da: Il Fatto Quotidiano
Expo,
a Farinetti senza gara l’osteria più grande al mondo
La
Corte dei Conti segnala: tanti appalti, pochi concorsi. Eataly gestirà 20
ristoranti in due padiglioni da 4 mila metri quadri su incarico diretto.
di Gianni
Barbacetto e Marco Maroni
Anche la Corte dei conti ha avuto da ridire sul fatto che molti appalti Expo sono stati assegnati
senza gara. Il più clamoroso è lo spazio dato a Oscar Farinetti, grande amico e sostenitore di Matteo Renzi: la sua
Eataly sarà presente all’esposizione
universale 2015 di Milano con due
padiglioni da 4 mila metri quadrati ciascuno, in cui funzioneranno 20
ristoranti, uno per regione italiana. Italy is Eataly: sarà il nome di
quello che è stato presentato come “il più grande ristorante che mente (e
pancia) umana abbia mai pensato”.
Incarico diretto, per Farinetti, che nei
sei mesi dell’evento prevede di servire 2,2 milioni di pasti, in collaborazione
con l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
“L’esperienza di Eataly nel settore della
gastronomia è uno dei migliori biglietti da visita con cui possiamo presentare
il nostro Paese durante l’esposizione
universale”, ha spiegato l’amministratore
delegato di Expo spa, Giuseppe Sala, quando ha presentato il progetto.
Farinetti ha aggiunto che “Eataly non solo è lieta, ma è anche orgogliosa di
partecipare da protagonista alla vita di Expo 2015. Basta con i gufi di Expo: i
visitatori saranno più dei 20 milioni previsti, saranno almeno 30 milioni, un
terzo dei quali stranieri. Sarà l’occasione di fare uno scatto e raddoppiare
esportazioni e turismo. Expo cambierà Milano e l’Italia come le Olimpiadi hanno
cambiato Torino”. Non solo: “Nel futuro del nostro Paese”, ha aggiunto
Farinetti, “per non soccombere, bisogna puntare sull’incremento delle
esportazioni di agroalimentare di qualità e sulla crescita del numero di
turisti stranieri. Sono le nostre due principali vocazioni, abbiamo prodotti
alimentari, paesaggi e un patrimonio di opere d’arte incomparabili. Expo 2015 è
un appuntamento fondamentale per favorire questi obiettivi e sicuramente non li
mancherà”.
Meno lieti i concorrenti di Farinetti. Piero Sassone, presidente di Icif
(Italian Culinary Institute for Foreigners) – che già ha presentato al
presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, un esposto in cui
denuncia presunte irregolarità nella gara per la ristorazione al padiglione
Italia – si chiede: “Ma è possibile che a Eataly siano stati dati due
padiglioni senza gara? Cantone e il Bureau International des Expositions non
hanno niente da eccepire?”. I 20 ristoranti di Italy is Eataly saranno gestiti
a turno, un mese ciascuno, da 120 ristoratori italiani, a cui andrà il 70 per
cento degli incassi. Il resto a Farinetti, che nei suoi 8 mila metri quadrati
si propone di “esaltare la biodiversità della cucina e dei nostri prodotti
agroalimentari, il nostro vero primato nel mondo”.
Tra i ristoratori italiani è già partita la
gara (sotterranea) per essere presenti: ma con quali criteri saranno decisi i
sommersi e i salvati? Con quale discrezionalità? Ottenendo in cambio che cosa?
A Farinetti, ex distributore di elettrodomestici (Unieuro), è stato regalato un
potere immenso: quello di scegliere i ristoranti e i ristoratori che dovranno
rappresentare l’Italia di fronte al mondo. Così Expo, che inizialmente doveva
essere la manifestazione planetaria della biodiversità e della sostenibilità,
si trasformerà in una grossa sagra postmoderna della gastronomia. E non c’è
solo Eataly. Anche Coop ha (senza gara) un grande spazio nell’esposizione: come
official premium partner”, dietro versamento di 12,4 milioni di euro, sta
mettendo in piedi una delle cinque aree tematiche dell’esposizione, il Future
food district, 2.500 metri quadrati di supermercato digitalizzato del futuro.
Sono una decina i marchi del settore alimentare e della distribuzione che
figurano come partner o sponsor di Expo. Da loro, la società di Sala, in cambio
della visibilità e degli spazi assegnati, riceve denaro e forniture di beni o
servizi. Le entratepreviste per Expo spa sono di 400 milioni. Chi paga di più,
almeno 20 milioni, è official global partner (Telecom, Fiat, Intesa, Samsung e
anche, a dimostrazione che per cercare di far quadrare i conti non si va per il
sottile, Selex Es, società del settore difesa, cioè armamenti e affini).
Chi sgancia tra i 10 e i 20 milioni, come
Coop, è invece official premium partner. Si è infine official partner con un
investimento tra i 3 e i 10 milioni: tra questi, Moretti (gruppo Heineken),
Coca-Cola (che avrà nel sito un intero padiglione), San-Pellegrino (gruppo
Nestlé), Ferrero, Illy, Martini & Rossi (Bacardi), Algida (Unilever) e San
He Tea. Sopra tutti, Fari-netti, che nel 2015 è destinato a diventare il
padrone della ristorazione italiana.
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