, e l'ex amministratore di Ama, Franco Panzironi, sono indicati dai pm come «i pubblici ufficiali a libro paga che avrebbero fornito all'organizzazione uno stabile contributo per l'aggiudicazione degli appalti».

NOMINE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. I due manager si sarebbero adoperati per «lo sblocco dei pagamenti in favore delle imprese riconducibili all'associazione» criminale, e «tra il 2008 e il 2013 come garanti dei rapporti dell'associazione con l'amministrazione comunale». Per quanto riguarda invece un altro manager, Fabrizio Franco Testa, secondo l'accusa avrebbe il ruolo di «testa di ponte dell'organizzazione nel settore politico e istituzionale, coordinando le attività corruttive dell'associazione e occupandosi della nomina di persone gradite al sodalizio in posti chiavi della pubblica amministrazione».
«UOMINI DI ALEMANNO DENTRO L'ORGANIZZAZIONE». Il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone ha spiegato che «alcuni uomini vicini all'ex sindaco Alemanno sono componenti a pieno titolo dell'organizzazione mafiosa e protagonisti di episodi di corruzione. Con la nuova amministrazione il rapporto è cambiato ma Carminati e Buzzi erano tranquilli chiunque vincesse le elezioni». 

Perquisizioni in Regione Lazio e Campidoglio
Perquisizioni sono scattate nella sede del Consiglio regionale del Lazio, nelle sedi di altre pubbliche amministrazioni della Capitale e al Campidoglio.
Nell'inchiesta risultano indagati consiglieri regionali e comunali anche dell'attuale amministrazione, oltre a quelli risalenti alla sindacatura Alemanno. Tra loro Luca Gramazio, consigliere di Forza Italia in Regione Lazio, Eugenio Patanè, consigliere regionale del Partito democratico e Mirko Coratti, presidente dell'assemblea capitolina.
Provvedimenti di custodia cautelare hanno riguardato, infine, i dirigenti di alcune società municipalizzate.
L'ASSESSORE OZZIMO (PD) SI DIMETTE. Tra i 100 indagati compare anche il nome di un assessore in Campidoglio, Daniele Ozzimo (Pd), assessore alla casa, che si è dimesso. «Sono estraneo ai fatti ma per senso di responsabilità rimetto il mio mandato», ha dichiarato.
TUTTI GLI ARRESTATI. Con l'accusa di aver fatto parte di una cupola in cui si sarebbero intrecciati gli affari di uomini politici, mafiosi ed ex terroristi 'neri', sono finiti in carcere: l'ex Nar e Banda della Magliana Massimo Carminati, l'ex amministratore delegato di Ente Eur Riccardo Mancini, l'ex vicecapo di gabinetto del Campidoglio Luca Odevaine, l'ex amministratore dell'Ama Franco Panzironi, l'ex dirigente del servizio giardini del Comune di Roma Claudio Turella e il dirigente dell'Ama Giovanni Fiscon.
Ancora in carcere Riccardo Brugia, Roberto Lacopo, Matteo Calvio, Fabio Gaudenzi, Raffaele Bracci, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Agostino Gaglianone, Salvatore Buzzi, Fabrizio Franco Testa, Carlo Pucci, Sandro Coltellacci, Nadia Cerrito, Claudio Caldarelli, Carlo Maria Guarany, Emanuela Bugitti, Alessandra Garrone, Paolo Di Ninno, Pierina Chiaravalle, Giuseppe Mogliani, Giovanni Lacopo, Claudio Turella, Emilio Gammuto, Giovanni De Carlo.
Ai domiciliari, invece: Patrizia Caracuzzi, Emanuela Salvatori, Sergio Menichelli, Franco Cancelli Marco Placidi, Raniero Lucci, Rossana Calistri, Mario Schina.
BINDI: «RUOLO DELLA MAFIA NELLE PERIFERIE». L'operazione messa a segno dai carabinieri, sotto la direzione della procura distrettuale Antimafia di Roma, «ha una portata straordinaria. Mafia Capitale è una realtà che non si può ignorare e che ha pesantemente infiltrato il tessuto economico, sociale e politico della città», ha detto il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi. «Destano grandissima preoccupazione la gravità dei reati contestati, il numero elevato delle persone coinvolte, i legami con manager pubblici ed esponenti della politica nazionale e locale, la varietà dei servizi pubblici gestiti anche dalle cooperative sociali. E proprio su questo fronte bisognerà andare fino in fondo, con estremo rigore, per verificare il ruolo di Mafia Capitale nel disagio e nel degrado delle periferie romane».

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